Sul settimanale americano Newsweek è stata pubblicata recentemente la prima intervista al nuovo Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres che si è insediato al palazzo di vetro da meno di tre settimane. Guterres ha delineato per la prima volta la sua visione per affrontare le enormi sfide che la comunità internazionale si trova davanti a partire dal mantenimento della pace e della sicurezza, passando per lo sviluppo sostenibile, e la lotta contro il cambiamento climatico. E’ sul primo punto che il nuovo segretario generale ha deciso di puntare nel suo primo anno di mandato esortando la comunità internazionale a rispondere alle recenti crisi impegnandosi a un più diplomatico e pacifico 2017.
Per farlo, ha sostenuto, “dobbiamo concentrarci sulle basi: istituzioni più forti e società più resilienti”. L’imperativo è rafforzare gli sforzi di prevenzione mettendo i diritti umani al primo posto delle politiche nazionali e internazionali. Un primo target menzionato da Guterres riguarda la questione di genere, “dobbiamo garantire che le donne siano libere dalla violenza e dalla discriminazione, questo approccio, ha sottolineato, è essenziale per lo sviluppo sostenibile”.
Nelle situazioni in cui la prevenzione non può dare risultati il segretario generale punta sulla diplomazia creativa sostenuta da tutti i paesi che hanno influenza a livello geografico e/o tematico. “L’ Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile sarà la nostra guida, un grande progetto per rendere il nostro mondo più equo, sostenibile e vivibile”.
Il suo mandato inizia anche dando uno sguardo all’interno, quel sistema Nazioni Unite così fragile e sempre più messo in discussione. Guterres promette un piano di riforme che permettano semplificazione, decentramento e flessibilità all’interno dell’organizzazione. “Le Nazioni Unite devono concentrarsi sull’implementazione, sui processi e sulle persone, piuttosto che sulla burocrazia”, ha scritto. Sul fronte operativo il primo riferimento riguarda le operazioni di mantenimento della pace mentre sulle persone l’impegno riguarda nello specifico la parità di genere. Guterres intende garantire che le donne occupino ruoli di alto livello presso le Nazioni Unite e che continuino ad essere rappresentate a tutti i livelli dell’organizzazione.
Cosciente della delusione di molte paesi alla mancata nomina di un’inedita UNSG donna, Guterres riequilibra subito la situazione già dalle prime nomine. Tra queste la più importante è quella di Amina Mohammed, ministro dell’ambiente della Nigeria, scelta come vicesegretario. Mohammed è stata consulente speciale per l’ambiente del precedente segretario generale, Ban ki-Moon. La diplomatica brasiliana Maria Luiza Ribeiro Viotti, ambasciatore all’Onu per quattro anni, sarà invece il capo di gabinetto di Guterres. Infine la sudcoreana Kyung-wha Kang, già vice alto commissario per i diritti umani, ricoprirà il nuovo ruolo di consigliere speciale del segretario, a capo della sua squadra di transizione. “Sono felice di contare su tre donne altamente competenti“, ha detto Guterres. “Le ho scelte per il loro curriculum negli affari internazionali, nello sviluppo, nella diplomazia e nell’azione umanitaria”.
Insomma rilanciare l’immagine e il ruolo dell’Onu nelle crisi internazionali è la sfida del nuovo UNSG. Il primo banco di prova per Guterres giunge con l’arrivo al potere di Donald Trump. Il presidente eletto americano si è scagliato contro la risoluzione Onu che ha condannato Israele per i nuovi insediamenti; l’amministrazione Obama contravvenendo alla tradizionale politica statunitense non ha posto il veto. Trump ha twittato minaccioso: dal 20 gennaio si cambia musica. Ed è tutto da valutare l’impatto che avrà la nuova amministrazione della Casa Bianca sul futuro dell’Onu: Washington finanzia il 22% del budget del palazzo di vetro.
In questo primo mese del 2017 non è solo il Guterres a prendere posto a New York, questo è anche l’anno del seggio italiano al Consiglio di Sicurezza, quel seggio che l’Italia ha diviso a metà con l’Olanda dopo la votazione ex equo del giugno scorso.
L’Italia si presenta al tavolo con il nuovo Ministro degli esteri Alfano che due giorni fa ha preso parte a New York al primo dibattito pubblico in sede di Consiglio di Sicurezza. Nei giorni precedenti la nostra rappresentanza diplomatica al palazzo di vetro aveva presentato le priorità dell’Italia nel suo breve mandato. L’agenda italiana mette in alto nella lista delle priorità i flussi migratori (rifugiati, migranti e traffico di esseri umani), il cambiamento climatico e la difesa del patrimonio culturale e storico dell’umanità.