L’Unione Europea per l’ennesima volta ha fallito l’obiettivo dello 0,7% del reddito nazionale lordo in aiuti allo sviluppo. E’ il primo risultato del rapporto Aidwatch 2016 intitolato “This is not enough” e presentato ieri dalla federazione europea delle ONG Concord. Lo studio rivela che solo cinque paesi hanno raggiunto i loro obiettivi per il 2015: Danimarca, Lussemburgo, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito. Questo significa che c’è ancora un ‘debito’ da parte dei paesi UE di circa 37 miliardi di euro nel 2015 tra ciò che era stato promesso e quello che è stato davvero speso.
Oltre a questa mancanza resta allarmante che molti paesi dell’Unione continuino a gonfiare le cifre con spese dubbie e non proprio dell’aiuto allo sviluppo, il cosiddetto aiuto fasullo (Fake). I costi legati al supporto degli studenti, la riduzione del debito, i rimborsi di interessi e le spese per l’accoglienza dei richiedenti asilo sono spesso contabilizzate erroneamente come aiuto allo sviluppo. Secondo il rapporto l’aiuto gonfiato sarebbe pari al 17% di quanto dichiarato dai governi nazionali.
Il rapporto CONCORD Aidwatch fornisce un’analisi paese per paese oltre che la situazione complessiva a livello di Commissione Europea e fornisce osservazioni e raccomandazioni ai singoli stati per raggiungere gli obiettivi stabiliti e dare maggiore trasparenza alla cooperazione allo sviluppo.
Nello specifico l’Italia avrebbe speso nel 2015 solo lo 0,21% del PIL in aiuti allo sviluppo, ma la percentuale si abbasserebbe allo 0,15% se considerassimo solo gli aiuti “genuini”. Nonostante venga riconosciuto lo sforzo del governo per rilanciare la cooperazione attraverso la nuova legge in materia, il rapporto chiede all’Italia di rendere effettiva questa riforma rendendo pienamente operativa l’Agenzia per la cooperazione e dando continuità al sensibile aumento di aiuti messi a budget a partire dall’anno scorso.