Non parliamo certo di un tema nuovo nel mondo non governativo italiano. Di rappresentanza unitaria si è discusso più volte soprattutto negli ultimi 15 anni, da quando gradualmente sono venute a crearsi e/o consolidarsi diverse reti e coordinamenti che non hanno saputo o voluto convivere in un’unica organizzazione di rappresentanza, quella che un tempo era l’Associazione delle ONG italiane. La storia del settore non governativo italiano e gli avvicendamenti degli ultimi anni ci consegnano oggi un panorama di rappresentanza abbastanza frastagliato e composto da livelli e percorsi diversi. Ci sono le cosiddette Reti di rappresentanza (AOI, Cini e Link 2007), le cosiddette Federazioni (Cipsi, Cocis e Focsiv), i Coordinamenti regionali (per lo più aderenti ad AOI), le altre Reti tematiche (ForumSad, Agire, ecc). Più in alto ancora c’è il Forum del Terzo Settore che rappresenta circa 75 organizzazioni nazionali di secondo e terzo livello che operano in diversi ambiti tra cui anche la Solidarietà Internazionale. A questo si aggiunge anche la dimensione europea che vede la piattaforma di Concord Italia partecipata da organizzazioni appartenenti a tutte le altre realtà.
Va da se che oggi il panorama è diverso da quello di un decennio fa, il quadro di riferimento odierno è la nuova legge 125 che le stesse ONG hanno contribuito a far nascere. Una legge che non ha più come interlocutori solo le “cosidette” ONG ma le organizzazioni della società civile (OSC), oltre che il settore privato profit e altri attori istituzionali e non. In questo contesto è abbastanza scontato che nel mondo non governativo in molti si facciano delle domande, anche se spesso in modo assolutamente tardivo.
A riaprire il dibattito sulla rappresentanza unitaria è un interessante documento elaborato e condiviso da Nino Sergi, fondatore di Intersos, oggi consigliere strategico di Link 2007 e profondo conoscitore del panorama delle ONG oltre che testimone di tutte le vicissitudini di questo ambito negli ultimi decenni.
Secondo Sergi l’impegno delle Ong e delle loro reti è stato fin qui significativo e incisivo. “Ma le sfide sono oggi tali da richiederne un rafforzamento al fine di potere continuare a garantire il necessario peso rappresentativo nella società italiana e di fronte alle istituzioni nazionali e internazionali e quindi potere incidere sulle scelte politiche”. Oggi c’è “l’esigenza di relazionarsi con le istituzioni con una sola autorevole voce, per renderne chiaro e forte il peso politico di fronte alle istituzioni nazionali e internazionali, ai media e nella società italiana. Questa esigenza deve riguardare oggi l’insieme degli attori non profit della società civile impegnati nella cooperazione allo sviluppo e nell’aiuto umanitario: Ong e altre Osc, in un cammino unitario che spetta alle Reti di Ong incoraggiare, rafforzando un cammino avviato con successo dall’Aoi.”
Il documento è di carattere propositivo e azzarda una serie di ipotesi per individuare quale possa essere il modello di rappresentanza unitaria adeguato al panorama italiano. “Seguendo l’esperienza maturata negli altri paesi, anche in Italia potrebbe essere giunto il momento di mettere in atto la nostra capacità innovativa, con coraggio e determinazione, per rispondere nel modo migliore e più efficace a questa esigenza di peso politico unitario, rappresentativo del mondo del non profit italiano impegnato nella cooperazione internazionale per lo sviluppo, valorizzando al tempo stesso la pluralità delle identità ed esperienze e esaltando le competenze di ciascuno.”
Di seguito i quattro scenari che Nino Sergi mette sul tavolo aggiungendo una preoccupazione legata ai tempi che vede a sua parere la necessità di una reazione entro la fine del 2016:
1. “Confederare” le tre reti Aoi, Cini, Link 2007, aperte ad ogni altra aggregazione che potrebbe nascere, in modo da formare un soggetto collettivo di riferimento istituzionale oltre che di partecipazione ai network europei e internazionali, al pari delle piattaforme nazionali esistenti in molti altri paesi europei. Una confederazione, un’associazione o comunque un’organizzazione di terzo livello che raggruppi le diverse identità che rimangono pienamente autonome nella loro specificità e nella loro iniziativa ma vengono coordinate e rappresentate nel loro insieme nei casi concordemente individuati e regolati […].
2. Consolidare e ampliare l’esistente. Pur in assenza di una forma confederativa, le tre Reti hanno infatti da tempo dimostrato apertura alle tematiche globali e generali e hanno saputo agire insieme e per l’interesse comune. Si tratterebbe quindi di rafforzare lo status quo, senza passi innovativi, cercando di consolidare questa capacità di azione comune sui temi condivisi di interesse generale, invitando le nuove aggregazioni di Osc di cooperazione a confluire o coordinarsi strettamente con le Reti, nelle forme congiuntamente ritenute idonee.
3. Rafforzare il ruolo delle tre Reti Aoi, Cini, Link 2007 attraverso il loro coordinamento nel più ampio Forum nazionale del terzo settore, al pari di altre componenti organizzate della società civile. La componente ‘cooperazione allo sviluppo’ designerebbe autonomamente, all’interno del Forum, un unico portavoce per le relazioni istituzionali, in particolare col Maeci e l’Agenzia, coordinandosi e definendo le priorità al proprio interno […].
4. Formalizzare un coordinamento unitario dei soggetti non profit della società civile iscritti (ora e in futuro) nell’elenco presso l’Agenzia, da attuarsi in forma associativa su proposta delle tre Reti e con organi di rappresentanza a rotazione.
Leggi il documento in versione integrale
Nel proporvi questo documento per suscitare ulteriore dibattito all’interno della community della cooperazione abbiamo pensato di chiedere in primis una reazione alle reti che Nino Sergi stesso mette al centro delle sue proposte, per capire quale posizione abbiano assunto a riguardo.
AOI – Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale. Si tratta di una nuova rappresentanza sociale costituitasi nel 2013, per iniziativa di tutti i soci dell’Associazione delle Ong Italiane che hanno in qualche modo anticipato lo spirito della legge 125 allargando la propria costituency anche ad attori ‘altri’ dalle ong. Oggi AOI conta cento associati tra cui oltre alle tradizionali ONG diverse organizzazioni del commercio equo, l’economia solidale, il sostegno a distanza, il mondo cooperativo oltre che le maggiori Federazioni e coordinamenti regionali esistenti in Italia.
Silvia Stilli – Portavoce
Nella sua totalità il Consiglio Nazionale AOI ha ritenuto il documento proposto da Nino Sergi un contributo importante nella direzione del confronto fattivo sulla rappresentatività e la possibile rappresentanza unitaria del mondo no profit solidale.
AOI sta proseguendo il suo percorso, con la sua assemblea di rinnovo degli organismi entro il prossimo mese di novembre, riaffermando la propria vocazione aperta e inclusiva, rafforzata dalle nuove adesioni delle istanze sociali, anche di coordinamento territoriale, che vogliono ‘contare’ oltre la definizione categoriale dell’art.26. I soci di AOI non hanno mai interpretato scelta e pratica dell’inclusione come ampliamento della constituency in termini meramente numerici o di variegata rappresentazione di ‘categorie’ : al contrario si vuole essere promotori di un percorso culturale che aggiorni e metta in relazione le varie socialità per definire le priorità e gli indirizzi della cooperazione in un mondo globalizzato, in cui le crisi propongono scenari da leggere nella complessità e richiedono autorevolezza nell’azione. La nostra associazione si mette a disposizione per strutturare questo percorso culturale oltre un ragionamento tra gli ‘addetti ai lavori’ di sempre, avviando il confronto aperto oltre i soci, se si vuole anche a partire dal programma della sua prossima Assemblea.
La tempistica indicata nel documento di Nino Sergi, è ritenuta troppo influenzata dall’esigenza del Maeci o dell’Agenzia di semplificare e ridurre gli interlocutori. Il Consiglio dell’AOI si è mostrato interessato al processo, volto a non lasciar fuori nessuno, cercando la massima apertura nel dialogo, non ai tempi così stretti per ottenere un risultato. Per questo non ci esprimiamo sulle ipotesi proposte, interessanti, possibili, ma indicate ‘a priori’ rispetto al percorso culturale alla base del confronto. Nel frattempo vogliamo mantenere attivo il dialogo strutturato tra AOI, Cini e Link 2007, anzi rafforzando occasioni e iniziative, spazi per consolidarlo e renderlo più visibile all’esterno.
CINI – Coordinamento Italiano Network Internazionali. E’ composto da sei ONG appartenenti ad altrettanti network internazionali. L’obiettivo del CINI è quello di rafforzare l’efficacia e di moltiplicare l’impatto delle attività di informazione, sensibilizzazione, advocacy, policy e lobbying delle ONG che lo compongono attraverso un coordinamento strategico e operativo stabile e strutturato. Il CINI promuove l’interlocuzione attiva e costruttiva con tutti gli attori della cooperazione, dall’opinione pubblica al mondo politico, e mette al servizio degli obiettivi comuni la propria esperienza internazionale.
Antonio Raimondi – Portavoce
Il CINI ritiene sempre utile nuove analisi e proposte sui cambiamenti in atto. La velocità delle trasformazioni storiche è un dato di fatto ed è positivo saperle affrontare. Pertanto, il CINI non si sottrarrà mai, anche data la natura della sua Constituency, ad un dibattito che riguardi il presente ed il futuro, in particolar modo della Cooperazione e solidarietà Internazionale (e non solo). Per quanto riguarda il cosiddetto Documento Sergi, lo abbiamo esaminato con attenzione ed interesse. Il Documento apre a scenari che effettivamente la nuova Legge 125/14 contempla, ma almeno per il momento la nostra analisi è diversa per contenuto e tempistica. In questo momento drammatico siamo chiamati come ONG (cioè Società Civile) a far in modo che la suddetta Legge, che tante energie e sforzi ci ha preso, si implementi e funzioni davvero: per fare ciò non si ha bisogno di una “Rappresentanza” diversa e nuova, anzi sarebbe dannosa allo stato attuale. Quando saremo capaci di ottenere il suddetto risultato, vedremo concretamente che cambiamenti porterà e ci adegueremo. Sul contenuto crediamo, inoltre, che una “Rappresentanza unitaria” elimini il valore delle diversità esistenti tra noi e sia una contraddizione per chi fa dell’intercultura un caposaldo del proprio pensiero, dei propri valori e delle proprie azioni. Pertanto, riteniamo che la proposta numero 2 di Nino Sergi sia quella da perseguire con la disponibilità da parte di tutti, ossia il rafforzamento del lavoro svolto congiuntamente dalle tre Reti AOI-CINI-LINK 2007 che risultati positivi ha già dato in questi ultimi anni.
LINK 2007 – Cooperazione in rete. E’ un’associazione di coordinamento consortile che raggruppa tredici importanti Organizzazioni Non Governative italiane. L’associazione nasce a seguito dell’uscita di molte di queste ONG dall’Associazione delle Ong Italiane intorno all’idea di valorizzare la “cooperazione realizzata” e salvaguardare e rafforzare il patrimonio di valori, saperi, professionalità e competenze espresso dalle ONG. LINK 2007 ha recentemente aggiornato la sua mission confermando le motivazioni che hanno portato alla sua nascita e aprendo maggiormente il lavoro in rete delle Ong e Osc e dei diversi nuovi attori della cooperazione, cosi come sollecitato anche dalla nuova legge 125/2014.
Paolo Dieci – Presidente
Nel corso del Consiglio di Presidenza della nostra rete a Bologna il 9 settembre scorso, Link 2007 ha approvato le proposte contenute nel documento di Nino Sergi per una più forte rappresentatività delle ONG e OSC italiane. Né il documento né l’orientamento di Link 2007 vanno nella direzione di azzerare l’esistente. Le tre principali reti di ONG, la nostra, l’AOI e il CINI hanno evidenti peculiarità da valorizzare e hanno da tempo avviato una prassi unitaria nel rapporto con le istituzioni, a partire soprattutto dal dialogo con queste e le forze politiche per il varo della legge 125. Riteniamo però che oggi sia auspicabile andare avanti, rafforzare il peso politico del nostro mondo facendoci carico di mettere assieme due esigenze, all’apparenza (ma solo all’apparenza) inconciliabili. Una è quella di fare divenire la cooperazione allo sviluppo patrimonio condiviso, valorizzando l’azione solidaristica della società civile, oltre i confini tradizionali delle associazioni specializzate. L’altra però è quella di rafforzare i livelli di professionalità e accountability. Le due esigenze possono conciliarsi tramite il rafforzamento del lavoro in rete, lo sviluppo di partenariati e collaborazioni, un sistema nuovo e più moderno di alleanze. E’ questo, per noi di Link 2007, il senso delle proposte che abbiamo condiviso.
Fin qui le reazioni delle tre reti esistenti che certo non completano il dibattito ma possono fungere da ottima base di partenza. Siamo convinti però che la vera partita per creare nuove dinamiche di rappresentanza sia da giocare soprattutto al di fuori dalle reti e dagli schemi del passato. Qualunque possa essere il futuro della rappresentanza di questo settore dovrà saper interpretare in modo inclusivo la dinamica di un sistema complesso incarnando più la rappresentatività che la rappresentanza. Non c’è bisogno di un cartello più forte che faccia lobby presso le istituzioni quanto di un’entità compatta che esprima i valori della società civile davanti al serio rischio di marginalizzazione in atto a livello nazionale ed europeo.
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