E’ sicuramente la novità che ha spiazzato di più gli operatori delle ONG e della società civile all’interno del bando EU “Raising public awareness of development issues and promoting development education in the European Union” edizione 2016, il bando che mette a disposizione delle ONG un budget importante (93 milioni di euro) per attività di educazione, advocacy e campaigning in Europa sui temi legati agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs). in questa edizione, secondo la nuova norma introdotta da EuropeAid, ogni organizzazione potrà prendere parte a una singola proposta progettuale indifferentemente dal ruolo assunto (Applicant, Co-applicant e Affiliato). Per le organizzazioni la norma non avrebbe una base legale e penalizzerebbe fortemente le reti di partenariato europee faticosamente costruite negli anni, la Commissione giustifica la norma restrittiva che consentirebbe una distribuzione più ampia delle risorse disponibili.
Una doccia fredda per molte organizzazioni che contano su queste risorse per portare avanti le loro attività di educazione e sensibilizzazione e che mediamente fanno parte di diverse reti europee formali o informali che operano sui temi degli SDGs. La reazione unitaria della società civile arriva dalla confederazione Concord Europe che riunisce 28 associazioni nazionali e 20 reti internazionali rappresentando oltre 2.600 organizzazioni europee. Con una lettera al direttore generale di Devco Klaus Rudischhauser, Concord esprime la preoccupazione che questa inaspettata nuova norma possa realisticamente ridurre la diversità delle proposte progettuali così come le opportunità di instaurare nuovi e innovativi partenariati, in particolare tra le piccole organizzazioni della società civile provenienti dai nuovi Stati membri dell’Unione.
La regola della “One Application” andrebbe a colpire in particolare quelle organizzazioni piccole e medie che, pur avendo esperienza e competenza in materia, non hanno tante altre opportunità di finanziamento al di là del bando DEAR. Fare affidamento su una sola proposta progettuale limiterebbe il loro lavoro e potrebbe minacciarne addirittura l’esistenza. Concord chiede quindi alla Commissione europea di rimuovere questa nuova disposizione attraverso una rettifica nelle linee guida del bando attualmente in corso (scadenza fissata al 1 giungo 2016).
Oltre a Concord Europe sono diverse le reti nazionali e regionali che hanno manifestato una richiesta simile alla Commissione. Piovono accuse anche più pesanti: che la nuova regola non abbia un fondamento normativo, che sia una norma di comodo per Devco che si troverebbe di fatto un processo di selezione dei progetti già bello che fatto e dovrebbe gestire pochi progetti con grandi partenariati e organizzazioni capofila affidabili.
Al di là della regola specifica oggi è ancora più chiara la direzione verso la quale la Commissione sta spingendo la società civile a “colpi di bando”. Grandi reti, grandi progetti, pochi contratti da firmare con interlocutori selezionati.