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Primo bando dell’Agenzia, aumentano i soggetti e diminuiscono i fondi

Sembrerà paradossale, ma l’incremento dei fondi stanziati nella legge di stabilità per la Cooperazione allo sviluppo potrebbe tradursi in una diminuzione di risorse per la società civile, le ONG e tutti i nuovi attori non profit che con la nuova legge potranno operare nella cooperazione. Così sembra emergere dalle prime informazioni rese note sulla dotazione finanziaria del primo bando dell’AICS per il co-finanziamento di progetti realizzati da organizzazioni della società civile italiana senza finalità di lucro. La dotazione finanziaria complessiva – a copertura delle prime annualità di co-finanziamento – sarebbe di 20 milioni di Euro, con un incremento quindi di soli 5 milioni rispetto all’ultimo analogo bando gestito dalla DGCS e un decremento rispetto al bando del 2013, che aveva erogato ben 23,5 milioni.

 

C’è sconcerto tra gli operatori del settore poiché ci si attendeva un logico aumento delle risorse per permettere il rilancio della cooperazione dell’Italia dopo la riforma e la nascita dell’Agenzia. In una lettera inviata al ministro Gentiloni le rappresentanze delle ONG fanno notare che “l’incremento rispetto all’ultimo bando è molto al di sotto, percentualmente, del maggiore stanziamento finanziario assegnato alla cooperazione allo sviluppo dalla legge di stabilità. Si tratterebbe di un segnale in contro tendenza rispetto alla volontà di rafforzare la funzione strategica dei soggetti non governativi nelle strategie italiane di lotta alla povertà nel mondo e all’ indicazione più volte emersa in sede OCSE di destinare ai progetti realizzati dalle organizzazioni della società civile il 10% delle risorse disponibili”.

 

Bisogna considerare che i bandi della DGCS vedevano l’eleggibilità delle sole ONG idonee, un elenco di 240 soggetti di cui solo un centinaio applicavano regolarmente ai bandi. Ora invece il bando sarebbe aperto a tutti i nuovi soggetti non profit che la legge 125 contempla. Quindi i 20 milioni messi a bando andrebbero visti in quest’ottica, un’ulteriore diminuzione delle risorse disponibili in quanto destinati ad un numero di attori molto maggiore.

 

Ma il problema non riguarda solo le risorse. Anche il calendario previsto dall’AICS preoccupa non poco. La benvenuta novità del bando in due fasi (concept note e full proposal) potrebbe trasformarsi in un ulteriore penalizzazione. L’AICS vorrebbe chiudere le due fasi entro fine giugno/inizio luglio il che vuol dire che per la presentazione dei concept note sarebbero disponibili meno di 20 giorni dalla data di pubblicazione del bando e forse una trentina per le progettazioni complete.
Tempi così stretti penalizzano il lavoro delle organizzazioni, fanno abbassare drasticamente il livello di qualità delle proposte progettuali e non consentono una valutazione delle proposte all’altezza delle aspettative. Per non parlare delle partnership. Com’è possibile instaurare partenariati su proposte progettuali in 15 giorni? Considerando che potrebbero anche riguardare soggetti pubblici (enti locali) che necessitano di tempi di approvazione molto più ampi.

 

Le ONG auspicano che il ministro Gentiloni e il VM Mario Giro possano intervenire presso la DGCS e l’AICS affinché l’importo complessivo destinato a questo primo bando possa essere significativamente innalzato e i tempi adeguati almeno agli standard in uso nei bandi pubblici. Il sistema europeo prevede per esempio un minimo di 45 giorni per la presentazione delle concept note.

 


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  1. Io separerei dal titolo 1mo bando dalla 2nda parte. Darei prima piu’ spazio al bando e poi spiegherei il resto.

    Il problema qui è chi sta ai vertici non ha mai fatto cooperazione sul field ma in uffici e quindi non da la direzione giusta alla nuova agenzia.

    Come ho scritto al Premier Renzi, se per esempio si creasse un contingente a parte per l’ingresso Medicina e Ostetricia e si facesse studiare italiani che vogliono lavorare in Africa per almeno 5 anni e stranieri che volessero poi servire il loro Paese anche questa sarebbe Cooperazione.

    Qui manca una creatività necessaria a fronte di poche risorse disponibili.

    Inoltre dove si vede la tanto auspicata private public partneship?

    I soldi debbono andare là dove ce n’è bisogno e non una spartizione tra ONG italiane per lo più comodante sedute nelle proprie sedi.

  2. Sono state diffuse poco fa le slides utilizzate nella presentazione fatta dalla AICS ai coordinamenti questa mattina da cui si evince che dall’approvazione delle linee guida da parte del comitato congiunto e successiva pubblicazione in gazzetta le ong avranno 14 gg di tempo per la presentazione della concept(e 30 gg per la full application). Una concept si può scrivere anche in tre/quattro ore, non è questo il problema. Ma poichè le ong serie i progetti non se li inventano e in una situazione in cui non si sanno ancora i paesi prioritari (la cui lista aggiornata 2016-2018 verrà decisa solo nel comitato congiunto del 14 aprile), non si sa il format del bando né nulla altro, visto che siamo all’anno zero, neppure da dire che possiamo giocare d’anticipo e di programmazione e iniziare a lavorarci. Per non parlare poi della costruzione delle partnership. L’innovazione richiesta in 14 gg la vedo difficile. Mi viene da pensare che chi decide queste modalità non ha mai scritto un progetto di cooperazione in vita sua, né sa cosa vuol dire progettare. Carissima Direttrice il vecchio adagio diceva: presto e bene non vanno bene insieme. Ecco io penso che se anche ci si concedeva un mese in più (aspettiamo da un anno e mezzo il bando) non si faceva male a nessuno.

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