La Commissione Europea ha introdotto un cambiamento significativo nelle regole di utilizzo dei fondi del programma LIFE, che finanzia progetti ambientali e climatici nell’UE. Secondo quanto riportato recentemente da Politico, le ONG ambientaliste non potranno più destinare i fondi ricevuti a attività di lobbying e advocacy mirate verso istituzioni e funzionari europei poiché possono comportare un rischio reputazionale per l’Unione. La decisione, comunicata con una lettera alle ONG, ha suscitato ampie preoccupazioni nel settore perché potrebbe ridurre fortemente gli spazi di azione delle organizzazioni nel dibattito pubblico.
Cosa Prevede la Nuova Direttiva
Le nuove linee guida, comunicate attraverso lettere ufficiali inviate dall’Agenzia esecutiva europea per il clima, le infrastrutture e l’ambiente (CINEA), fanno riferimento a sovvenzioni provenienti dal fondo per i progetti ambientali dell’UE noto come LIFE, che stanzia 5,4 miliardi di euro di finanziamenti tra il 2021 e il 2027. Nella comunicazione di precisa che:
- Non saranno più ammissibili attività di lobbying attivo, come l’organizzazione di incontri con funzionari UE o la produzione di materiale finalizzato a influenzare politiche specifiche.
- Tra queste rientrano “l’organizzazione di riunioni o la fornitura di materiale di advocacy” a specifiche istituzioni o funzionari dell’UE, o “l’identificazione di specifici membri o funzionari di un’istituzione per valutare o descrivere le loro posizioni, o per discutere specifici contenuti o risultati politici”.
- Saranno consentite attività di comunicazione meno assertive, come workshop, conferenze, campagne di sensibilizzazione e la produzione di documenti informativi o di ricerca.
Le ONG coinvolte hanno tempo fino alla prima settimana di dicembre per rivedere i propri flussi di lavoro e adeguarsi alle nuove regole, pena la perdita dei fondi. Inoltre, dovranno presentare modifiche ai contratti di sovvenzione firmati a gennaio.
La Reazione delle ONG
Molte ONG, tra cui grandi nomi come WWF, Friends of the Earth e ClientEarth, hanno espresso forte preoccupazione. Un responsabile politico di un’organizzazione ha dichiarato che questa decisione rappresenta un “tentativo di limitare lo spazio operativo delle ONG”, sollevando interrogativi sui motivi dietro un cambiamento così improvviso. Le nuove disposizioni contraddicono inoltre gli obiettivi del programma LIFE, che mirano a supportare il processo decisionale dell’UE attraverso il contributo delle ONG e riduce la possibilità di bilanciamento tra gli interessi delle lobby aziendali e quelli della società civile.
Un Cambiamento che Riflette il Contesto Politico
Inutile nascondere che questo cambiamento si inserisce in un più ampio disegno politico che ormai da alcuni anni vede le organizzazioni non governative nel mirino degli eurodeputati delle destre europee. In particolare il Partito Popolare Europeo sta conducendo un’offensiva sulle ONG per ostacolare le campagne delle ONG sia sul fronte ambientale che migratorio, che spesso, pur sottofinanziate, hanno avuto successo ostacolando le loro politiche. Il PPE e altri partiti populisti europei durante la campagna elettorale per il Parlamento UE, ha chiesto maggiore trasparenza e responsabilità per le ONG che accedono ai fondi europei sostenendo la necessità di un maggiore controllo. Negli ultimi mesi, l’UE ha preso decisioni che sembrano allinearsi a questa narrazione, tra cui il rallentamento delle nuove norme anti-deforestazione e il piano per semplificare gli obblighi di rendicontazione sulla sostenibilità per le imprese.
Il cambiamento delle regole per i fondi LIFE può quindi rappresentare un punto di svolta per le ONG europee perché potrebbe essere esteso in futuro ad altri programmi di finanziamento della EU alla società civile. In un momento storico in cui la crisi climatica richiede un’azione urgente e coordinata, questa decisione potrebbe alterare gli equilibri tra la società civile e gli altri attori del panorama politico europeo limitandone il contributo al dibattito sulle politiche ambientali e climatiche.