Gli SDGs (Sustainable Development Goals) definiranno a partire dal 2015 l’agenda di sviluppo globale dopo gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals – MDGs). Gli MDGs coprivano il tema della Sicurezza Alimentare attraverso l’Obiettivo 1: Sradicare la povertà estrema e la fame, e trattavano altre questioni rilevanti per l’agricoltura, lo sviluppo rurale e la sostenibilità ambientale negli obiettivi 7 e 8. Tuttavia, non riguardano nello specifico l’agricoltura. Il Gruppo di lavoro (Open Working Group) che ha fino ad ora lavorato sulle bozze dei nuovi SDGs sta per consegnare il suo rapporto finale al Segretario Generale prima della sessione della 69a Assemblea generale delle Nazioni Unite che si terrà a New York nel settembre del 2014. La relazione del OWG servirà come base per i negoziati intergovernativi che verranno lanciati nel mese di settembre. Alimenterà inoltre la relazione di sintesi del Segretario Generale, che verso la fine del 2014 dovrebbe riassumere l’intero processo che ha portato agli SDG. I negoziati continueranno poi fino al vertice del settembre 2015, dove si prevede una decisione finale sugli SDGs.
Tornando ai temi della sicurezza alimentare, dell’agricoltura sostenibile e della nutrizione, come sono stati trattati finora nel processo di definizione del SDGs?
Bisogna premettere che gli SDGs hanno una portata più ampia rispetto degli MDGs e adottano un approccio diverso. Mentre gli MDGs si applicavano solo ai paesi poveri, gli SDGs mirano ad essere universalmente applicabili; gli obiettivi saranno rilevanti per tutti i paesi, e tutti saranno tenuti a contribuire al raggiungimento degli obiettivi. Mentre gli MDGs affrontavano questioni chiave singolarmente, gli SDGs hanno lo scopo di adottare un approccio più integrato tra questioni sociali, economiche e ambientali, per garantire la sostenibilità. Gli SDGs hanno anche lo scopo di fissare obiettivi “trasformativi”, che affrontino le cause profonde della povertà e le barriere sistemiche allo sviluppo sostenibile.
Per quanto riguarda la sicurezza alimentare e l’agricoltura, vi è un consenso generale tra i governi che gli SDGs dovrebbero includere un obiettivo specifico su questi temi, ma pur d’accordo su alcuni aspetti la definizione dell’obiettivo può ancora rivelarsi difficile. Mentre gli obiettivi incentrati sull’accesso al cibo godono di un ampio sostegno, quelli legati all’equità e alla sostenibilità sono politicamente più complessi. Interessi diversi sulla produzione di biocarburanti, organismi geneticamente modificati (OGM), sussidi che distorcono il commercio e land grabbing rendono controverse le posizioni di alcuni attori al tavolo.
Insomma, nonostante il gran consenso sugli obiettivi legati alla sicurezza alimentare, sembra che si sia ancora lontani dal trovare strategie condivise per conseguirli. Diversi attori partecipanti ai working group hanno portato suggerimenti sulla così detta agricoltura “clima-smart”, sull’agricoltura di conservazione, le biotecnologie e l’agro-ecologia, ma le proposte sono rimaste più vicine al livello tecnico che a quello politico. Visioni diverse anche sulla ricerca e il trasferimento tecnologico, cosi come sugli investimenti per rendere possibile l’accesso alle tecnologie.
Ce lo spiega un recente paper del SIANI (Swedish International Agricultural Network Initiative) che ha analizzato i 18 documenti più importanti utilizzati fino ad ora nel percorso che porta agli SDGs (tra gli altri: the Open Working Group on Sustainable Development Goals, the High Level Panel of Eminent Persons on the Post-2015 Development Agenda, the UN Food and Agriculture Organization, ecc).