Con 251 voti a favore, 2 contrari e 72 astensioni, l’aula della Camera ha approvato la riforma della cooperazione allo sviluppo che torna ora, modificata, per il via libera definitivo al Senato che l’aveva già approvata una volta in prima lettura. A favore delle nuove norme sulla cooperazione si sono espressi la maggioranza del Governo Renzi (Pd-Ncd-Sc-Cd) e Forza Italia. I deputati M5S e Sel, invece, si sono astenuti. La novità principale del testo approvato a Montecitorio rispetto alla riforma approvata da palazzo Madama riguarda, in particolare, la possibilità di utilizzare la Cassa Depositi e Prestiti come banca di sviluppo che deve aiutare a promuovere iniziative di finanza per lo sviluppo. Per finanziare progetti di cooperazione la Cdp potrà far ricorso anche ai depositi postali.
Bocciati tutti gli emendamenti delle opposizioni. Diverse le modifiche proposte dal Movimento 5 Stelle che non hanno trovato una maggioranza in aula. Alcune hanno però aggregato il voto di SEL e Forza Italia come quello relativo alla cancellazione della DGCS che l’M5S vede responsabile dei fallimenti passati della Cooperazione Italiana e bolla come carrozzone inutile davanti alla creazione della nuova Agenzia.
Fallito anche il tentativo di inserire il rafforzamento delle attività di Info/Eas di concerto con il Miur nella riforma così come l’eliminazione del termine “Paesi in via di sviluppo”.
Anche SEL vede bloccati tutti gli emendamenti come quello di considerare il peace building tra le attività prioritarie della Cooperazione.
La maggioranza boccia infine la proposta della Lega Nord di inserire nel testo della legge il contrasto all’immigrazione clandestina e alla tratta degli esseri umani e il Carroccio, per protesta, abbandona l’aula al momento del voto finale.
Grande soddisfazione dai banchi del PD a partire dal vice ministro Pistelli che porta a casa il passaggio storico che il settore attendeva da oltre 10 anni. Reazioni entusiaste anche dai deputati di Scelta Civica e Ncd.
Operazione Affari
Renzi in Africa a promuovere il business di Eni. In linea con il contenuto del disegno di legge approvato alla Camera il 17 luglio, che spalanca le porte della cooperazione ai privati scordandosi dei poveri. L’appello di p. Alex contro un progetto giudicato «uno schiaffo sia alla dignità del popolo italiano che alla dignità dei tre miliardi di impoveriti nel mondo».
http://www.peacelink.it/zanotelli/a/40414.html