Per Matteo Renzi non è in discussione che Federica Mogherini diventerà Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea. Negli ultimi giorni però, come riporta il Financial Times, sta crescendo l’opposizione da parte di un gruppo di paesi dell’Est. Il blocco sarebbe guidato dalla Polonia, molto vicina agli Stati Uniti di Barack Obama e avviata ormai a diventare una potenza economica, e composto dai almeno altri 10 paesi tra cui Lituania, Estonia e Lettonia. Agli ex paesi sovietici non è piaciuta la visita della Mogherini al Cremlino, anche a nome della presidenza italiana della Ue, né sono state gradite le dichiarazioni trapelate sul via libera al gasdotto South Stream. Dichiarazioni dell’ultim’ora di Sandro Gozi vedrebbero l’Italia intenzionata a chiedere un voto in seno al Consiglio laddove non si dovesse arrivare alla nomina della Mogherini con l’usuale metodo del consenso. Ma chi potrebbe essere il nuovo ministro degli Esteri se la Mogherini dovesse farcela in Europa?
Le quotazioni darebbero in prima fila proprio il vice ministro Lapo Pistelli che intervistato da Qn non si sbilancia. “Nothing is agreed until everything is agreed, il principio “nessun accordo è possibile finché tutti non sono d`accordo” vale sempre. La questione è complessa e non la decido io, ma il premier Renzi in accordo col presidente della Repubblica Napolitano. E credo che nulla sia più difficilmente interpretabile del software renziano”. Il viceministro degli Affari Esteri con delega alla Cooperazione, riflette così sulla possibilità che sia lui a diventare il titolare della Farnesina. “Facciamo tutti il tifo per Mogherini e per l’Italia. Sarebbe una grande occasione per noi assumere la responsabilità e dare corpo alla politica estera europea”.
“Sono tendenzialmente scettico a commentare le indiscrezioni – ha continuato Pistelli -. Sappiamo che alcuni Paesi hanno nei mesi scorsi sostenuto posizioni un po’ più tese al confronto nei riguardi di Mosca sulla questione Ucraina. In particolar modo i paesi baltici hanno espresso pubblicamente delle perplessità. Noi con serenità affronteremo queste perplessità a viso aperto nel vertice di domani, ma con la convinzione che la candidatura italiana è forte, solida e merita consenso”.
Dita incrociate dunque da parte di Pistelli che ben conosce Renzi non solo perché entrambi sono di Firenze. I due sono stati anche sfidanti in occasione delle primarie vinte da Renzi prima di diventare candidato sindaco e sindaco del capoluogo fiorentino. Le cronache dei giorni precedenti al varo del governo Renzi parlano di un’offerta del premier a Pistelli per ricoprire la poltrona della Farnesina, proposta che Pistelli stesso avrebbe declinato proprio a causa del passato conflittuale tra i due politici fiorentini.
Tra gli altri nomi circolati per l’eventuale sostituzione della Mogherini alla Farnesina si parla anche di Marta Dassù, Marina Sereni, Roberta Pinotti e l’immancabile Enrico Letta.
Intanto la posizione del vice ministro Pistelli si rafforza anche dopo la due giorni fiorentina che lo ha visto guidare la riunione informale dei ministri per la Cooperazione allo Sviluppo all’interno del Semestre di presidenza italiana della UE. Le cronache della mattinata di lavori dei ministri parlano di un mandato all’Italia da parte dei 28 membri dell’Unione Europea per finalizzare la posizione dell’Ue stessa sull’Agenda di sviluppo post 2015. Oltre a questo il tentativo di Pistelli di accendere i riflettori e l’interesse europeo sull’immigrazione e su Expo 2015.
Infine l’evento promozionale sul ruolo del settore privato nella cooperazione, quello che lo stesso Pistelli aveva chiamato l’evento “pop” dell’informale sviluppo. La sala dei 500 di Palazzo vecchio trasformata in uno studio da talk show con la conduzione affidata al presentatore di BBC HardTalk Stephen Sackur. “The role of private sector in development within the framework of the post-2015”, questo il titolo dell’evento a cui hanno preso parte circa duecento persone tra delegati dell’informale e ospiti di istituzioni internazionali, settore privato e della società civile.
La cornice prestigiosa e il format innovativo hanno dato vita però a un evento che è sembrato a molti privo di contenuto, almeno quello dichiarato nel titolo. All’apertura, affidata a una video intervista dell’ex-combattivo Bono Vox, è seguita una carrellata di brevi interventi che per lo più hanno motivato il potenziale benefico del settore privato nella cooperazione per lo sviluppo. Oltre a Pistelli sono intervenuti tra gli altri il Commissario Piebalgs, la ministra svedese Engström, Jeffrey Sachs (in collegamento video), rappresentanti di Gates Foundation, GAVI alliance, Global Fund, Enel, Concord Europe, Transparency International e Oxfam.
Ho partecipato all’incontro di ieri sul settore privato e non credo di essermi portato a casa niente se non la bellezza degli affreschi della sala. Se l’obiettivo del ministro era quello di innalzare la reputation dell’Italia con i suoi ministri ospiti, ci sarà sicuramente riuscito, daltronde è amico di Bono. Mi ha stupito l’assenza di altri colleghi ministri o rappresentanti del governo e del parlamento. Forse perché c’era Renzi sull’altro canale.
Io ho trovato illuminanti gli interventi dell’ex ministra Melandri e della rappresentante di Enel
Illuminanti sono il sito e lo statuto della fondazione di cui la Melandri è presidente.