Il sasso lanciato da Riccardi nello stagno ha veramente smosso le acque della cooperazione internazionale. Acque quiete che si stanno asciugando sotto il sole della crisi e di una biodiversità a rischio. La suggestione proposta dal ministro vorrebbe che a questo stagno tornassero ad affluire acque fresche e copiose, nuovo ossigeno, nuove specie a popolare la flora e la fauna della cooperazione. Non più uno stagno quindi ma un mare di opportunità con orizzonti aperti. La suggestione piace a tutti così come lo slancio ideale e la grinta con cui Riccardi ci propone una nuova cultura della cooperazione e della solidarietà.
Per adesso bisognerà accontentarsi delle suggestioni e tenere a mente la carica che il ministro e il presidente Napolitano ci ha dato nella due giorni milanese. Di fatti, decisioni, impegni, promesse, il Forum davvero non ne ha lasciate neanche una.
Vediamo nel dettaglio cosa è venuto fuori dal Forum rispetto ai nodi cruciali che ci si aspettava di sciogliere, soprattutto quelli indicati dalle ONG nel documento unitario per il Forum.
La Governance della cooperazione
Riccardi propone di riconfermare l’esistenza di un ministero ad hoc per la cooperazione che sieda in CDM con piene deleghe. Agli esteri non la pensano così e c’è chi lavora nell’ombra perché la cooperazione rimanga sotto la guida dei diplomatici. Di questo comunque se ne parlerà eventualmente nel secondo semestre del 2013 dopo il voto.
La Riforma della legge 49
Dopo l’accelerazione c’è chi scalpita per farla approvare (Mantica), chi la porta avanti, ma senza affanni (Tonini) e chi preferirebbe farla con calma riveduta e corretta (Riccardi). I tempi sono comunque stretti, serve entro novembre l’ok del senato se no l’occasione sarebbe persa e se ne parlerebbe nella nuova legislatura. Se salta la riforma si allontana anche l’Agenzia, il Fondo Unico, il Comitato inter-istituzionale e la legittimazione del profit nella cooperazione.
Le risorse
Nessun azzardo su questo tema, il ministro Grilli promette un progressivo, graduale riallineamento agli standard europei e gli impegni presi a livello internazionale. Un forte accenno sul progressivo e graduale, come dire, non aspettatevi granché.
Il riconoscimento della specificità delle organizzazioni non governative
Il tema non è stato trattato durante il Forum, di fatto le ONG hanno avuto le stesso rilievo degli altri attori, il governo, gli enti locali, le aziende, i sindacati, le organizzazioni internazionali, ecc.
Le misure fiscali e normative per favorire le donazioni private
Anche questo tema non è stato trattato durante il Forum.
Eppure sul palco, nell’unico intervento concesso alle ONG, il rappresentante unitario Paolo Dieci ha espresso al direttore De Bortoli la grande felicità delle ONG, “E’ come aver vinto alla lotteria, siamo felici e soddisfatti da questo Forum”.
Diversi i toni fuori dalla sala dello Strehler, non proprio quelli da vincitori della lotteria.
Gianfranco Cattai, presidente AOI: “Dal punto di vista dei segnali economici ci aspettavamo di più”, “Anche sulla riforma della legge non è stato detto nulla che già non si sapesse”, “l’intervento di Scaroni è stato una grande delusione perché non ha coniugato l’idea di cooperazione espressa in questi giorni al Forum, parlando solo del ruolo dell’Eni in Africa”
Claudio Ceravolo, Presidente COOPI: “Abbiamo parlato di miserie e splendori della cooperazione italiana, ma non dimentichiamo che al mondo che cambia velocemente bisogna saper dare delle risposte. Per questo, al Forum della Cooperazione, avremmo dovuto dirci non come avrebbe dovuto essere la cooperazione di ieri, se l’Italia non fosse stata inadempiente, ma come dovrebbe essere la cooperazione di domani”.
Marco Griffini, Presidente AiBi: “La sfida del ministro Riccardi: fare ancora più cooperazione, ma senza soldi…E così il Forum diventa una “barzelletta”, una “grande delusione” per chi, come le organizzazioni non governative presenti, si aspettava credibili e articolate indicazioni di programma da parte del responsabile della Cooperazione italiana Andrea Riccardi e da parte del Governo”.
Infine lo stesso comunicatodi AOI, Cini e Link 2007 emesso dopo la conclusione del Forum: “E’ possibile e necessario dare attuazione alle disposizioni incluse nel Documento di economia e finanza, nel quale il governo si impegna a riallineare le risorse per l’aiuto allo sviluppo agli standard internazionali. In questo senso, ci allarma il riferimento del presidente Monti alle condizioni di bilancio”
A dire il vero, la sensazione per ora è quella di aver comprato un grattaevinci e aver trovato scritto “RITENTA SAI PIU’ FORTUNATO!”
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Una delusione cocente. Quale è stato il ruolo attribuito alle Ong in questo Forum? Qual'é stato il ruolo che le Ong hanno attribuito a se stesse in questo Forum? Nessuno. Le premesse del resto non erano certo incoraggianti già dall'incontro del 20 a Roma si era percepito il totale appiattimento del dibattito. Ancora una volta non abbiamo saputo fare fronte comune e alzare la voce, fare proposte realmente incisive e richieste specifiche. Siamo stati ospiti a casa nostra. Concordo con quanto detto da Mario Giro nell'incontro del 20: non sappiamo fare fronte comune, far valere la nostra rappresentatività. La lobby dei tassisti è paradossalmente meno numerosa ma sa difendere meglio i proprio interessi. Riflettiamo…
Non ero presente al Forum, quanto meno bizzarro dal momento che tra i main sponsor figuravano Eni e Finmeccanica.
Mi sembra che a livello dei contenuti ( da quello che mi è stato raccontato), sia stato mediocre, forse come diceva Marialuisa, le Ong non hanno capacità di fare voce comune, dividendosi in 12mila sigle, prendendo il peggio di questa Italia.
Due episodi…uno su quanto contino le Ong e uno sul Forum…
il primo…ero nella sede di una Ong ( per correttezza non dico quale)…arriva telefonata dal Ministero…che dice…abbiamo in liquidazione un vostro progetto Eas del 2001…21 mila euro…ci han messo solo 12 anni ad essere liquidati…ma stiamo scherzando?
Il secondo è un commento di una amica…che ieri mi dice…secondo me al forum eran tutti per Gepi Cucciari e per la Urru…praticamente era un evento di sostegno e promozione alla Sardegna…meditiamo…
Il rischio che il forum sia una vetrina delle buone intenzioni c'è tutto, ma bisogna dire che un'anno fa solo il pensare un forum di questo genere era impossibile. La cooperazione era scomparsa dagli schermi radar. Insieme a questo il forum ha ricordato a tutti che la cooperazione non è solo aiuto PUBBLICO allo sviluppo, ma un azione corale ( di un coro non sempre intonato) di un paese intero. Di questo per esempio la cosiddetta nuova legge se ne dimentica alla grande.
Non resta poi molto del forum. Due scivoloni enormi negli inviti: Scaroni (ENI) e il presidente del Burkina Faso che non ha nulla da invidiare ai despoti disarcionati dalle primavere Arabe, con buona pace del corretto coinvolgimento dei privati nella cooperazione e dell'attività fondamentale della cooperazione nella difesa dei diritti umani.
Infine le ambiguità ancora una volta trascurate: la cooperazione è prima di tutto partenariato o sostanzialmente rimane distribuzione di aiuti? Il governo centrale deve sostenere le attività promosse dai territori o limitarsi a finanziare quelli che seguono gli indirizzi governativi? La cooperazione dei territori e delle Ong come deve essere coinvolta nella programmazione della Cooperazione dell'Italia?
Condivido molte osservazioni dei commenti precedenti, ma non quelli che legano la ripresa della cooperazione solo all'aumento delle risorse. Riprendiamo a fare cooperazione (cioè a stringere partenariati) poi troveremo i soldi per sostenerla. Solo se si riduce la cooperazione all'aiuto unilaterale si lega tutto alla quantità di soldi disponibili subito.
Giancarlo Malavolti
Faccio il cooperante da otto anni e ho salutato il Forum come una grande opportunità di rinnovamento della cooperazione. Sono andato al Forum con due colleghe, tutti e tre con grandi aspettative e con qualche perplessità; ne siamo tornati con grandi perplessità e poche aspettative.
Cosa c’entra l’ENI con la cooperazione? E perché accanto al Ministro Riccardi siede Blaise Compaoré? E perché si insiste tanto sui fondi per la cooperazione allo sviluppo che potrebbero derivare dalla tassa di scopo sul commercio di armi?
E’ questa la cooperazione che le istituzioni italiane vogliono? Ma la vorranno anche le ONG? Di certo non quella che vorremmo molti di noi cooperanti. L’idea di progetti fatti accanto ai campi petroliferi per mettere cerotti sulle ferite lasciate dall’ENI, personalmente mi deprime e mi scoraggia. Così come il pensiero che i fondi che sto gestendo possano essere frutto diretto del commercio di armi.
Faccio il cooperante anche perché credo che la cooperazione possa essere strumento di pace e di giustizia e il veicolo di una nuova idea di mondo. Un mondo dove la ricchezza sia distribuita equamente, la produzione nei paesi del sud del mondo meno disumana, le opportunità più eque per tutti, la diversità culturale una ricchezza piuttosto che una minaccia.
Invece mi ritrovo a dover constatare che il vento della cooperazione è girato, si, ma ora soffia senza vergogna tra i pozzi di petrolio e le baionette.
Muovi l’Italia, cambia il mondo? Accidenti, forse avevo capito male io il senso delle parole “cooperazione internazionale”. Del resto faccio il cooperante…
Ma quanti ce n’erano di cooperanti al Forum? Non eravamo proprio pochi, ma di fatto sul palco ne è salita solo una, Rossella Urru. A lei va, peraltro, va la mia ammirazione per il suo coraggio e l’assoluta riconoscenza per essere stata l’unica che abbia ricordato che la cooperazione la facciamo anche noi.
Per il resto sembrerebbe che da noi non sia richiesto nessun apporto al disegno della nuova cooperazione che il Forum vuole lanciare.
Allora vale la pena di ricordare che chi fa andare i progetti anche senza soldi, chi ci mette la faccia (ma anche la testa e il cuore), chi si fa carico delle responsabilità immediate degli interventi, sono i cooperanti. Chi sta in terreno e da feedback alle sedi e permette di aggiustare il tiro per gli interventi successivi, sono sempre i cooperanti.
Chi vede coi propri occhi quando la cooperazione non funziona, quando gli interventi sono inadeguati, quando le ragioni della politica e dell’amministrazione paralizzano il lavoro, ancora i cooperanti.
Per fortuna, sono di nuovo i cooperanti quelli che vedono i progetti che funzionano, le frontiere che si aprono, le disparità e le ingiustizie che a volte vacillano.
Ma non basta; dovremmo anche poter essere riconosciuti e portare avanti la nostra visione in quest’occasione. Siamo, certo, l’ultimo anello della catena, ma la nostra professionalità, capacità, esperienza, pazienza, dedicazione, a volte creatività e capacità d’inventare soluzioni ed essere simpatici, come ha detto il Ministro Riccardi, sono comunque indispensabili a far stare in piedi la baracca.
Stefano Levantesi
Caro Stefano, ti ringrazio per il tuo intervento e devo dire che raccolgo con grande interesse la questione legata alla “voce” dei cooperanti. Ti dirò che uno dei motivi perché esiste BandiONG è anche per dare voce a queste risorse. Tieni conto che il blog è visitato quotidianamente da circa 200 visitatori dall’estero che sono per lo più cooperanti nei paesi di Africa, Asia e America Latina.
Credo che il problema non sia tanto la voce dei cooperanti al Forum, che comunque c’è stata davvero poco, ma la loro voce dentro le organizzazioni per cui operano. Mi sembra che siano tenuti in un mondo a parte…quello dei progetti sul campo appunto. Quando poi si parla di scelte politiche delle organizzazioni, di strategie d’intervento, di policy allora sento spesso mancare questo contributo. Eppure siete tanti e nella maggior parte dei casi motivati e capaci di visione, così come dimostra il tuo intervento.
Spero che altri come te abbiano voglia di raccontarci cosa ne pensano della cooperazione qui sulle pagine di BandiONG, per una volta si può togliere un po’ di tempo alla scrittura di un report di progetto o di un rendiconto da mandare in sede! Saluti e grazie Elias
Elias, grazie per la tua risposta.
In effetti la vera questione delicata è quella che indichi tu: forse avrebbero dovuto essere proprio le ONG a desiderare/richiedere/pretendere la partecipazione dei cooperanti al Forum. Purtroppo molte di loro – non tutte – mantengono i cooperanti in un mondo a parte, lontano delle scelte politiche e strategiche. Peccato, perché dal terreno vengono sempre idee e punti di vista da prendere in considerazione.
Al di la dall’essere d’accordo o meno con la “nuova cooperazione” che il Forum ci ha proposto – personalmente non credo che qualcosa di buono ci sia – mi pare che si siano aperti moltissimi fronti di riflessione.
Approfittiamone!
stefano levantesi
…chiedo scusa, errore di battitura: in realtà credo che si, qualcosa di buono ci sia nelle proposte del Forum.
stefano levantesi
Io ho seguito il Forum in streaming, e personalmente non ho avuto quest'impressione negativa. Che ci fossero pochi soldi, si sapeva da prima, ahinoi. Ma mi sembra fondamentale rilanciare il senso di quello che facciamo e dargli un riconoscimento pubblico, in questo senso la scelta di Riccardi è stato un primo passo fondamentale. Poi speriamo di procedere per il meglio, che sia l'inizio di un impegno governativo a lungo termine, anche con i futuri governi. Quantomeno, un anno fa – ma anche 10 anni fa – un evento così sarebbe stato non solo impensabile, ma probabilmente avversato. Credo ci sia una nuova cultura da far passare, e cambiare la mentalità -soprattutto della burocrazia – avviene sempre lentamente. Se poi mi chiedete se possiamo permetterci di aspettare, allora magari è un discorso diverso, ma ho idea che lì entri in gioco il “di più” che può metterci ognuno di noi.