Dai dati di trasparenza delle ONG/OSC italiane, recentemente pubblicati dal portale Open Cooperazione, emerge che nel 2022 il settore della Cooperazione internazionale e dell’aiuto umanitario ha impiegato quasi 28.000 persone.
Nello specifico le risorse umane impiegate nel settore in Italia e all’estero sono 27.694 (55% uomini e 45% donne), 16% in più rispetto a cinque anni fa. 4.295 operatori sono impiegati in Italia (35% uomini e 65% donne) e 23.399 all’estero (59% uomini e 41% donne), 3014 sono gli italiani espatriati, i cosiddetti cooperanti, in aumento del 22% rispetto all’anno precedente.
Il trend in aumento è confermato anche da un altro indicatore significativo registrato da Info Cooperazione. Sono infatti in continuo aumento numerico le posizioni rese disponibili dalle organizzazioni, le cosiddette vacancy che ormai da oltre 10 anni rendiamo disponibili nella sezione dedicata di questo sito che è diventata un punto di riferimento di chi offre e cerca lavoro nel settore della cooperazione.
Nell’anno appena concluso sono state pubblicate più di 1700 offerte di lavoro (+10% rispetto all’anno precedente) da 175 diverse organizzazioni che hanno ricercato i migliori candidati per ricoprire posizioni lavorative in ben 75 paesi del mondo, il 70% si riferivano a profili espatriati (67% nel 2022) e il 30% a profili che operassero in Italia. Di seguito il quadro completo dei profili richiesti con un raffronto con le analisi fatte precedentemente da Info Cooperazione sui dati del 2018, 2020 e 2022:
Un’analisi ulteriore delle vacancy pubblicate da Info Cooperazione nel 2023 ci permette anche di capire quali siano i profili più richiesti del settore. Il 29,53% degli annunci ricercava figure di Project/Programme management, il 17% si riferiva a figure amministrative in Italia e all’estero e il 7,59% riguardava la figura del Rappresentante paese/Capo missione. Tra i profili innovativi da notare la crescita delle figure dedicate alla gestione dei dati e dei sistemi informativi e la ricerca di mediatori culturali e linguistici.
Il trend pluriennale conferma una costante flessione delle ricerche di Project manager/coordinator. Il calo più vistoso registrato nel 2023 potrebbe essere legato alla diminuzione dei progetti finanziati dalla Cooperazione italiana (Aics/Maeci), a questo motivo potrebbe essere legata anche la diminuzione di profili amministrativi spesso dedicati alla gestione finanziaria e rendicontazione dei progetti co-finanziati da donatori istituzionali.
In crescita invece l’offerta di Stage, Tirocini e Internship retribuiti che spesso sono legati a Master e corsi dedicati che sempre più frequentemente vengono organizzati dal mondo accademico e da enti di formazione specializzati.
I dati confermano la forte richiesta di figure esperte nel settore umanitario. Aumenta il recruitment di profili dedicati alla gestione di operazioni di emergenza, oltre a quelli dedicati alla logistica. In aumento la pubblicazione di vacancy per la ricerca di operatori dedicati al procurement, alla sicurezza e alle operazioni di prima assistenza, accoglienza e distribuzione di beni. Questo conferma la capacità delle organizzazioni di intervenire negli scenari di conflitto, come nel caso delle guerre in Ucraina e a Gaza e nei cosiddetti conflitti dimenticati (Siria, Burkina Faso, Yemen, Sudan).
Un elemento preoccupante è relativo alla difficoltà di trovare candidati adeguati per un numero significativo di posizioni. I dati evidenziano che quasi il 30% delle vacancy delle organizzazioni sono state pubblicate più volte con estensione della data di scadenza.
“Il nostro settore – spiega Chiara Savelli, responsabile HR di AVSI – è colpito come tutti gli altri settori professionali da una forma di talent shortage. Secondo HR Innovation Practice del Politecnico di Milano, 3 organizzazioni su 4 non riescono a trovare i profili ricercati. La sfida oggi è ricordare che non sono le organizzazioni a selezionare i candidati, ma sono i canditati a selezionare le organizzazioni, anche nel nostro settore. E cosa cercano i candidati? Un’organizzazione dinamica e flessibile, con una forte identità e con una mission alta, dove poter crescere professionalmente e vedere concretamente l’impatto delle proprie azioni. Le persone cercano un ambiente di lavoro positivo e una cultura di fiducia e trasparenza; c’è una forte attenzione al benessere dei collaboratori, a stipendi in linea con il mercato attuale e a benefit adeguati. La professionalizzazione del settore è una buona notizia per migliorare la qualità dei servizi che offriamo, ma va sostenuta con scelte organizzative strategiche di cura e accompagnamento delle persone che raggiungono con il loro lavoro i nostri beneficiari”.
Una novità che emerge dai dati analizzati è il crescente utilizzo da parte delle organizzazioni della selezione attraverso “roster”, quegli elenchi o liste di candidati preselezionati che sono stati valutati e considerati idonei per opportunità di lavoro future in un’organizzazione su diverse tipologie di figure professionali. Nel 2023 quindici organizzazioni hanno aperto roster soprattutto per il reclutamento di profili specializzati nei contesti di emergenza e nell’attività di progettazione.
A confermarlo è anche la Direttrice Generale di WeWorld, Dina Taddia. “Per una organizzazione come la nostra, che lavora sempre più in contesti di emergenza e aree di conflitto dove c’è un turnover maggiore di cooperanti, le sfide principali sono la rapidità di intervento, mantenendo alto l’impatto del nostro lavoro. Per questo, per dare continuità al lavoro sul campo garantendo continuità d’intervento, massima trasparenza e accountability, abbiamo da un lato ampliato nelle regioni lo staff di supporto come amministrazione, finance e logistica e dall’altro abbiamo costruito un roster di professionisti da aggiornare a supporto, ove necessario, dei coordinamenti loco e per dare immediata risposta in nuove emergenze”.
Altri dati interessanti emergono dalla geo-localizzazione dei profili ricercati dalle organizzazioni, le tabelle di seguito mostrano i paesi più interessati dagli annunci di lavoro pubblicati su Info Cooperazione e le organizzazioni italiane che hanno pubblicato più vacancy durante l’anno appena passato.
La tendenza degli ultimi cinque anni conferma anche la crescita dei profili ricercati in Italia, che aumentano nel numero assoluto anche nel 2023. Dall’esame dei paesi esteri, oltre alle ricerche di profili che operino nei contesti di crisi, crescono anche quelle in alcuni paesi tradizionalmente forti per la cooperazione italiana: Mozambico, Senegal e Burkina Faso.
Diciamo invece che il settore delle risorse umane lascia piuttosto a desiderare. basta guardare gli avvisi per lo spesso profilo che molte organizzazioni pubblicano a distanza di poco tempo ad indicare la non sempre felice scelta dei candidati. Questo soprattutto perchè la scelta ricade spesso su soggetti con specifici titoli di studio ma scarsa esperienza professionale e soprattutto umana, specialmente per i profili di coordinatore di programma/progetto che richiedono abilità nella gestione delle risorse umane e nella organizzazione di lavoro. Sono invece molto spesso lasciati fuori dalle selezioni soggetti con esperienza più che decennale in gestione di progetti di cooperazione con importanti organizzazioni che potrebbero invece dare importanti e decisivi apporti alle attività progettuali con risultati concretamente valutabili e soprattutto sostenibili, cosa che non avviene sempre ( nonostante le buone dei programmi che sono però quasi sempre autovalutazioni ).