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NEWS – Gli europei e lo sviluppo, ecco i dati presentati agli EuDevDays 2012

E’ importante aiutare i paesi più poveri? (molto, abbastanza, poco, per niente

L’85% dei cittadini europei ritiene che l’Europa debba continuare ad aiutare i paesi in via di sviluppo, nonostante la crisi economica.

I risultati sono stati annunciati oggi dal commissario europeo per lo sviluppo Andris Piebalgs alle Giornate Europee dello Sviluppo (eudevdays 2012). La nuova indagine di Eurobarometro sullo sviluppo mostra che il 61% degli europei è a favore di un aumento degli aiuti contro la povertà. Allo stesso tempo, il 55% degli europei ritiene che i paesi emergenti in rapida crescita non dovrebbero più ricevere aiuti. La maggior parte degli intervistati (61%) ritiene che gli aiuti dovrebbero concentrarsi sui paesi fragili che hanno subito conflitti o calamità naturali. Gli Europei vedono un ruolo positivo per il business privato nei paesi in via di sviluppo, in particolare nella creazione di posti di lavoro (57%).  
L’81% si aspetta però che le società straniere soddisfino standard morali ed etici quando investono. Una maggioranza del 53% vede la corruzione come il principale ostacolo che blocca lo sviluppo nei paesi poveri. Tuttavia, solo il 44% sarebbe disposto a spendere più soldi per comprare i prodotti che supportano lo sviluppo (quelli del commercio equo e solidale).

 

La sfida del Commissario Piebalgs 
Il commissario europeo per lo sviluppo Andris Piebalgs ha commentato: “Sono incoraggiato dal vedere che per la maggior parte degli europei la solidarietà resta un valore profondamente radicato, anche se la loro situazione economica può essere difficile. L’UE è in procinto di decidere il bilancio dei prossimi sette anni e gli europei stanno inviando un chiaro messaggio ai loro governi – il risparmio non deve essere fatto a spese dei più poveri del pianeta, ma esigono garanzie che gli aiuti ai più poveri forniscano risultati visibili. Ciò è in linea con la mia piena volontà di concentrare gli aiuti verso i paesi più in difficoltà e di mettere una crescita inclusiva e dei diritti umani al centro della politica di sviluppo”. 
E’ questa la sfida del Commissario agli eudevdays, convincere gli stati membri ad aumentare del 20% il budget degli aiuti europeinella programmazione 2014-2020. Si tratta di convincere i governi europei a canalizzare più fondi attraverso EuropeAid penalizzando la cooperazione nazionale.
La “solidarietà che abbraccia il globo – gli europei e lo sviluppo” la ricerca di Eurobarometro è stata presentata alle Giornate europee dello sviluppo a Bruxelles (16-17 ottobre). Questo evento ha riunito capi di Stato e di governo africani con le istituzioni comunitarie, i ministri dell’UE, i rappresentanti delle istituzioni delle Nazioni Unite, la società civile, il mondo accademico e il settore privato. Le discussioni si sono concentrate sull’agricoltura, la sicurezza alimentare, la protezione sociale e la disuguaglianza e sul controverso ruolo del settore privato nello sviluppo.

Principali tendenze nella UE
La crisi economica non incide pesantemente sulla solidarietà con i poveri. In Spagna il livello di sostegno per aiutare i poveri non è cambiato rispetto allo scorso anno (88%), in Grecia e in Italia il calo è stato minimo (-2 punti percentuali), mentre in Irlanda il sostegno è aumentato di 3 punti percentuali, raggiungendo il 88%. Solo in Portogallo (-10 punti) il calo è notevole.
L’impegno personale degli europei diminuisce. Solo il 44% è disposto a pagare di più per prodotti (ad esempio quelli del commercio equo e solidale 3 punti in meno rispetto al 2011).
L’aumento dei fondi per l’aiuto allo sviluppo ha più sostenitori in Europa nord-occidentale e meno nel Sud-Est Europa.
In Svezia, Danimarca e Austria la maggior parte delle persone sono a favore della crescita allo 0,7% del Pil o al di là (80%, 76% e 74% rispettivamente). I paesi con la più grande quantità di persone che vorrebbero ridurre gli aiuti sono: Bulgaria (38%), Slovenia (32%) e Grecia (30%).  

Il ruolo del profit
La maggior parte delle persone vedono il ruolo principale del settore privato nello sviluppo in termini di creazione di posti di lavoro (57%) di promozione della crescita economica (42%) o di scambio e sviluppo tecnologico (29%).

L’81% degli intervistati concordano sul fatto che le imprese private abbiano la responsabilità etico-sociale quando investono nei paesi in via di sviluppo.
L’87% pensa che donatori come la UE dovrebbe garantire che le società private soddisfino gli standard sociali ed etici nei loro investimenti esteri.

Questo rapporto di Eurobarometro è stato condotto da TNS Opinion & Social tra il 2 giugno e il 17 giugno 2012. Sono stati intervistati 26.622 europei, di cui 1026 italiani.

Scarica il rapporto completo


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