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Nella manovra spunta il Fondo per la cooperazione orizzontale per l’Africa, saranno i consumatori a selezionare i progetti

È stata resa nota ieri la bozza della legge di bilancio 2024 approvata dal Consiglio dei Ministri il 16 ottobre 2023. La bozza di manovra, all’articolo 69, istituisce il “Fondo italiano per la cooperazione orizzontale per l’Africa”, che dovrebbe essere il cuore del Piano Mattei. La dotazione economica appare al momento abbastanza limitata, rispetto alle ambizioni che fino ad oggi erano state esternate nelle diverse occasioni pubbliche. Nella manovra infatti vengono stanziati 200 milioni “per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026”. In totale, 600 milioni di euro per tutta l’Africa.

Arriva conferma che le risorse per finanziare i progetti nel continente africano saranno dirottati al Fondo Africa dal “Fondo italiano per il clima”, creato nel 2021.

Dal Comma 1 del testo si scopre che la priorità di finanziamento verrà assicurata a progetti nel settore agricolo e solare fotovoltaico. Parole chiave che ci consentono di capire meglio come si sta muovendo il governo sul piano Mattei. Non è un caso infatti che proprio di tecnologie nel settore agri-solare si sia parlato la settimana scorsa a Tunisi durante la Missione Italiana sulla sicurezza alimentare in Tunisia con la partecipazione dei Ministri degli Affari Esteri Antonio Tajani, dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida e del Ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone. Ai numerosi incontri organizzati dalla delegazione italiana con le controparti pubbliche e private tunisine hanno partecipato anche Coldiretti e Filiera Italia in rappresentanza delle imprese del settore.

“Noi in Africa, e in particolare in Tunisia, oggi ci approcciamo con metodo diverso, quello di offrire le nostre tecnologie e le nostre produzioni perché possano avere un valore aggiunto dalla qualità dei prodotti che gli permetta di crescere”, così ha dichiarato il ministro Lollobrigida alla stampa locale. “Questa è la sfida legata al piano Mattei, far crescere le economie dei Paesi in via di sviluppo perché nessuno sia più costretto a fuggire dalle proprie terre” – ha chiosato il ministro. L’Italia potrebbe trasferire e vendere tecnologie di precision farming, smart irrigation, digitalizzazione finalizzato a produrre di più ma con minori risorse.

“Comma 1. A decorrere dal 2024 è istituito presso lo stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, per il successivo trasferimento al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri, con una dotazione iniziale pari a 200 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026, il «Fondo italiano per la cooperazione orizzontale per l’Africa», diretto alla concessione di finanziamenti, per la realizzazione di interventi di cooperazione per lo sviluppo nell’ambito dei Paesi africani, assicurando priorità̀ ai progetti nel settore agricolo e solare fotovoltaico individuati secondo quanto previsto dal comma 3. I rimborsi dei finanziamenti di cui al presente comma, ivi incluse le eventuali quote interessi, affluiscono al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri, per essere destinati ad integrare le disponibilità̀ del fondo di cui al presente comma.
Comma 2. La dotazione del Fondo di cui al comma 1 può̀ essere incrementata dall’apporto finanziario di soggetti pubblici o privati, nazionali o internazionali.”

Più criptico è invece il comma 3 dove si indicano le modalità con le quali saranno selezionati i progetti da finanziare con le risorse del Fondo.

“Comma 3. Il Fondo concorre al finanziamento di iniziative coerenti con le finalità̀ e i principi ispiratori della legge 11 agosto 2014, n. 125 (Disciplina generale sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo) e con gli indirizzi della politica estera dell’Italia, a favore di Paesi destinatari di aiuto pubblico allo sviluppo individuati dal Comitato di aiuto allo sviluppo dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE-DAC). La selezione dei progetti oggetto di finanziamento da parte del Fondo è operata sulla base delle preferenze espresse dalle persone fisiche che, fuori dall’esercizio di attività̀ di impresa, arte o professione, effettuano acquisti in Italia di beni o servizi presso esercenti attività̀ commerciali.”

La scelta dei progetti sarebbe affidata ai cittadini sulla base delle loro preferenze di acquisto di beni o servizi. Una dinamica che sembra richiamare in qualche modo il progetto di de-tax per l’Africa che Giulio Tremonti aveva più volte proposto già a partire dal 2009. Ai tempi il Ministro dell’Economia Tremonti aveva proposto di destinare una parte del gettito IVA (addirittura a livello europeo) a fondi di aiuto per l’Africa da destinare direttamente a Onlus ed enti del Terzo Settore impegnate in progetti di cooperazione. In pratica i consumatori acquistando determinati beni collegati a iniziative di solidarietà avrebbero potuto destinare una parte dell’IVA (alla quale il governo avrebbe rinunciato) a un fondo speciale per finanziare progetti in Africa. Le aziende coinvolte avrebbero poi potuto aggiungere un loro contributo per ampliare ulteriormente le risorse disponibili. Il governo avrebbe semplicemente fatto da tramite e da garante della destinazione delle risorse.

Ma leggendo letteralmente il testo del comma 3 sembrerebbe che questa dinamica di scelta da parte dei consumatori non sia finalizzata alla ricerca di risorse finanziarie per alimentare il Fondo (come nel progetto Tremonti) ma piuttosto alla selezione dei progetti da finanziare, una sorta di votazione basata sull’acquisto di beni o servizi. Come questo possa essere messo in pratica è alquanto difficile da ipotizzare basandosi sul testo a disposizione.

Il comma 4 infatti prescrive l’adozione, entro un mese, di un regolamento che definirà le modalità di funzionamento del Fondo la cui gestione sarà attribuita direttamente alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Saranno inoltre definite le modalità di accreditamento dei soggetti che potranno presentare i progetti e le modalità di accertamento delle preferenze dei consumatori.

“Comma 4. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri da adottare entro trenta giorni dall’entrata in vigore del presente articolo, sono definite:
a) le modalità̀ di funzionamento del Fondo;
b) le modalità̀ di accreditamento dei soggetti idonei a presentare i progetti di cui al presente articolo, di accertamento delle preferenze espresse dalle persone fisiche di cui al comma 3, nonché́ le modalità̀ di valutazione dei progetti medesimi ai fini dell’ammissione alla selezione e i criteri di riparto delle somme del Fondo di cui al comma 1. La gestione del Fondo è attribuita alla Presidenza del Consiglio dei ministri.
Comma 5. Agli oneri derivanti dal comma 1 pari a 200 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026, si provvede mediante corrispondente riduzione dell’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 1, comma 488, della legge 30 dicembre 2021, n. 234.”

Già nella serata di ieri lo stesso Ministro Giorgetti ha ribadito che si tratta di bozze non definitive che potrebbero vedere ulteriori modifiche prima di approdare in Parlamento.


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