Le ICT possono svolgere un ruolo determinante nel facilitare il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile fissati dalle Nazioni Unite? Quali tecnologie digitali sono più efficienti? Quali sono le principali sfide da affrontare? La ricerca “The Role of ICT in Achieving SDGs in Countries with Low Digital Infrastructure”, realizzata dall’Università degli Studi di Torino in collaborazione con ImpactSkills e sostenuta dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, è nata per cercare una risposta il più possibile esaustiva a queste domande.
Il report nasce dalle risposte fornite da un campione di ONG italiane a un questionario strutturato per indagare il ruolo delle ICT nei progetti di sviluppo, al fine di raggiungere gli SDGs. Ma anche da dati qualitativi raccolti attraverso interviste, da un’approfondita revisione della letteratura esistente e attraverso un processo di scouting tra esperti del settore, nonché la consultazione di una vasta gamma di documenti accademici e non, al fine di ottenere una comprensione approfondita del contesto e delle sfide legate all’implementazione delle ICT per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
Dalla ricerca emerge che le ICT risultano un abilitatore fondamentale per il raggiungimento degli SDGs, offrendo soluzioni scalabili per sfide sistemiche, come la riduzione della povertà, l’istruzione di qualità e l’assistenza sanitaria. Lo confermano diversi esempi che vengono illustrati nel report: uno su tutti il caso di Solar Sister, che impatta su tre obiettivi di sviluppo sostenibile: SDG 5 (uguaglianza di genere) e SDG 10 (riduzione delle diseguaglianze) SDG 13 (combattere il cambiamento climatico). L’impresa sociale mira ad emancipare le donne offrendo loro l’opportunità di gestire la distribuzione nell’ultimo miglio di prodotti energetici puliti quali pannelli solari. Il progetto, nato in Uganda nel 2010, è stato replicato in Nigeria nel 2012 e in Tanzania nel 2013.
Tuttavia, l’efficacia delle ICT4SDG è subordinata a molteplici fattori quali infrastrutture disponibili (e conseguente digital divide), governance e accettazione da parte della società. Le preoccupazioni etiche, in particolare quelle relative alla privacy e all’utilizzo dei dati, complicano ulteriormente il panorama. Inoltre, viene registrata una continua tensione tra investimenti in soluzioni tecnologiche e servizi di base, che solleva questioni sull’allocazione delle risorse e sulle priorità.
Attualmente è in atto una nuova rivoluzione digitale, stiamo entrando nell’era del Web 3.0, con nuove tecnologie, come AI, blockchain, realtà virtuale, droni e tecnologia di infrastruttura edge. Le promesse di queste nuove tecnologie sono alte, ma non esiste ancora un progetto empiricamente provato, a lungo termine e sostenibile, che abbia prodotto risultati dimostrabili in relazione al loro impiego per lo sviluppo sostenibile. E come accade in tutte le fasi di sperimentazione, questo si porta dietro grandi opportunità, ma anche grande incertezza.
Le ONG italiane dimostrano di avere una percezione positiva sul ruolo delle ICT nei processi di sviluppo, ne valutano l’impatto come “sostanziale” nel 42,3% dei casi e come “moderato” secondo il 38,5%, tuttavia risultano farne un uso ancora relativamente modesto. Il 96,2% delle ONG fa uso di Information and Communication Technologies, ma gli strumenti più utilizzati sono i social media (96%) a cui seguono le app mobili (40%). Solo il 32% fa uso di strumenti di visualizzazione dei dati e nessuno degli intervistati fa uso di tecnologie emergenti (ad esempio, blockchain, machine learning). Un altro elemento critico è rappresentato dalla carenza di strategie (80,8% dichiara di non avere una strategia ICT) e di personale ICT dedicato (il 57,7% ne è privo). E il 73,1% degli intervistati non conosce i Principi per lo sviluppo digitale, elemento che indica la necessità di una maggiore consapevolezza ed educazione.
Facendo tesoro di quanto emerso dalla ricerca, tra le raccomandazioni si propone una roadmap che abbraccia ricerca, rafforzamento delle competenze, collaborazione, innovazione e cooperazione internazionale.
Sarebbe importante attuare iniziative transdisciplinari a lungo termine, avviando collaborazioni con istituzioni accademiche per produrre approfondimenti basati sui dati e sviluppando ricerche esplorative su tecnologie emergenti, quali blockchain, Intelligenza Artificiale e apprendimento automatico.
Infine, sarebbe utile adottare un “quadro di valutazione per i progetti ICT4D”, per classificare i progetti in base al loro impatto, in modo da adottare un linguaggio comune nella valutazione dei risultati delle iniziative ICT4D.