A distanza di cinque anni dalla costituzione di AICS, il Direttore Luca Maestripieri ha impiegato il suo intervento al Consiglio Nazionale per la Cooperazione allo Sviluppo – riunitosi il 17 giugno scorso, dopo quasi un anno dall’ultimo appuntamento – per tracciare un resoconto dell’arco evolutivo sinora compiuto dall’Agenzia e prospettarne le fasi di prossimo sviluppo, istituzionale e programmatico.
Maestripieri ha illustrato gli stanziamenti che AICS negli ultimi cinque anni ha dedicato nel rafforzamento della complementarietà di azione con le OSC; finanziamenti “molto rilevanti, incomparabili con i volumi di anni precedenti al 2016 e superiori alla percentuale del 10%…che il vigente Documento triennale ha assunto quale target da destinare alle partnership con la società civile”. Raffrontando i dati pubblicati da AICS – attraverso la piattaforma openaid – e dall’OCSE, in merito all’utilizzo complessivo dell’APS italiano, emerge effettivamente una crescita concreta dei progetti finanziati agli attori della società civile a cui si accennava prima, per un totale di oltre 600 milioni di euro negli ultimi cinque anni, negli ultimi mesi oltre cento assegnati attraverso l’ultimo bando “promossi” e il “Fondo Covid-19”. Come rilevato in sede OCSE, tale impegno risulta particolarmente significativo sia in termini assoluti che percentuali, anche se rapportato a Paesi, come la Francia, che tradizionalmente si posizionano ben più in alto dell’Italia nel rapporto tra APS e RNL.
Assieme al sostegno alla società civile, Maestripieri ha ricordato il percorso che ha portato AICS a intessere solide relazioni con il multiforme mosaico istituzionale che compone la cooperazione italiana, da Cassa Depositi e Prestiti, alla DGCS, a ICE e al Ministero della Transizione Ecologica, evidenziando la funzione di raccordo che l’Agenzia svolge nel conciliare le istanze della società civile con la sfera istituzionale. Altrettanto imprescindibile, nelle parole del Direttore, l’intensificazione dei rapporti con quegli attori di cooperazione, esterni al sistema italiano, che per AICS costituiscono interlocutori preferenziali – in primis l’OCSE e l’Unione Europea.
Alcuni degli elementi che nitidamente appaiono qualificare l’azione futura di AICS, in parte già inclusi in processi di recente avvio, sono stati illustrati con maggiore dettaglio; entro ottobre di quest’anno, AICS e DGCS saranno chiamate ad avviare il procedimento per la stipula congiunta della Convenzione 2022-2024 che regola le modalità di collaborazione tra le due istituzioni e definisce gli obiettivi che l’Agenzia è chiamata a conseguire. In virtù dell’autonomia organizzativa e gestionale di cui gode AICS, sono state intraprese azioni importanti anche a parziale risoluzione delle criticità di cui l’Agenzia soffre sin dalla sua costituzione, anzitutto sede e organico sottodimensionati rispetto ai compiti conferiteli. anche a fronte di un ridimensionamento dell’APS italiano negli ultimi anni. Nell’ottica di una maggiore strutturazione dell’Agenzia, Maestripieri ha anche manifestato la volontà di conferire una presenza stabile di AICS in consessi europei di primo piano, quali Parigi e Bruxelles, in considerazione del crescente impegno finanziario su quel fronte (testimoniato dagli oltre 200 milioni di euro gestiti da AICS come cooperazione delegata) e della necessità di incidere maggiormente nella definizione delle politiche globali di cooperazione.
Il direttore ha esposto alcune delle principali novità introdotte dall’Agenzia in termini programmatici e di gestione delle iniziative di cooperazione, concepite per rilanciare i rapporti tra AICS e società civile, componente indispensabile per la messa a fattor comune delle potenzialità e competenze del Sistema di cooperazione. Tra gli strumenti previsti, l’adozione di un sistema Results-Based Management per la formulazione, scrittura e gestione dei progetti finanziati da AICS, utilizzato nel bando aperto alle OSC approvato a dicembre dello scorso anno e che sarà progressivamente esteso a tutti i progetti AICS – bilaterali e multilaterali. L’introduzione di tale approccio risponde alle necessità di trasparenza e verifica dell’efficacia dell’aiuto oltreché all’esigenza di innovazione dell’Agenzia. Riconoscendo che tale cambiamento attraverserà una fase fisiologica di assestamento con gli altri attori del sistema di cooperazione, l’Agenzia è in procinto di dare piena attuazione ai nuovi strumenti di gestione dei progetti e di coinvolgimento degli attori di cooperazione. L’introduzione di nuovi tavoli di coordinamento e confronto con la società civile, su un piano operativo, differente e complementare al CNCS, i cooperation lab promossi dall’Agenzia e il ricorso alla piattaforma SiStake, formano l’orizzonte verso il quale volgerà il rilancio del rapporto con le OSC, dopo la dura battuta d’arresto dell’epoca CoVID.
Come precisato anche dalla Vice-Ministra Sereni, le limitate risorse di cui dispone il sistema italiano di cooperazione, sebbene sia sempre necessario caldeggiarne l’aumento, debbono essere adeguatamente sostenute da programmazione, strategie e partecipazione di tutti gli attori. Anche in virtù della decentralizzazione e presenza territoriale che la Cooperazione Italiana ha tradizionalmente favorito, AICS è chiamata a raccordare la pluralità dei soggetti di cooperazione e promuovere l’enorme capitale sociale e umano proveniente dai corpi intermedi della società italiana, tra i più variegati e floridi d’Europa, rilanciando al contempo, il proprio ruolo istituzionale in piena autonomia.