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Risorse umane della cooperazione, riparte il recruiting ma crescono anche tagli e licenziamenti

A confermare queste tendenze nel mondo della cooperazione internazionale sono due ricerche effettuate a livello globale nei paesi coinvolti in attività di cooperazione allo sviluppo da Devex e Acaps. Le ultime rilevazioni del mese di agosto rivelano che aumentano le organizzazioni costrette a licenziare o non rinnovare collaborazioni a tempo determinato e consulenze nei 113 paesi dove è stato effettuato il sondaggio su oltre 650 operatori di ONG e agenzie di cooperazione. Il 59% dei rispondenti ha affermato di aver già perso il lavoro o di conoscere qualcuno che lo ha perso a causa degli effetti che il Covid-19 ha avuto sulla propria organizzazione, la percentuale cresce ancora se si prendono in considerazione solo i rispondenti che lavorano per ONG e Fondazioni (rispettivamente 60% e 63%).

La ricerca conferma la tendenza negativa generalizzata delle organizzazioni nelle attività di fund raising sia da donatori privati che istituzionali causata dalla concentrazione dell’attenzione dell’opinione pubblica sulle priorità nazionali e dallo spostamento delle risorse dei grandi donatori sui canali multilaterali. Lo afferma il 46% degli intervistati che ha rilevato una diminuzione dei flussi finanziari in entrata per il sostegno ai progetti/attività dell’organizzazione. Una tendenza che ha già fatto correre ai ripari diverse grandi organizzazioni del mondo della cooperazione e dell’aiuto umanitario che stanno mettendo in campo appositi piani di riorganizzazione che in diversi casi prevedono la riduzione dello staff in particolare quello dislocato all’estero; di pochi me si fa il caso di Oxfam che ha annunciato una riduzione dell’organico di circa 1400 unità a livello globale.

Ad essere penalizzati in questi primi 6 mesi di pandemia sono stati soprattutto i collaboratori assunti a progetto oltre che i consulenti indipendenti. L’indagine infatti registra numero preoccupanti proprio sul fronte dei consulenti che nel nostro paese corrispondono alle partite IVA, molti rispondenti affermano di non aver percepito alcun reddito da aprile in avanti e che sono nelle ultime settimane si registra una prima ripresa delle opportunità di lavoro. Questo è avvenuto anche in Italia dove però tutti i lavoratori dipendenti sono stati protetti dal blocco dei licenziamenti introdotto dal decreto Cura Italia e le partite IVA hanno potuto accedere ad alcuni bonus. Blocco destinato ad allentarsi gradualmente con l’introduzione del decreto Agosto che ne prolunga i termini, stabilendo che non sarà possibile licenziare fino a quando le organizzazioni non abbiano integralmente usufruito dei trattamenti di cassa integrazione per causa Covid-19 (comprese le ulteriori 18 settimane varate dal nuovo Decreto stesso).

Timidi segnali di ripresa anche sul fronte del recruiting e delle assunzioni che avevano fatto registrare una frenata (il 34% ha affermato che le assunzioni della propria organizzazione sono state interrotte o ridotte negli scorsi mesi). La tendenza inizia ad invertirsi e i principali siti internazionali di ricerca di personale del mondo umanitario e della cooperazione si ripopolano di vacancy, in molti casi proprio dedicate alla ricerca di personale per progetti e programmi di risposta alla pandemia.

Un trend che possiamo confermare anche dalla sezione “Lavoro” di Info Cooperazione che può essere utilizzato come termometro del recruiting nel mondo della cooperazione italiana. E’ visibile nel grafico una forte riduzione della pubblicazione di vacancy tra marzo e giugno 2020 e una ripresa già a partire da luglio scorso nonostante restino ancora importanti limitazioni allo spostamento degli operatori da e verso i paesi di operatività delle organizzazioni.

 


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