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Ok da AICS a estensioni e proroghe ma serve più flessibilità e risorse aggiuntive

Si è riunito la scorsa settimana il tavolo tecnico sull’emergenza Covid-19 costituito tra i soggetti esecutori rappresentati nel CNCS e l’AICS. Alla luce di quanto disposto dai decreti governativi e delle numerose difficoltà operative e gestionali riscontrate nei Paesi partner, sono state prese una serie di misure che rispondono alle prime problematiche gestionali dei progetti co-finanziati da AICS.

In una comunicazione a firma del direttore dell’Agenzia Luca Maestripieri si chiarisce che i soggetti esecutori (OSC, enti territoriali, enti pubblici di ricerca, università, imprese) possono richiedere una proroga con la sola e unica motivazione “emergenza COVID-19”, specificando il periodo di estensione temporale, non superiore a quattro mesi, necessario a far fronte all’emergenza. Il termine massimo di 4 mesi di proroga si sostituisce a quello indicato nella precedente comunicazione dell’AICS datata 11 marzo.

Il periodo di proroga autorizzato non è computato nel calcolo dei mesi di proroga eventualmente previsti contrattualmente e inizierà a decorrere dallo scadere del termine originario dell’annualità in corso. La congruità del termine richiesto sarà valutata caso per caso, a seconda anche del Paese di implementazione.

Potranno inoltre essere richieste proroghe degli adempimenti amministrativi purché motivati dall’emergenza COVID-19 e limitatamente ad uno spazio temporale coerente con l’impatto dell’emergenza. Per esempio si potranno richiedere 4 mesi di proroga dell’annualità e 2 mesi per la trasmissione del rapporto semestrale.

I soggetti esecutori possono anche sottoporre una richiesta di variante non onerosa, conseguente alle suddette richieste di proroga e motivata in stretta connessione con esse e con l’emergenza in atto. Le varianti potranno riguardare l’ammissibilità di spese in deroga a quanto previsto dalle procedure a patto che si presenti adeguata documentazione a giustificazione della richiesta e circostanziata al periodo dell’emergenza (a titolo esemplificativo e non esaustivo, rimborso spese di volo già effettuate e non rimborsate dalle compagnie aeree; riconoscimento di spese per la remunerazione di personale tutto, già contrattualizzato e che per l’emergenza in corso opera in modalità di lavoro agile, specificando la tipologia di attività che sta svolgendo etc.), oppure l’introduzione di nuove linee di spesa, volte ad arginare l’emergenza nel contesto dell’iniziativa (per esempio, acquisti di appositi dispositivi).

Per quanto riguarda i soli progetti di aiuto umanitario, al fine di accelerare la procedura di verifica della rendicontazione (di cui agli artt. 4 e 6 del Disciplinare d’Incarico – Modello A8) e garantire al contempo il rispetto delle disposizioni in materia di sicurezza relative all’emergenza COVID-19 presso le Sedi estere AICS, le organizzazioni potranno trasmettere la documentazione relativa a rendiconti per via telematica (utilizzando l’applicazione “we transfer”), previo invio, a mezzo PEC, di una dichiarazione sottoscritta dal Rappresentante legale della OSC con cui si impegna a consegnare i relativi originali in un momento successivo da concordare con la Sede AICS.

L’Agenzia si impegna nella comunicazione del direttore a valutare con sollecitudine e ampia disponibilità le richieste di proroga, variante non onerosa e modifica del documento di progetto.

Restano fuori una serie di esigenze sottoposte della OSC che auspicabilmente verranno prese in considerazione nelle prossime settimane. Il lavoro del tavolo tecnico dovrebbe procedere per affrontare i punti non trattatati tra cui quelli legati alla sostenibilità economica e finanziaria dei progetti e più in generale delle organizzazioni.

Il blocco completo della raccolta fondi delle organizzazioni è una delle preoccupazioni più sentite in queste settimane. Sarà difficile per le OSC raccogliere quei fondi propri con i quali assicuravano la loro quota di co-finanziamento alle iniziative finanziate da AICS e non solo. La richiesta sottoposta ai donatori è ovviamente quella di aumentare la loro quota di finanziamento sulle iniziative, nel caso dell’AICS si tratterebbe di coprire il 10 % normalmente coperto dai soggetti esecutori.

Anche procedendo a proroghe e varianti le organizzazioni si troveranno in forte difficoltà perché dovranno continuare a pagare gli stipendi dello staff in Italia e all’estero. Sarà quindi decisivo il ruolo dei donatori nel garantire la liquidità in modo tempestivo magari anche accettando rendiconti parziali che consentano alle OSC di ridurre al minimo le anticipazioni e il credito.

Urge davvero mettere in campo strumenti straordinari e una serie di norme di flessibilità che potrebbero essere preziose per evitare ripercussioni irreversibili sulle organizzazioni della società civile impegnate nella cooperazione internazionale. Su questo le ONG hanno già richiesto la massima attenzione sia al livello tecnico che a quello politico sottoponendo anche una serie di richieste specifiche alla viceministra Del Re e alle forze politiche in vista dell’iter parlamentare del decreto Cura Italia.

Scarica la comunicazione di AICS


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