La bozza finale dovrebbe essere licenziata a inizio marzo dal consiglio dei ministri francese per poi arrivare all’esame parlamentare. Si tratta della riforma della legge sulla cooperazione datata 2014 che Emmanuel Macron vuole ribattezzare “legge sullo sviluppo solidale e la lotta alle diseguaglianze globali” (loi de programmation relatif au développement solidaire et à la lutte contre les inégalités mondiales).
Un disegno di legge con il quale il governo d’oltralpe intende concretizzare la promessa del presidente di aumentare gli aiuti francesi allo 0,55% del PIL entro il 2022, rispetto allo 0,38% registrato nel 2016 e allo 0,43% nel 2018. Nuove priorità identificate nel 2018 dal comitato interministeriale per lo sviluppo voluto da Macron per fissare l’agenda di sviluppo della Francia, 19 paesi prioritari – che sono tra i meno sviluppati in Africa, oltre ad Haiti – e un focus sulle questioni di fragilità, istruzione, clima, uguaglianza di genere e salute. Queste le parole chiave di questa proposta legislativa che sta suscitando attesa ma anche un certo scetticismo tra gli attori della società civile francese.
Sono sei in particolare le preoccupazioni principali delle ONG francesi rispetto alla bozza del documento discussa la scorsa settimana con tutti gli stakeholders all’interno del Consiglio nazionale per lo sviluppo e la solidarietà internazionale.
- Una maggiore precisione su valori e obiettivi della politica di cooperazione, nonché sui principi che la inquadrano. Le ONG chiedono che sia esplicitato che l’obiettivo primario della cooperazione è l’eradicazione della povertà e che la legge si inquadra nell’ambito del trattato europeo di Lisbona.
- Una migliore precisione dei mezzi e delle risorse associati alla legge con una programmazione fino al raggiungimento dello 0,7% del PIL anche oltre la fine del mandato del presidente.
- Un ruolo maggiore assegnato alla società civile nella dimensione del partenariato disegnata dalla legge. Le organizzazioni chiedono un articolo dedicato che garantisco un sostanziale aumento delle risorse finanziarie per le ONG e la chiara definizione del loro diritto di iniziativa.
- Controllo e valutazione della coerenza delle politiche pubbliche con lo sviluppo effettuata da parte della Commissione di valutazione indipendente.
- La promozione esplicita della parità di genere stabilendo a riguardo obiettivi finanziari precisi.
- Eliminazione di riferimenti espliciti all’utilizzo di aiuti allo sviluppo al fine di arginare e/o contrastare i fenomeni migratori.
Tra le novità più rilevanti il disegno di legge istituisce anche una commissione indipendente per valutare i progetti di cooperazione, in modo simile alla Commissione indipendente per l’impatto degli aiuti istituita nel Regno Unito. Questo nuovo organo ricadrà sotto l’autorità della Corte dei conti francese, con due funzionari della corte nella commissione, che includerà anche membri francesi e internazionali scelti sulla base delle loro capacità di valutazione e la loro conoscenza delle tematiche dello sviluppo. La composizione della commissione indipendente sarà stabilita con decreto governativo, una volta approvata la legge.
Domani il disegno di legge sarà esaminato e discusso dal CESE (Consiglio economico, sociale e ambientale) che formulerà raccomandazioni sul testo che dovrebbe essere approvato dal Consiglio dei ministri del prossimo 4 marzo. Nell’intenzione del governo l’esame in parlamento dovrebbe procedere in tempi rapidi per garantire l’approvazione prima del summit Francia-Africa che si terrà a giugno a Bordeaux.