Che in Italia il racconto pubblico sull’Africa si basi soprattutto su stereotipi non sorprende nessuno. I media infatti continuano ad occuparsene sostanzialmente in termini problematici, in occasioni di crisi, carestie, guerre, capovolgimenti politici, presunte invasioni di migranti. E’ quest’ultimo il tema che più si accompagna oggi alla narrazione dell’Africa nei giornali e nelle TV italiane. E’ questa una delle constatzioni principali del rapporto “L’Africa MEDIAta”, una ricerca promossa da Amref Health Africa-Italia e condotta da Osservatorio di Pavia su tv, stampa, social e fiction, nel primo semestre del 2019.
Nelle prime pagine dei quotidiani l’Africa appare con 22 titoli al mese. Più di 8 articoli su 10 riguardano eventi e protagonisti di flussi migratori e fatti di cronaca (l’Africa in Italia). Tra i 2290 riferimenti all’Africa, nei programmi di informazione, il 76% è riconducibile all’Africa in Italia, il 24% all’Africa “là”. Prevalgono le news su Nord Africa e il “primato libico”. Quasi la metà (44%) delle 538 notizie sul continente africano, nei 65 programmi di informazione e infotainment analizzati, si riferisce alla Libia. Il conflitto nel Paese nordafricano, unito al tragico incidente aereo in Etiopia, porta tra marzo e aprile a un picco di visibilità dell’Africa nei tg. L’Africa “là” nei tg compare: 100 volte a gennaio, 30 a febbraio, 167 a marzo (tragedia Etiopia e ricordo Alpi-Hrovatin) e 259 in aprile.
Gli ingredienti più usati dai generi televisivi nella narrazione dell’Africa sono essenzialmente l’afropessimismo nelle rubriche informative, il folklore esotico nei documentari naturalistici e l’eurocentrismo e il distacco nei talk show. A parlare di Africa sono rappresentanti politici e istituzionali italiani. Nei programmi tv il tema al primo posto è guerra/conflitti (29%), seguono diritti umani, questioni di genere, rapimenti (19%) e ambiente, cultura, turismo al 17%.
Lo spaccato sulla fiction, negli episodi (30) che hanno rappresentato l’Africa e gli africani, vede su 304 personaggi analizzati, una prevalenza di quelli occidentali (72%). Gli africani sono più di rado tra i protagonisti, con un minore approfondimento psicologico. Anche il “livello culturale” appare decisamente più elevato per i personaggi occidentali: il 26% di occidentali sono quadri e appartenenti a professioni intellettuali superiori, gli africani il 17,4%. Nella figura di operai: 0,5% occidentali e 5,8% africani. I temi maggiormente trattati sono razzismo (37%), inclusione (33%) diritti umani (30%), migrazione (23%).
Sui social l’indagine si è concentrata nei mesi di maggio e giugno, sulle pagine pubbliche di Facebook e Twitter delle principali testate giornalistiche. Sui 21.610 post/articoli osservati su Facebook, l’1,4% si concentra sull’Africa, mentre il 4,1% su immigrazione. Mentre le percentuali di twitter sono: 0,9% e 2,9% (su oltre 54 mila tweet analizzati). Sui social, l’Africa desta scarso interesse, che si capovolge quando l’utente percepisce delle conseguenze “a casa nostra”.
Una narrazione insomma sempre più lontana all’Africa di oggi, che non riesce a raccontare il dinamismo di un continente giovane e pronto a sperimentare. Con questo rapporto Amref chiede un impegno agli addetti ai lavori, una sorta di patto di lealtà con gli organi di informazione e di intrattenimento in continuità con “Reframe Africa”, una “necessaria
contro-narrazione del continente”.