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Africa, addio al franco CFA, dal 2020 la moneta unica ECO

L’Africa occidentale prova a recidere i legami con la Francia; un progressivo allontanamento dall’ex colonizzatore europeo che potrebbe concretizzarsi anche sul piano economico, oltre che politico, con l’arrivo di una moneta unica che sostituirebbe il controverso franco CFA.  Si tratta di una nuova valuta comune, denominata Eco, che avvicinerà invece i paesi della Cedeao (Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale) alla Cina, con il possibile ancoramento allo yuan.

Negli scorsi giorni si è svolta ad Abidjan la riunione dei ministri delle Finanze e dei governatori delle Banche centrali della Cedeao nel corso della quale si è discusso molto del progetto di moneta unica dell’area. La Cedeao, che conta al suo interno otto diverse monete, punta ad arrivare all’adozione di una moneta unica entro il 2020, come concordato nell’ultima riunione dei capi di stato e di governo regionali che si è tenuta a febbraio in Ghana. 

Al progetto dovrebbero aderire 13 Stati africani, a partire da Costa D’Avorio e Senegal, e circa 350 milioni di persone in attesa di capire se anche l’immensa Nigeria, prima economia del continente, può sposare un progetto davvero rivoluzionario. Il franco CFA, la moneta legata al tesoro francese in diffusione sin dal secondo dopoguerra, è stata spesso oggetto di critiche e viene sempre più spesso utilizzata come arma di consenso durante le campagne elettorali, come recentemente accaduto proprio in Senegal.

Ora l’area occidentale dell’Africa, seguendo il clima di volontà di emancipazione da Parigi espresso più volte per esempio dal Ghana ventila l’uscita dall’orbita francese e prospetta l’ingresso nell’area di influenza cinese.  Da anni ormai la Cina è la potenza più presente nel continente, non solo nell’area orientale dell’Africa. Anche da qui potrebbe nascere la decisione di ancorare la nuova moneta Eco potrebbe essere ancorata allo yuan cinese anche per evitare eccessive oscillazioni. Pechino non potrebbe che esserne felice,  si tratterebbe del naturale sviluppo di un processo che ha portato all’inserimento della moneta cinese tra le sue riserve valutarie, con la Cina che rappresenta il principale partner commerciale della maggior parte dei paesi africani.


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  1. Nel 2002 andai in Brasile per conoscere l’esperienza dei fidei donum torinesi. L’euro era appena partito e sembrava una speranza anche per il Sud America, per prendere le distanze dal condizionamento del dollaro statunitense. Ne è passato di tempo, l’Europa ha perso anche questa opportunità di mettersi al fianco dello sviluppo dell’Africa. I Francesi avrebbe potuto mettere sul tappeto anche il franco CFA per farlo diventare moneta di scambio privilegiato con l’Europa. Anche in questo caso si direbbe aver vinto il particolarismo delle nazioni.

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