La Corte dei conti europea ha pubblicato lo scorso 5 dicembre una relazione sul Fondo fiduciario di emergenza per l’Africa (EU Emergency Trust Fund for Africa), lo strumento lanciato nel 2015 durante il Summit di La Valletta per affrontare le cause alla base delle crisi umanitarie nelle regioni del Sahel e del lago Ciad, nel Corno d’Africa e in Nord Africa e della conseguente migrazione irregolare. L’audit aveva l’obiettivo di valutare le modalità di progettazione e attuazione dei progetti finanziati attraverso il fondo, gli auditor hanno esaminato i finanziamenti della Commissione, nonché le procedure di selezione per i progetti, il sistema di monitoraggio e i risultati rendicontati dagli enti attuatori. I controlli hanno riguardato i progetti realizzati in Niger e Libia, i paesi con maggiori assegnazioni di fondi. Il quadro che emerge non è positivo, la relazione definisce il Trust Fund “uno strumento flessibile”, che consente di fornire assistenza in diversi settori (alimentazione, istruzione, sanità, sicurezza) ma con “obiettivi troppo ampi” che compromettono l’efficienza degli interventi.
Si tratta del più grande dei quattro fondi fiduciari creati dell’UE: attualmente ammonta a 4,1 miliardi di euro, di cui 3,7 miliardi provenienti dal bilancio dell’UE e dai fondi europei di sviluppo. Gli Stati membri dell’UE, la Norvegia e la Svizzera hanno contribuito con 451 milioni di euro, di cui Germania e Italia hanno contribuito con oltre 100 milioni di euro ciascuno.
La Corte ha constatato diversi punti deboli nell’attuazione del fondo e importanti ritardi nell’implementazione dei progetti ed ha formulato nei confronti della Commissione alcune raccomandazioni per la gestione futura del fondo. Secondo Bettina Jakobsen, membro della Corte dei conti europea responsabile della relazione, il fondo fiduciario dovrebbe essere più mirato e indirizzare il sostegno a favore di azioni specifiche in grado di produrre un impatto misurabile. A Bruxelles si chiede una revisione degli obiettivi e delle priorità attuali, per renderli più specifici e conseguibili. In particolare si suggerisce di:
- rendere pienamente operativo il sistema di monitoraggio comune;
- includere obiettivi smart nei quadri logici dei progetti;
- migliorare la qualità degli indicatori stabilendo valori di partenza e valori-obiettivo quantificati.
Per quanto concerne la procedura di selezione dei progetti, la Commissione dovrebbe stabilire chiari criteri comuni da applicare a tutti i bandi in particolare sulla valutazione delle proposte di progetto Gli viene chiesto inoltre di fornire un elenco delle proposte ricevute che non sono state finanziate, con i motivi della mancata approvazione e di informare il Comitato di qualsiasi modifica sostanziale a progetti già approvati.