Doveva temersi a Roma nella mattinata di oggi la riunione del Comitato Congiunto che avrebbe dovuto dare il via all’atteso quanto ritardato bando per progetti di cooperazione delle organizzazioni della società civile. Niente da fare, incontro annullato e da riprogrammare nei prossimi giorni, questo è quanto trapela dagli uffici dell’AICS. Il motivo di questo ulteriore slittamento non è noto, il testo del bando sarebbe ora nelle mani della Vice Ministra Emanuela del Re che evidentemente sta lavorando a modifiche sostanziali che determinano questo ritardo. Nel frattempo però il tempo passa e questo stand-by della Cooperazione italiana potrebbe costare caro all’Agenzia e a tutte le organizzazioni attive nel settore.
La lista delle pendenze e delle urgenze è ormai molto lunga e non si limita certo al ritardo dei bandi. E’ bloccata sulle scrivanie della politica la nomina del Direttore dell’AICS, con una rosa di tre nomi già selezionati da quasi tre mesi. Anche questo ritardo denota disinteresse da parte del governo o in alternativa nasconde un problema politico riguardante la nomina di uno dei tre candidati selezionati.
La nomina del direttore è sicuramente un fattore determinante ma in via Contarini non è l’unica preoccupazione. Il concorso pubblico per aumentare e completare l’organico deficitario dell’Agenzia continua a tardare e potrebbe essere fortemente depotenziato dalla sistemazione di ulteriore personale intero agli esteri.
E’ vacante da poche settimane anche il posto di Direttore Amministrativo, altro settore sul quale non mancano i problemi. La gestione amministrativa dei progetti, l’iter di valutazione dei rendiconti e quindi dei pagamenti è un processo troppo lento per rispondere alle esigenze operative e finanziarie dei diversi interlocutori, in primis le ONG.
Eppure la Vice ministra Del Re ha speso ultimamente parole rassicuranti sul suo interesse e la sua volontà di rafforzare la Cooperazione e sostenere politicamente il rilancio dell’Agenzia. L’auspicio è che in tempi molto rapidi sia in grado di sbloccare i principali nodi che stanno mettendo a repentaglio il lavoro fatto dalla riforma del settore ad oggi.
Evidentemente il Ministro non può suggerire uno dei tre candidati a direttore per la nomina da parte del Presidente del Consiglio, perché la rosa proposta è chiaramente improponibile. Ho già commentato precedentemente. http://eduardomissoni.info/?p=1945 e m risulta che altre/i si sono espresse/i nello stesso senso per le vie legali.
Non credo affatto che la situazione denoti “disinteresse da parte del governo” né tantomeno che nasconda “un problema politico riguardante la nomina di uno dei tre candidati selezionati”. Al contrario è lecito pensare che scelte di Palazzo (e non “politiche”) abbiano condizionato la scelta dei tre candidati e che ora il livello politico, messo in scacco dalla burocrazia, cerchi di trovare una non facile via di uscita. E’ proprio qui che si gioca l’etica della responsabilità del politico che si preoccupa del buon funzionamento della cosa pubblica e non dell’interesse di bottega.
Il titolo è inutilmente e falsamente allarmistico. Uno spostamento del Comitato Congiunto per seri impegni internazionali non dovrebbe fare gridare “al lupo al lupo” (quello della favola di Esopo), pena la perdita di credibilità. Speriamo che info-cooperazione (apprezzata) non si lasci contaminare dal nuovo modo di fare comunicazione.
Caro Nino, a noi sembra che lo slittamento verso il 2019 sia un dato di fatto, l’AICS dovrebbe far uscire nei prossimi giorni/settimane almeno tre bandi che non sono stati aperti durante l’anno (ricordiamo che l’anno scorso all’AICS si parlava di anticipare il calendario, non certo di arrivare al mese di novembre). Siamo sicuri che a rischiare di perdere credibilità sia Info Cooperazione?