“La maggior parte degli italiani non abbraccia atteggiamenti estremisti nei confronti dei migranti ma nutre profonde preoccupazioni riguardo alla gestione e agli impatti delle migrazioni”. E’ questo uno dei risultati più attuali di una ricerca effettuata negli scorsi sei mesi da Ispos Italia all’interno dell’iniziativa More in Common e pubblicata di recente. Nonostante l’attualità delle ultime settimane potrebbe sembrare dissonante da quanto hanno dichiarato la maggior parte degli intervistati, gli italiani pare abbiano una discreta capacità di analisi al di là dalla tempesta comunicativa anti immigrazione degli ultimi tempi. La maggioranza infatti crede ancora saldamente nel principio di asilo (72%) ma si dice preoccupata per il crescente clima di razzismo e discriminazione (61%). Ma dal quadro complessivo che emerge dalla ricerca è chiaro che in Italia è tempo di barriere, l’89% della popolazione descrive la nazione come divisa.
Le elezioni del 2018 hanno prodotto una coalizione di governo inedita tra il Movimento 5 Stelle e la Lega, entrambi partiti a componente populista, eletti sull’onda di un sentimento anti-sistema e con la promessa di mettere “prima gli italiani”. Il dibattito assegna ormai un ruolo centrale al tema dell’immigrazione e dell’“estraneazione” di gruppi specifici. Gli italiani citano l’immigrazione fra i problemi più urgenti, anche grazie al contributo dell’ampia copertura mediatica riservata agli sbarchi nel Mediterraneo negli ultimi 12 mesi, che ha concorso ad aumentare l’insicurezza percepita.
Questa ricerca fa parte di una più ampia iniziativa che si concentra sulle crescenti minacce alle società aperte e inclusive. Per capire tali minacce, More in Common ha condotto una approfondita ricerca sugli atteggiamenti della popolazione in alcuni paesi (USA, Francia, Germania, Paesi Bassi, Grecia e Italia). Questo lavoro ha esaminato la percezione pubblica di alcune forze che stanno contribuendo a incrementare le divisioni sociali in molte nazioni. Tra queste ci sono l’insicurezza economica, le crescenti diseguaglianze, il cambiamento culturale e demografico, il crescente uso dei social media e l’indebolimento delle comunità locali. Molte persone percepiscono una perdita di identità e appartenenza, e i populisti autoritari e le forze estremiste stanno approfittando di questa vulnerabilità per spingere una narrazione fatta di “noi contro loro”, spesso concentrandosi su migranti e rifugiati.
Per quanto riguarda l’analisi sull’Italia, i punti cardine che emergono dalla studio sono i seguenti:
- In Italia serpeggia un’insoddisfazione diffusa per lo status quo, una profonda sfiducia nelle élite e la visione preponderante che il paese ci stia rimettendo dalla globalizzazione.
- Gli italiani descrivono il proprio paese come debole, arrabbiato e diviso.
- L’identità culturale tradizionale è importante per gli italiani, la maggior parte dei quali teme la sua scomparsa.
- Malgrado le preoccupazioni per la gestione e l’impatto del fenomeno migratorio, la maggior parte degli italiani non adotta una posizione estremista verso i migranti.
- L’opinione pubblica esprime preoccupazione per il fenomeno migratorio: la maggior parte della popolazione pensa che abbia un impatto negativo sul paese, soprattutto alla luce delle scarse prospettive lavorative per gli italiani.
- La maggior parte degli italiani non adotta una posizione estremista verso i migranti.
- Il sentimento negativo verso l’immigrazione è esasperato dai timori per la sicurezza e dalla percezione che l’Italia abbia perso il controllo dei propri confini, nonché dall’incapacità delle autorità di gestire efficacemente il fenomeno migratorio.
- A differenza degli altri europei, gli italiani si sentono più liberi di esprimere le proprie idee su argomenti controversi.
- L’identità religiosa è importante per gli italiani, per quasi metà della popolazione il retaggio cattolico influenza la convinzione di avere delle responsabilità verso il prossimo, compresi migranti e rifugiati.
Per questo studio è stato adottato un metodo di analisi che prevede il raggruppamento e la segmentazione della popolazione, applicati a una serie di caratteristiche attitudinali del pubblico italiano. Si tratta di un approccio alla segmentazione che offre un’immagine ricca e composita delle differenze interne alla popolazione, andando oltre i fattori demografici di base per mostrare i punti di contatto fra diverse serie di atteggiamenti e di opinioni.