Il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP) ha pubblicato recentemente l’edizione 2024 del Global Multidimensional Poverty Index (MPI) realizzato in collaborazione con l’Oxford Poverty and Human Development Initiative (OPHI). L’indice offre una panoramica aggiornata sulla povertà multidimensionale a livello globale attraverso una valutazione su 112 paesi e misura la povertà non solo tramite il reddito, ma anche in base a 10 indicatori chiave come l’istruzione, la salute, l’accesso ai servizi essenziali e le condizioni abitative.
Il rapporto rivela che 1,1 miliardi di persone nel mondo vivono in condizioni di povertà multidimensionale. Di questi, quasi la metà (455 milioni) risiede in paesi colpiti da conflitti, dove i progressi verso la riduzione della povertà sono ostacolati e spesso invertiti. La povertà in contesti di conflitto è quasi tre volte più alta rispetto ai paesi pacifici, con effetti catastrofici sulla vita delle persone più vulnerabili.
Poveri nei Contesti di Conflitto
Nei paesi afflitti da conflitti, l’indice di deprivazione è molto più elevato per tutti gli indicatori di povertà. Ad esempio, più di un quarto dei poveri in questi paesi non ha accesso all’elettricità, mentre nelle aree stabili questa condizione riguarda solo il 5%. La stessa disparità si riscontra nell’accesso all’educazione infantile (17,7% nei paesi in conflitto contro 4,4% in quelli stabili), nutrizione (20,8% contro 7,2%) e mortalità infantile (8% contro 1,1%).
Impatto sui Bambini
Più della metà dei poveri multidimensionali nel mondo (584 milioni) sono bambini. A livello globale, il 27,9% dei minori vive in condizioni di povertà multidimensionale, contro il 13,5% degli adulti, sottolineando l’urgenza di politiche mirate che affrontino il ciclo della povertà fin dalla prima infanzia.
Deprivazione nei Servizi Essenziali
Tra i 1,1 miliardi di persone povere, 828 milioni vivono senza servizi igienici adeguati, 886 milioni non dispongono di abitazioni dignitose e 998 milioni non hanno combustibile per cucinare. In particolare, 637 milioni di persone povere vivono con almeno un membro della famiglia malnutrito. In Sud Asia, ad esempio, 272 milioni di persone in condizione di povertà vivono in famiglie con almeno una persona malnutrita.
Paesi in Crescita e Regressione
Tra i 112 paesi analizzati, 76 hanno registrato una significativa riduzione della povertà in almeno un periodo temporale. Tuttavia, in 17 paesi per cui sono disponibili dati fino al 2021 o successivi, solo nove (tra cui Benin, Cambogia e Kenya) hanno registrato significative riduzioni sia del valore MPI che dell’incidenza della povertà, anche durante la pandemia di COVID-19.
Per contrastare efficacemente la povertà globale, il rapporto insiste sulla necessità di interventi mirati, coordinati e adattati ai contesti di conflitto. L’UNDP e l’OPHI chiedono alla comunità internazionale di agire urgentemente per migliorare le condizioni delle persone che vivono in povertà multidimensionale, investendo nella pace e nello sviluppo sostenibile. La povertà è infatti aggravata dai conflitti: nei paesi in guerra, oltre un terzo della popolazione vive in condizioni di povertà (34,8%) rispetto a una media del 10,9% nei paesi stabili. Il rapporto evidenzia che la riduzione della povertà in questi contesti è più lenta, richiedendo interventi mirati e una maggiore collaborazione internazionale.
Una particolare attenzione deve essere riservata all’acceso al cibo e all’acqua oltre che alla fornitura di elettricità e ai servizi igienici, che rappresentano i più alti livelli di deprivazione delle persone nei paesi in conflitto. Gli sforzi devono concentrarsi sul miglioramento di questi servizi per alleviare le difficoltà delle popolazioni colpite in particolare le famiglie povere con bambini.
Il rapporto infine sottolinea anche la necessità di una raccolta dati più accurata nei contesti di conflitto, dove la scarsità di informazioni può portare a una sottostima della reale condizione di povertà.