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Dall’OSCE un toolkit per le OSC sullo sviluppo guidato a livello locale

Il percorso verso lo sviluppo guidato a livello locale (Locally-led Development – LLD), la decolonizzazione degli aiuti e l’efficacia dello sviluppo richiede sempre di più che i modelli e le pratiche di cooperazione allo sviluppo vengano aggiornati o riformati a tutti i livelli coinvolgendo tutti gli attori coinvolti nel sistema. Oggi molti attori della società civile nei paesi partner chiedono una maggiore leadership nella definizione delle priorità di sviluppo e vogliono sviluppare partnership più vantaggiose e basate su uno spirito di fiducia, equità, solidarietà e complementarità e le organizzazioni della società civile internazionali iniziano a rivedere le loro pratiche abbracciando una visione più inclusiva costruita attorno a leadership distribuite e dinamiche di condivisione del potere.

Imboccare questa strada richiede un cambiamento culturale significativo per creare un ambiente favorevole in cui la diversità delle risorse, degli interessi e delle posizioni dei partner siano adeguatamente comprese e valorizzate e in cui le OSC dei paesi partner possono esprimere il loro potenziale.

Negli ultimi decenni, diverse iniziative e impegni internazionali hanno riconosciuto l’importanza di partnership più eque per localizzare il supporto alla società civile. I firmatari dei Principi di Istanbul per lo sviluppo del 2010 hanno concordato di “perseguire partnership eque e paritarie tra attori dello sviluppo” (Open Forum for CSO Development Effectiveness, 2010), a questo ha fatto seguito il Grand Bargain del 2016 che ha fissato i primi impegni per spostare risorse e processi decisionali verso gli attori locali e le persone che ricevono gli aiuti. Anche i principi per supportare l’adattamento climatico del 2021, approvati da oltre 120 governi, hanno sottolineato la necessità di investire nelle capacità locali garantendo agli attori locali l’accesso diretto al processo decisionale e ai fondi.

Il Comitato per l’assistenza allo sviluppo (DAC) dell’OCSE ha recentemente pubblicato un toolkit che si basa su ricerche documentali e riporta gli elementi fondamentali di questa letteratura internazionale. Si tratta di “Shifting Power with Partners: Toolkit for implementation the DAC Recommendation on Enabling Civil Society”, un documento realizzato a seguito di scambi tra pari e condivisione di pratiche che hanno coinvolto OSC, donatori e istituzioni del Nord e del Sud globale sui cinque obiettivi specifici già identificati:

  • Promuovere e investire nella leadership degli attori locali della società civile
  • Collaborare e supportare le OSC per implementare il rafforzamento reciproco delle capacità
  • Supportare partnership più eque
  • Promuovere approcci partecipativi e basati sui diritti
  • Promuovere la leadership e l’innovazione delle OSC

Questo toolkit offre consigli pratici per implementare le disposizioni e le raccomandazioni internazionali per rafforzare la leadership locale e supportare la società civile nei paesi partner come attori indipendenti dello sviluppo e dell’assistenza umanitaria, in cinque aree specifiche, evidenziando le opzioni più efficaci da mettere in campo, nonché considerazioni aggiuntive per evitare conseguenze indesiderate.

  1. Complementarità di diversi attori della società civile
  2. Processo decisionale equo e dialogo inclusivo
  3. Rafforzamento delle capacità reciproco e guidato a livello locale
  4. Spostamento del potere attraverso finanziamenti e conformità
  5. Comunicazione, linguaggio, immagini e narrazione inclusivi

Il documento offre esempi di strumenti e pratiche già sviluppati da parte di OSC e donatori della cooperazione che possono aiutare ad affrontare queste problematiche ma necessitano di essere adattati ai contesti nazionali specifici.

Scarica il Toolkit


 

Su questi temi abbiamo aperto una consultazione tra gli attori italiani coinvolti nella cooperazione e nell’aiuto umanitario per capire quale sia oggi il livello di conoscenza e comprensione del fenomeno della “decolonizzazione” della cooperazione internazionale e della “localizzazione” dell’aiuto e quale sia il grado di attivazione delle organizzazioni con misure specifiche e concrete.

Vi proponiamo quindi di rispondere a un breve questionario per scattare una fotografia attendibile di come le organizzazioni si stiano già muovendo verso la localizzazione in assenza di strumenti o regole specifiche che comportino obblighi in tal senso.

<< VAI AL QUESTIONARIO >> 


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  1. Sinceramente, ritengo tutto questo dibattito estremamente autoreferenziale, ipocrita e anche dannoso. Basta leggere il questionario per capire che in realtà continua ad esserci un approccio NOI/LORO. La cooperazione dovrebbe significare collaborare tra pari, senza dover parlare di deconolozzazione e localizzazione. Inserire ed insistere su questi temi alimenta solo la polemica per l’accesso ai fondi, ai progetti. Che diventano l’unico obiettivo di tutto il teatro che si costruisce con questi dibattiti inutili. Nel mio caso in più di 30 anni di lavoro in cooperazione ho sempre applicato questi “nuovi” principi dando il potere alle comunità locali, ed avendo quasi esclusivamente dirigenti locali. In realtà andrebbero eliminati i progetti e fatto un lavoro centrato sui territori, sui bisogni veri e concreti, sul cambiamento che deve essere della società e non di un progetto. I progetti diventano i protagonisti e fanno danni, come evidenzia questo dibattito idiota. Alimentano solo la lotta ad avere i finanziamenti e nella gestione prevale la componente amministrativa e procedurale.

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