OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo sviluppo economico, ha pubblicato oggi il Development Co-operation Profiles, un rapporto che compara i dati dei 100 più importanti finanziatori, tra cui paesi OCSE e le più grandi fondazioni private. Si tratta dell’analisi statistiche e delle tendenze verificate su come l’APS (aiuto allo sviluppo) viene speso geograficamente, per settori, attraverso le organizzazioni multilaterali e la società civile.
I profili analizzati dal rapporto forniscono una panoramica delle principali priorità strategiche e politiche della cooperazione allo sviluppo a livello globale oltre che l’assetto istituzionale e i sistemi di valutazione dell’APS.
Dai dati emergono i seguenti trend:
- Il volume dell’aiuto pubblico allo sviluppo (APS) ha raggiunto un nuovo massimo di 224 miliardi di dollari nel 2023 per il quinto anno consecutivo, principalmente grazie all’aumento degli aiuti per l’Ucraina e all’assistenza umanitaria, ma solo cinque paesi del Comitato di assistenza allo sviluppo (DAC) hanno rispettato il loro impegno di fornire 0,7% del RNL come APS.
- I dati preliminari per i paesi membri del DAC mostrano che gli stanziamenti in APS sono aumentati in 14 paesi e sono diminuiti in 17.
- Tra il 2019 e il 2022, gli aiuti umanitari e i costi dei rifugiati provenienti dai paesi donatori sono aumentati rispettivamente del 37% e del 184%.
- L’APS sembra essere reattivo alle crisi e ai conflitti nei paesi in via di sviluppo, come dimostrato più recentemente in Ucraina, sebbene tale reattività non sia coerente: i paesi colpiti da conflitti e crisi come Haiti, Sudan, Siria o Yemen ricevono meno APS.
Tra i cento profili analizzati c’è anche l’Italia, alla quale è dedicata una scheda che analizza l’andamento, i settori e la geografia dell’APS italiano.
L’Italia ha fornito 6 miliardi di dollari (dati preliminari) di APS nel 2023, pari allo 0,27% del RNL. Si tratta di una diminuzione del 15,5% in termini reali in termini di volume e di una diminuzione della quota del RNL a partire dal 2022. Escludendo i costi dei rifugiati sostenuti dai donatori, anche il suo APS è diminuito dal 2022 al 2023. L’Italia non è in linea con i suoi costi nazionali, internazionali, e gli impegni dell’UE per raggiungere collettivamente un rapporto APS/RNL dello 0,7% entro il 2030. All’interno del portafoglio APS dell’Italia nel 2022, il 93,6% è stato fornito sotto forma di sovvenzioni.
Nel 2023, l’Italia si è classificata al 9° posto tra i paesi membri del DAC per volume di APS e al 21° per quota percentuale del RNL. L’Italia si distingue per la sua quota elevata di APS bilaterale lordo a favore dei contesti fragili (17% dell’APS bilaterale lordo italiano), per l’elevato volume di APS multilaterale di base (3,3 miliardi di dollari nel 2022) e per l’elevata quota di aiuti bilaterali stanziabili per l’ambiente, indicato come obiettivo principale.