Nei giorni in cui il primo documento del Piano Mattei dovrebbe approdare in Parlamento dopo una fase di incubazione all’interno della Cabina di Regia, la nuova narrazione della cooperazione italiana in chiave business si manifesta in tutta la sua potenzialità a Codeway – Business for Cooperation, la fiera dedicata al settore privato nel mondo della cooperazione internazionale.
La tre giorni appena conclusasi alla fiera di Roma ha rappresentato infatti un’occasione ideale di incontro tra gli attori del sistema italiano che il Piano Mattei intende mobilitare e un laboratorio di possibili partnership tra istituzioni, aziende, università e terzo settore.
Le grandi aspettative create dal Piano Mattei stanno richiamando l’interesse di una molteplicità di attori che fino a ieri guardavano all’Africa come un mercato problematico e poco redditizio e che non conoscevano da vicino il mondo della cooperazione allo sviluppo. Da continente povero e bisognoso di aiuto, oggi l’Africa viene presentata come la terra delle opportunità di business grazie al suo potenziale mercato e le sue risorse naturali.
Una bella scossa a quella narrazione pauperista e rassegnata che corrisponde sempre meno alla realtà di sviluppo di tanti paesi dell’Africa e che necessita di essere cambiata per far conoscere all’opinione pubblica il vero volto delle società africane contemporanee. Benvenga quindi il business e l’approccio di mercato, ma senza dimenticare che il quadro di riferimento è quello della cooperazione allo sviluppo che ha obiettivi di sostenibilità ben precisi e declinati all’interno dell’Agenda 2030.
La nuova cooperazione che il Piano Mattei vuole promuovere deve rimanere fedele a questi obiettivi per non correre il rischio di confondersi con un piano di internazionalizzazione dell’impresa italiana in Africa. A Codeway, così come in altre occasioni di dibattito recente, questo rischio è ben visibile e potrebbe compromettere il dialogo e la collaborazione multi attore che il “Sistema Italia” vuole mobilitare.
Dai numerosi incontri e dalle conferenze in plenaria della manifestazione fieristica non emergono abbastanza i temi chiave che anche a livello internazionale catalizzano il dibattito sul ruolo e il coinvolgimento del settore privato nella cooperazione allo sviluppo. La responsabilità sociale e l’impatto ambientale, sociale e di governance di una impresa che opera su un mercato come quello del continente africano, dovrebbero essere al centro del dibattito perché è su questi che si misura anche il loro contributo al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Temi ancora più importanti laddove il Piano Mattei trova il suo fondamento ideale in un approccio “non predatorio” e paritario con i paesi partner.
È questo anche il terreno fertile per le partnership tra privato profit e organizzazioni della società civile, cruciali per alimentare il Piano Mattei che, va ricordato, sarà finanziato prevalentemente con risorse di aiuto pubblico allo sviluppo e quindi vincolate ai criteri OSCE che ha delineato le Linee Guida per il rispetto agli standard internazionali in materia di responsabilità sociale d’impresa e diritti umani che le imprese sono tenute per legge a rispettare.
Per arrivare a un nuovo modo di pensare e praticare la cooperazione è necessario far evolvere la narrazione della cooperazione, senza cancellare o negare le criticità. E’ vero che l’Africa è il continente giovane delle opportunità, della crescita demografica e delle sconfinate risorse naturali, ma resta un contesto difficile e complesso dove autoritarismo, corruzione e conflitti negano i più basilari diritti a milioni di persone.
Non condivido il giudizio sostanzialmente positivo che emerge dall’articolo.
Alla “Codeway – Business for Cooperation” presso la Fiera di Roma erano assenti (non so per quale motivo) le principali reti delle ONG di cooperazione (AOI, CINI, LINK2007)che sono sicuramente “attori del sistema italiano”..ma evidentemente solo quando fanno immagine o servono a risolvere problemi.
Erano rappresentate solo alcune ONG … Se questo è il terreno di confronto si parte male.
Non so se lei ha partecipato direttamente all’evento. Noi abbiamo seguito i lavori come redazione e abbiamo partecipato a due panel organizzati da Link2007, e altri organizzati da Focsiv e E4impact (soci di AOI) e abbiamo assistito a diversi interventi di rappresentanti delle ONG di Cini. Ovviamente si tratta di una manifestazione espositiva nella quale è necessario anche investire per essere presenti con i propri stand.