Con una decisione repentina e senza precedenti, il budget totale di oltre 250 milioni di euro previsto negli accordi pluriennali tra Sida e le organizzazioni non governative svedesi è improvvisamente svanito. La decisione dell’Agenzia svedese per lo sviluppo internazionale di rescindere tutti gli accordi in essere arriva in risposta a una serie di direttive del governo: sono gli effetti della nuova strategia, la cosiddetta “agenda di riforma dell’aiuto”, che prevede nuove modalità di supporto alle organizzazioni della società civile a partire dal 2025.
Attualmente, 17 organizzazioni svedesi hanno lo status di “partenariato strategico” con Sida e ricevono i finanziamenti tramite accordi pluriennali, solo una piccola parte (meno del 4%) dei fondi viene assegnato a organizzazioni non svedesi. Fino ad oggi lo status di “partenariato strategico” è stato molto ambito perché significava finanziamenti prevedibili e a lungo termine. Sebbene alcune OSC di questo gruppo dipendano meno da Sida – in genere, quelli che fanno parte di federazioni internazionali come Save the Children, WWF e Plan – altri come ForumCiv, Olof Palme Centre e We Effect dipendono dall’agenzia umanitaria svedese per la maggior parte dei loro finanziamenti. Secondo il modello attuale, la maggior parte delle organizzazioni partner strategiche forniscono sub-sovvenzioni a gruppi della società civile locale nei paesi beneficiari. In alcuni casi, i fondi passano da Stoccolma a un ufficio nazionale prima di essere nuovamente concessi a un gruppo locale.
In un incontro della scorsa settimana, Sida ha informato i rappresentanti delle 17 organizzazioni che tutti gli accordi termineranno nel 2024. Karin Fällman, che dirige l’unità ONG di Sida all’interno del Dipartimento per i partenariati e l’innovazione, ha spiegato che l’agenzia è stata incaricata di esplorare due nuovi modelli di finanziamento società civile come contributo alla nuova strategia governativa che dovrebbe essere presentata questo ottobre. Nel primo scenario, Sida assumerebbe la responsabilità delle organizzazioni svedesi per il trasferimento dei fondi ai gruppi locali. Il secondo modello assomiglierebbe al sistema attuale, ma non si limiterebbe più solo alle organizzazioni svedesi. Secondo le istruzioni del governo, il nuovo sistema dovrà comunque essere più competitivo, con un numero maggiore di potenziali organizzazioni della società civile con cui collaborare.
Si annuncia quindi una nuova era per il finanziamento delle ONG da parte di Sida. Mentre per decenni queste risorse sono state limitate alle entità svedesi, le sovvenzioni sono ora in linea di principio aperte a tutte le organizzazioni della società civile, indipendentemente da dove abbiano sede. “In precedenza, la strategia si concentrava sulla cooperazione tra la società civile nei paesi in via di sviluppo e la società civile svedese. Ora si chiama semplicemente strategia della società civile”, afferma Fällman. Anche se resta da vedere quale modello finale opterà per il governo, Sida è già a pieno ritmo nella preparazione di un nuovo bando entro i prossimi due mesi. L’obiettivo è invitare le organizzazioni interessate di tutto il mondo a esprimere interesse sotto forma di concept note.
La Svezia non è il primo paese a svincolare i fondi dalle ONG nazionali. Un certo numero di donatori DAC hanno apportato modifiche in questo senso anche per raggiungere gli obiettivi di localizzazione dell’aiuto sottoscritti a livello internazionale. Una riorganizzazione forse troppo netta e frettolosa che metterà a dura prova le organizzazioni che ricevono finanziamenti di lungo termine da Sida mettendole di fronte a maggiore concorrenza da parte di attori non svedesi seppur on l’obiettivo di contribuire a rafforzare una società civile vivace, indipendente e pluralistica nei paesi in via di sviluppo.
Cecilia Nilsson Kleffner, direttrice di Concord Sweden, l’organizzazione di rappresentanza delle ONG svedesi, riassume le reazioni dei membri: “Questo è chiaramente il cambiamento più grande e dirompente che abbiamo mai visto nella strategia di Sida per le organizzazioni della società civile: la velocità con cui le cose stanno accadendo, il numero di decisioni che vengono prese e la mancanza di trasparenza su come ciò avviene è davvero impegnativo per i nostri membri. Garantire l’operatività nei paesi cercando di assorbire e reagire a tutti questi cambiamenti contemporaneamente non sarà facile, l’impatto peggiore sarà avvertito dai nostri partner locali”.