Nell’arco di un paio di giorni si sono rimescolate le carte nella maggioranza sulle sorti del Piano Mattei e sulla definizione delle risorse da impegnare. Eravamo rimasti a poco meno di una settimana fa quando nella bozza di legge di bilancio circolata alla stampa si istituiva un Fondo per la Cooperazione Orizzontale per l’Africa e si destinavano 600 milioni su tre anni spostando risorse dal Fondo italiano per il clima. In quell’articolo 69 della manovra addirittura si delineavano le priorità settoriali fino ad indicare le modalità di selezione dei progetti sulla base delle scelte dei consumatori italiani.
Un articolo del testo che però non è sopravvissuto al weekend di negoziazioni tra i partiti della maggioranza. Nel testo arrivato lunedì sera in Senato infatti del Fondo per la Cooperazione Orizzontale per l’Africa non c’è traccia, spariti interamente i 5 commi di sui era composto l’articolo, compreso quello più importante, tipico della legge finanziaria, che stanziava le risorse su cui si baserebbe il Piano Mattei.
Passano una manciata di giorni e appare sul tavolo del pre-consiglio dei ministri di oggi un documento che imposta il quadro della governance del Piano Mattei, un decreto legge sul “Piano strategico Italia-Africa: Piano Mattei” che andrebbe in approvazione domani alla prossima seduta del Consiglio dei Ministri.
Nel testo si individuano gli ambiti di intervento e priorità di azione, con particolare riferimento ai seguenti settori: cooperazione allo sviluppo, promozione delle esportazioni e degli investimenti, istruzione e formazione professionale, ricerca e innovazione, salute, agricoltura e sicurezza alimentare, approvvigionamento e sfruttamento sostenibile delle risorse naturali, incluse quelle idriche ed energetiche, tutela dell’ambiente e adattamento ai cambiamenti climatici, ammodernamento e potenziamento delle infrastrutture anche digitali, valorizzazione e sviluppo del partenariato energetico anche nell’ambito delle fonti rinnovabili, sostegno all’imprenditoria e in particolare a quella giovanile e femminile, promozione dell’occupazione, prevenzione e contrasto dell’immigrazione irregolare.
Per il resto il decreto delinea semplicemente la linea di comando del Piano Mattei. L’organo di governance è una cabina di regia presieduta dal Presidente del Consiglio dei Ministri e composta dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con funzioni di vicepresidente, e dagli altri Ministri, dal Presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome, dal direttore dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, dai presidenti dell’ICE-Agenzia italiana per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, della società Cassa depositi e prestiti S.p.A. e della società SACE S.p.A. Della cabina di regia fanno altresì parte rappresentanti di imprese a partecipazione pubblica, del sistema dell’università e della ricerca, della società civile e del terzo settore, rappresentanti di enti pubblici o privati, esperti nelle materie trattate, individuati con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, adottato entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto.
All’appello mancano tra gli enti locali i comuni e tra le organizzazioni della società civile quelle che rappresentano le diaspore Africane in Italia, entità che potrebbero garantire ulteriormente quell’ascolto e vicinanza ai paesi del continente africano, più volte sottolineato dalla premier come caratteristica del suo nuovo modello di cooperazione.
Viene poi indicata una struttura più operativa, “struttura di missione” che sarà istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e sarà composta da un coordinatore individuato tra gli appartenenti alla carriera diplomatica e articolata in due uffici di livello dirigenziale generale, compreso quello del coordinatore, e in due uffici di livello dirigenziale non generale.
Sarebbe la Cabina di regia a dover scrivere il piano entro fine marzo 2024 sulla base di una serie di relazioni che verranno prodotte dalla struttura di missione entro fine anno.
Mancano però le risorse da stanziare per il Piano, nel decreto non ce n’è traccia se non quelle destinate a pagare gli stipendi della Struttura di missione. Si tratta di 2,6 milioni di euro per 17 tra dirigenti, esperti e funzionari (coordinati da una persona scelta dalla carriera diplomatica) che faranno da appoggio alla Cabina di regia, sia in termini di consulenza che di segreteria. La Struttura di missione avrà anche il compito di informare il Parlamento, ogni anno, sull’attuazione del piano Mattei con un’apposita relazione. A queste si aggiungono un contingente di esperti per un limite di spesa complessivo annuo di euro 500.000.