Le cifre erano schizzate in alto già lo scorso anno a seguito della guerra in Ucraina, numeri già elevati a causa del flusso continuo di rifugiati afgani e dell’escalation del conflitto in Sudan. Secondo UNHCR il totale globale dei rifugiati forzati si attesta a 110 milioni di persone. I dati sono aggregati nel principale rapporto annuale dell’Alto Commissariato, il Global Trends in Forced Displacement, che ha rilevato che entro la fine del 2022, il numero di persone sfollate a causa di guerre, persecuzioni, violenze e violazioni dei diritti umani ha raggiunto la cifra record di 108,4 milioni, in aumento di 19,1 milioni rispetto all’anno precedente, il più grande aumento mai registrato. Una traiettoria ascendente che non mostra alcun segno di rallentamento nel 2023, soprattutto a causa dello scoppio del conflitto in Sudan che ha innescato nuovi flussi massicci verso i paesi confinanti.
Del totale globale, 35,3 milioni sono rifugiati veri e propri, persone che hanno attraversato un confine internazionale per trovare sicurezza, mentre una quota maggiore – il 58%, che rappresenta 62,5 milioni di persone – è stata sfollata all’intero dei propri paesi d’origine a causa di conflitti e violenze.
La guerra in Ucraina è stata la principale causa di movimento di persone nel 2022. Il numero di rifugiati dall’Ucraina è salito da 27.300 alla fine del 2021 a 5,7 milioni alla fine del 2022, rappresentando il più rapido flusso di rifugiati dalla seconda guerra mondiale. Per contro le stime per il numero di rifugiati dall’Afghanistan erano a fine 2022 più alte del previsto a causa degli afghani ospitati in Iran, molti dei quali erano arrivati già negli anni precedenti. Il rapporto registra anche i numeri al rialzo di venezuelani in Colombia e Perù, per lo più classificati come “altre persone bisognose di protezione internazionale”, ospitati in quei paesi.
Le cifre presentate nel rapporto confermano che, misurati in base ai mezzi economici e alla popolazione, rimangono i paesi a basso e medio reddito – non gli stati ricchi – quelli che ospitano la maggior parte degli sfollati nel mondo. I 46 paesi meno sviluppati rappresentano meno dell’1,3% del prodotto interno lordo globale, eppure hanno ospitato oltre il 20% di tutti i rifugiati. I finanziamenti per le numerose situazioni di sfollamento e per sostenere gli ospiti sono rimasti indietro rispetto alle esigenze lo scorso anno, rimanendo lenti nel 2023 con l’aumentare delle esigenze.
“Secondo il Commissario UNHCR Filippo Grandi, nonostante la dimostrazione che la maggior parte delle popolazioni del mondo continuano a mostrare una straordinaria ospitalità per i rifugiati offrendo spontaneamente protezione e aiuto a chi ne ha bisogno, resta necessario un sostegno internazionale più ampio e una più equa condivisione delle responsabilità, specialmente con quei paesi che ospitano la maggior parte dei il mondo è sfollato. Occorre fare molto di più per porre fine ai conflitti e rimuovere gli ostacoli in modo che i rifugiati abbiano la possibilità di tornare a casa volontariamente, in sicurezza e con dignità“.
Mentre la cifra totale degli sfollati ha continuato a crescere, il rapporto Global Trends ha anche mostrato che coloro che sono costretti a fuggire non sono condannati all’esilio per sempre, ma possono tornare a casa, volontariamente e in sicurezza. Nel 2022, oltre 339.000 rifugiati sono tornati in 38 paesi e, sebbene in calo rispetto all’anno precedente, si sono registrati rimpatri volontari significativi in Sud Sudan, Siria, Camerun e Costa d’Avorio. Nel frattempo, nel 2022 sono rientrati 5,7 milioni di sfollati interni, in particolare in Etiopia, Myanmar, Siria, Mozambico e Repubblica Democratica del Congo.