Il MAECI ha nominato alcuni giorni fa la Commissione incaricata di esaminare e valutare le 50 candidature pervenute attraverso l’avviso di selezione del nuovo direttore/trice dell’Agenzia italiana per la Cooperazione. Cinque componenti e altrettanti supplenti sono stati individuati dal MAECI nel mondo diplomatico, accademico, nelle organizzazioni internazionali, nella magistratura e nella società civile. Ecco di seguito i nomi dei commissari nominati:
- ambasciatore Enzo Angeloni, Direttore generale per la promozione del sistema Paese, presidente; ministro plenipotenziario Stefano Bianchi, Vice direttore generale/Direttore centrale per le politiche migratorie e la mobilità internazionale presso la Direzione generale per gli italiani all’estero e le politiche migratorie, presidente supplente;
- professor Angelo Riccaboni, professore di prima fascia di economia aziendale, Università degli studi di Siena, componente; professor Francesco Fasolino, professore di prima fascia di fondamenti del diritto europeo presso l’Università degli studi di Salerno, componente supplente;
- dottor Biagio Di Terlizzi, direttore aggiunto del CIHEAM di Bari (International Centre for Advanced Mediterranean Agronomic Studies), componente; dottor Gherardo Casini, direttore UN/DESA – Ufficio di Roma, componente supplente;
- avvocato Diana Ranucci, avvocato dello Stato, componente; avvocato Agnese Soldani, avvocato dello Stato, componente supplente;
- dottoressa Daniela Fatarella, direttrice generale di “Save the Children”, componente. don Dante Carraro, direttore “Medici con l’Africa CUAMM”, componente supplente.
Le funzioni di segretario della commissione sono svolte dal dottor Gabriel Vallin Frangoulis, funzionario della terza area funzionale in servizio presso la DGCS; segretaria supplente è nominata la dottoressa Maura Sanetti, funzionaria della terza area funzionale in servizio presso la Direzione generale per le risorse e l’innovazione.
Nelle prossime settimane la commissione redigerà l’elenco dei candidati idonei che saranno ammessi al colloquio attraverso il quale saranno valutate le competenze in relazione allo svolgimento dell’incarico, anche sulla base di un’illustrazione di linee programmatiche elaborate dai candidati stessi. Al termine dei colloqui, la commissione esprimerà un giudizio complessivo su ciascun candidato, senza attribuzione di punteggi né elaborazione di una graduatoria di merito e su queste basi dovrà comporre la rosa ristretta di candidati da sottoporre al ministro degli Esteri per la nomina al vertice dell’AICS.
Inutile nascondere che gli occhi sono puntati sulla candidatura di Guglielmo Picchi, ex parlamentare leghista, già sottosegretario agli Esteri nel Governo Conte I. La sua candidatura spicca tra tutte per la sua forte connotazione politica. La storia politica di Guglielmo Picchi dopo il suo passaggio da Forza Italia alla Lega è caratterizzata infatti da un marcato attivismo anti migrazione a anti ONG, temi che sono stati i sui cavalli di battaglia da quando nel 2017 ha contribuito a fondare il Centro di Studi Politici e Strategici Machiavelli, un think-tank identitario con l’obiettivo di costruire un polo sovranista nell’area della destra conservatrice italiana. Lo avevamo incrociato nel 2019 quando in piena campagna di delegittimazione delle ONG aveva organizzato un evento alla Camera dei Deputati proprio sulle ONG e la trasparenza.
Un posizionamento non proprio istituzionale quello che emerge dalla importante attività sui social network di Picchi, in particolare nel suo profilo di Twitter dove è facilmente comprensibile l’evoluzione del suo pensiero politico e la sua visione geopolitica. Da qualunque parte la si guardi se si arrivasse a un’AICS guidata da Guglielmo Picchi si tratterebbe di un cambiamento radicale visti i profili non politici dei predecessori e la necessità di interpretare quel carattere tecnico-operativo che la legge 125 del 2014 conferisce all’Agenzia all’interno del sistema italiano della cooperazione allo sviluppo.