Si è infranto ieri il sogno degli operatori e delle organizzazioni della società civile di vedere la nomina di un vice ministro tecnico che conoscesse la cooperazione internazionale dalle sue esperienze sul campo e che avesse acquisito competenze direttamente operando nel settore. Un desiderio manifestato nelle scorse settimane da diverse anime del terzo settore che però avevano indicato la stessa direzione per un rilancio della cooperazione italiana in un contesto internazionale così critico.
La scelta della presidente Meloni è andata a cadere su Edmondo Cirielli, salernitano di 58 anni, uomo forte di FdI in Campania, è stato presidente della Provincia di Salerno dal 2009 al 2012, primo candidato di destra a vincere nel feudo del governatore De Luca. Deputato alla Camera dal 2001, dove ha ricoperto gli incarichi di Presidente della 4ª Commissione Difesa dal 2008 al 2013; segretario dal 2013 al 2018; e Questore alla Camera fino al 2022.
Un identikit che sposta di molto l’orizzonte indicato dalle OSC. Il background di Cirielli parla infatti di difesa e forze dell’ordine. Figlio di un Ufficiale dell’Esercito, nel 1980 è stato ammesso come allievo del 193º corso alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, dove ha conseguito la maturità scientifica nel 1983 – si legge nella sua biografia online. Successivamente ha frequentato l’Accademia Militare di Modena e la Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma, conseguendo all’Università degli Studi di Parma la laurea in Giurisprudenza e, all’Università degli Studi di Salerno, la laurea in Scienze politiche e la laurea specialistica in Scienze della sicurezza interna ed esterna. È stato ufficiale dell’Arma dei Carabinieri in aspettativa per mandato parlamentare, ora in congedo. Nell’ottobre 2020 ha ricevuto la promozione onorifica al grado di Generale di Brigata.
Un curriculum che parla da solo e che motiva la visione securitaria della cooperazione che Cirielli ha più volte mostrato in passato attraverso dichiarazioni e atti parlamentari. Una cooperazione che sembra avere due fil rouge: da un lato il rafforzamento della cooperazione governativa (a partire dalla Libia) perché vengano bloccati i flussi e i migranti illegali vengano perseguiti e detenuti nel loro paese d’origine, dall’altro l’azione di cooperazione alla “Aiutiamoli a casa loro”, centrata sulla prevenzione dei fenomeni migratori in particolare dall’Africa attraverso il Mediterraneo.
Il governo ha nominato anche gli altri due sottosegretari alla Farnesina. Si tratta di Giorgio Silli (Noi Moderati) e Maria Tripodi (Forza Italia).
Silli, 45 anni originario di Prato, nella scorsa legislatura faceva parte del comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen, di vigilanza sull’attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione. Draghista convinto durante lo scorso esecutivo, Silli aveva lasciato Forza Italia – suo partito d’origine – nel 2019, sposando poi il percorso del governatore della Liguria Giovanni Toti. Il 25 settembre si è candidato nel collegio pratese della Camera con la formazione Noi moderati, che però aveva ottenuto soltanto lo 0,5% senza riuscire a entrare in parlamento.
Maria Tripodi arriva a seguito dello stop imposto dalla Meloni a Giuseppe Mangialavori, coordinatore calabrese del partito di Silvio Berlusconi, citato in due indagini di ‘ndrangheta e per questo motivo finito al centro delle polemiche delle ultime ore. Alla fine Forza Italia ha accettato di ritirarlo, sostituendolo con Maria Tripodi, deputata calabrese anche lei non rieletta alle elezioni del 25 settembre scorso. Quarantenne, Laureata in Studi Politici Internazionali e Comunitari, con specializzazione in Relazioni Internazionali presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” è membro della Società Italiana di Storia Militare (SISM) e consulente per enti pubblici e privati.
Mi sembra di cogliere, in questo articolo, un pregiudizio nei confronti del Vice Ministro Edmundo Cirielli, che non aiuta al dialogo necessario con le autorità per rappresentare le esigenze della cooperazione. Sono un Gen. Dei Carabinieri in pensione, presidente dell’Associazione LumbeLumbe che quest’anno compie 20 anni di attività e, se mi sono spinto ad occuparmi di solidarietà lo devo alla mia esperienza nell’Arma che, tra gli altri compiti, ha quello di aiutare e sostenere gli ultimi, le persone in difficoltà ed in generale essere al servizio delle comunità, con le circa cinquemila Stazioni che sono presenti in quasi tutti i comuni d’Italia.
Nessun pregiudizio. Semplicemente un giudizio su quanto mostra il curriculum del neo VM e le sue recenti dichiarazioni pubbliche. Si tratta sicuramente di posizioni mediamente lontane da quelle della società civile che si occupa di cooperazione ma il dialogo è sicuramente aperto e il confronto necessario per fare in modo che la cooperazione internazionale dell’Italia interpreti al meglio i principi della legge 125.
Concordo pienamente sulla necessità di confronto e dialogo necessario per sostenere adeguatamente la cooperazione. Un po’ meno sul fatto che non ci sia un pregiudizio quando si dice che la nomina “ha infranto un sogno”. In ogni caso buon lavoro e continuerò a tenermi informato anche con il vostro interessante e qualificato contributo divulgativo.
conosciamo il viceministro Cirielli da anni, e pensiamo che anche dalla sua ottica politica saprà essere positivo per la Cooperazione.Inoltre pensiamo che le nostre considerazioni dovrebbero essere espresse sui fatti e non sulle ipotesi…..quindi buon lavoro a tutti.