Correva l’anno 2016 quando, dopo una serie di serrate discussioni tra progettisti sui nuovi schemi di logical framework, abbiamo capito che c’era bisogno di aprire un dibattito sul tema più ampio della gestione dell’impatto e della valutazione e che l’approccio della Teoria del Cambiamento (TdC) avrebbe potuto aiutarci a fare passi in avanti in questo ambito così attuale e complesso, in particolare per quello che riguarda lo specifico della cooperazione internazionale.
La questione centrale è sempre la stessa: come generare cambiamento duraturo e misurabile in contesti di crisi continue, incertezza e costante mutamento? Su che basi? E con quali competenze, strumenti, processi e indicatori per misurarlo? Temi non da poco per le organizzazioni del nostro settore, che ogni giorno di più realizzano di dover migliorare le proprie capacità di generare cambiamento e di poterlo misurare, per apprendere continuamente dal proprio lavoro e dai portatori di interesse, prendere decisioni e reagire tempestivamente sulla base delle migliori evidenze disponibili. Ma anche per rendere conto del proprio operato con il duplice obiettivo di consolidare la fiducia nell’intero ecosistema, e di rendere i cambiamenti strutturali e sostenibili.
Un bisogno emergente, anche frutto di un lavoro di comunicazione e formazione che dalle pagine di questo sito abbiamo voluto portare avanti negli anni creando un gruppo di lavoro dedicato, il ChangeLab, che si è fatto promotore di un percorso formativo sulla Teoria del Cambiamento con un grande successo tra gli operatori del terzo settore nelle sue tappe in giro per l’Italia. Quel percorso ha sicuramente contagiato l’offerta formativa del settore, che oggi vede innumerevoli proposte di formazione dedicate alla Teoria del Cambiamento e ai temi legati alla gestione dell’impatto.
Aver portato questi temi al centro del dibattito nella community degli operatori e aver sensibilizzato le organizzazioni ad attivarsi è sicuramente un risultato che va ben oltre le aspettative, come confermato sia dall’attenzione che i lettori riservano sempre ai contenuti che continuiamo a pubblicare su questi temi sia dal livello di condivisione della guida gratuita che è stata realizzata con il ChangeLab nel 2019.
Si tratta di “Progettare con la Teoria del Cambiamento: Una guida per il mondo della cooperazione internazionale”, un documento completo e approfondito per capire i presupposti, le opportunità e i limiti della TdC nella pianificazione, programmazione/progettazione e valutazione. Questa guida è stata scaricata più di 10.000 volte da altrettanti lettori e viene correntemente utilizzata in diversi corsi e occasioni formative interne alle organizzazioni.
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È proprio dalle vostre sollecitazioni e dalla richiesta esplicita di alcune organizzazioni che abbiamo pensato di pubblicare una versione della guida in lingua inglese. Presentiamo oggi “Project Planning with the Theory of Change”, con la consapevolezza che questo nuovo contributo potrà essere estremamente utile per condividere i contenuti sulla TdC con lo staff delle organizzazioni all’estero. Necessità che è emersa anche da diverse esperienze di elaborazione di TdC all’interno delle organizzazioni, percorso che richiede il coinvolgimento di buona parte del team, comprese le risorse umane che operano all’estero.
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Questa ulteriore tappa ci continua a interrogare su quanto e come abbiamo imparato ad usare l’approccio della Teoria del Cambiamento nelle nostre organizzazioni in questi anni. È per questo che cogliamo l’occasione per ridarvi la parola e chiedervi di rispondere a un breve questionario che ha l’obiettivo di capire quanto la Teoria del Cambiamento sia familiare per voi operatori e per le organizzazioni che si occupano di cooperazione interazionale.
Poche domande, ma mirate, per saggiare la diffusione e la percezione sul tema. Non ci vorranno più di 3 minuti per compilarlo!