Non è una bocciatura, ma sicuramente una pagella da rimediare quella che la Corte dei Conti ha recentemente stilato sull’operato dell’AICS a seguito dell’indagine effettuata sulla “gestione delle risorse assegnate all’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo. Strumenti finanziari, moduli operativi e sistemi di valutazione”.
Nel rapporto pubblicato emerge un apprezzamento da parte dei magistrati dei progressi dell’Agenzia ma non mancano i rilievi critici sui quali vengono richiesti correttivi entro sei mesi dalla recente delibera inviata alla Presidenza della Camera e a quella del Senato, alla Presidenza delle Commissioni bilancio del Parlamento, alla Farnesina, al Mef, alla Cassa depositi e prestiti e alla stessa Agenzia per la cooperazione allo sviluppo.
Le materie sulle quali c’è da recuperare sono fondamentalmente cinque:
- La digitalizzazione e la gestione informatizzata
- Il mondo dei bandi e delle procedure competitive
- Il monitoraggio e la valutazione dei risultati e dell’impatto
- La struttura organizzativa
- Il coinvolgimento del profit nella cooperazione
Materie che non sono certo marginali per il funzionamento del sistema italiano della Cooperazione, un sistema che dipende da tutti gli attori coinvolti che secondo i magistrati l’Aics dovrebbe maggiormente supportare con desk dedicati e mediante l’offerta di webinar, iniziative formative ed altre occasioni di incontro tra le università, gli enti pubblici, le OSC e le imprese italiane.
Ma andiamo per ordine e vediamo nello specifico quali sono i rilievi finali che la Corte ha effettuato:
- La digitalizzazione delle procedure e la creazione di una piattaforma informatica che agevoli il dialogo permanente tra gli stakeholder costituiscono fattori distintivi di una cooperazione trasparente e di qualità.
[…] Nell’ambito di tale percorso si raccomanda l’attivazione di funzioni che agevolino la condivisione delle informazioni e l’interoperabilità delle banche dati tra le diverse componenti del Sistema italiano della cooperazione allo sviluppo. È, altresì, auspicabile che l’Agenzia si doti di una piattaforma informatica che favorisca il dialogo permanente tra i principali stakeholder, l’incontro tra la domanda e l’offerta di cooperazione e la definizione, attraverso il dialogo tra il profit ed il non profit, di nuovi strumenti e metodologie di intervento. Una sezione di tale piattaforma potrebbe essere dedicata a programmi di aggiornamento interattivo destinati ai soggetti della cooperazione, finalizzati al miglioramento della qualità dei progetti, delle rendicontazioni, dei monitoraggi e delle valutazioni.
- Una maggiore efficacia della cooperazione richiede la razionalizzazione del sistema delle procedure competitive di erogazione dei contributi ed il superamento della frammentazione degli interventi.
La cooperazione italiana allo sviluppo appare connotata da un’eccessiva frammentazione degli interventi, fattore che, oltre a rendere meno efficiente ed efficace l’attività di cooperazione, comporta il rischio di sovrapposizioni e duplicazioni con il conseguente sperpero di risorse pubbliche. Va, inoltre, osservato che la gestione delle procedure “a dono” mediante Bandi dedicati alle singole categorie di soggetti della cooperazione non assicura la coerenza degli interventi promossi nell’ambito della medesima area geografica. Per far fronte a tali criticità si raccomanda, oltre ad una razionalizzazione del sistema dei Bandi, il progressivo orientamento delle risorse verso la realizzazione di iniziative di maggiore impatto e l’adozione di misure idonee ad incentivare i progetti “collegati” in termini di complementarità, allo scopo di favorire la creazione, nei Paesi partner della cooperazione, di reti e filiere sostenibili e resilienti.
- Il monitoraggio e la valutazione costituiscono elementi fondamentali del ciclo di progetto e strumenti necessari per il miglioramento dell’efficacia delle politiche di cooperazione.
Il monitoraggio e la valutazione costituiscono importanti strumenti di miglioramento dell’efficacia e della qualità degli interventi di cooperazione e, al tempo stesso, di accountability e trasparenza. La particolare rilevanza di tali fasi nell’ambito del ciclo di progetto induce a raccomandare ad AICS l’adozione di apposite linee guida, unitamente ad un set di indicatori e termini di riferimento comuni per tutte le valutazioni, idonei a consentire analisi e comparazioni per aree geografiche e settori di intervento. Si ritiene, altresì, opportuno, che vengano assicurati, sulla base di format standardizzati, rapporti di monitoraggio idonei ad offrire una visione costantemente aggiornata sullo stato di attuazione degli interventi nonché valutazioni dei risultati per tutte le iniziative di cooperazione.
- Il completamento della dotazione organica riveste carattere di priorità, anche ai fini dell’attivazione di nuove strutture organizzative coerenti con l’esigenza di una cooperazione più efficace e aperta all’innovazione.
La Sezione sottolinea l’urgenza di pervenire alla piena copertura delle posizioni lavorative vacanti e, in prospettiva, suggerisce di valutare l’adeguatezza della dotazione organica tenendo conto delle molteplici e complesse funzioni assegnate all’Agenzia […]. Con il rafforzamento della dotazione di personale qualificato, potrà essere considerata anche l’istituzione di strutture di supporto alle funzioni svolte in sede centrale (ad es. ufficio di valutazione tecnica dei progetti di cooperazione, ufficio di monitoraggio e valutazione delle iniziative di cooperazione, ufficio di analisi, studio e progettazione di nuove modalità di intervento).
- Il coinvolgimento del profit nelle iniziative di cooperazione richiede una strategia dedicata.
Il coinvolgimento del profit si rivela determinante per promuovere l’avvio di attività imprenditoriali sostenibili nei Paesi partner della cooperazione. Allo scopo di favorire una maggiore partecipazione del settore imprenditoriale alle iniziative di cooperazione si raccomanda l’adozione di una strategia articolata su più direttrici: la distinzione, nell’ambito degli interventi finanziati da AICS, tra le fattispecie che richiedono l’applicazione del Codice dei contratti e quelle assoggettate a procedure comparative pubbliche; l’assunzione di iniziative volte a sollecitare l’adozione, in ambito UE, di un nuovo quadro regolamentare che consenta il superamento degli attuali limiti previsti dalla disciplina “de minimis”; l’attivazione di un Help Desk dedicato all’assistenza alle imprese che partecipano alle procedure di erogazione dei contributi […].
Ma il documento contiene anche una serie di indicazioni e suggerimenti puntuali, di seguito alcuni dei più rilevanti:
- Migliorare la capacità di programmazione a partire dalla redazione dei Documenti di strategia Paese (DSP) e dall’elaborazione di un programma pluriennale delle iniziative a dono, ovvero dei bandi.
- Introdurre procedure per garantire imparzialità e trasparenza nei casi di affidamento diretto di iniziative a Università ed Enti di Ricerca, nonché la pubblicazione, in un’apposita sezione del sito web dell’Agenzia, degli incarichi conferiti alle predette amministrazioni ed enti pubblici.
- Razionalizzazione del sistema dei bandi per assicurare coerenza e complementarità degli interventi su base geografica e introduzione di incentivi volti a favorire lo sviluppo di filiere integrate della cooperazione.
- Elevazione dei requisiti di solidità finanziaria e capacità operativa richiesti alle OSC per l’iscrizione all’elenco di cui all’art. 26 e un progressivo orientamento delle risorse finanziarie verso la realizzazione di progetti di maggiore rilevanza ed impatto, da affidarsi a soggetti dotati di standard organizzativi adeguati e di una comprovata esperienza nei Paesi partner della cooperazione ovvero in uno specifico settore di intervento.
- Introduzione nel settore degli aiuti umanitari di procedure chiare e facilmente accessibili per le organizzazioni locali e internazionali e di una reportistica attenta al profilo dell’efficacia degli interventi.
- Aumentare il numero delle valutazioni d’impatto (di competenza DGCS) e rafforzare il collegamento tra l’attività valutativa e la programmazione delle iniziative di cooperazione dando corso alle attività di management response.
- Allargare la valutazione dei risultati e degli impatti alle iniziative di cooperazione realizzate da altri Ministeri e dalla Direzione generale per i cittadini all’estero del MAECI.
- Sulla valutazione delle iniziative del canale multilaterale aumentare la partecipazione dell’Italia alle attività del MOPAN e degli organi di controllo degli organismi internazionali per sollecitare rendicontazioni e valutazioni di qualità, che consentano di effettuare con maggiore consapevolezza le scelte di allocazione delle risorse e di privilegiare le organizzazioni che offrono le maggiori garanzie in termini di efficacia, efficienza e trasparenza dell’azione di cooperazione.
- Ricorrere all’istituto della co-progettazione, quale strumento per la realizzazione di “specifici progetti di servizio o di intervento finalizzati a soddisfare bisogni definiti” attraverso l’adozione di apposite regole, requisiti di professionalità, esperienza e capacità operativa richiesti ai soggetti che intendano svolgere attività di co-progettazione. Il conferimento di tali incarichi non potrà prescindere dall’adozione di procedure comparative in grado di assicurare trasparenza, imparzialità, partecipazione e parità di trattamento.