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Governo Draghi, domani si scioglie il rebus sottosegretari

Lo chiamano «algoritmo Draghi», la versione 2.0 del manuale Cencelli che dovrebbe risolvere entro domani l’equazione a le incognite sulle poltrone di viceministri e sottosegretari. Questa volta l’operazione è particolarmente complessa a causa della molteplicità di partiti in maggioranza, la presenza di ministri tecnici, il polverone delle quote rosa, gli equilibri tra correnti, il rapporto tra deputati e senatori e la rappresentanza geografica. Un groviglio indistricabile affidato a Roberto Garofoli, braccio destro di Draghi a Palazzo Chigi e capo dei consiglieri di Stato che costituisce la vera e propria retrovia giuridica del governo.
La lista dei nomi dovrebbe contare tra 40 e 42 sottosegretari/viceministri. Pochi rispetto alle 76 nomine dei tempi di Prodi e comunque meno dei 45 sottosegretari del Conte I e dei 42 del Conte bis.

Ma veniamo alle quote che sarebbero riservate ai partiti che sono chiamati entro oggi a consegnare liste definitive dopo il rinvio della decisione di lunedì scorso. Ai 5S spetterebbero 10-11 posti in discesa a causa delle espulsioni di parlamentari che farebbero quindi scendere la loro quota. Tra 7 e 9 posti spetterebbero rispettivamente a PD e Lega, altri 7 a Forza Italia, 2 a Italia Viva e uno a Leu e ai centristi. Tutto cià deve però fare i conti con il fatto che anche palazzo Chigi potrebbe immettere dentro suoi nomi soprattutto per il MEF.

Al ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale Luigi Di Maio avrebbe voluto riconfermare i due ex, Manlio Di Stefano e Emanuela Del Re viceministra con delega alla Cooperazione. L’operazione sembra però improbabile visti i numeri attualmente a disposizione del Movimento dal quale emerge anche il nome di Marta Grande che potrebbe spuntare all’ultima curva. Il nome più accreditato resta comunque Manlio Di Stefano che potrebbe continuare a occuparsi di commercio estero.
Anche la Lega propone un derby tra Guglielmo Picchi, già sottosegretario alla Farnesina, e Paolo Formentini, attuale vicecapogruppo in Commissione Esteri alla Camera.
In casa PD sembra sicura la riconferma di Marina Sereni anche se resta in ballo il nome di Enzo Amendola se non fosse collocato agli Affari UE.
Sugli esteri resta anche la proposta di Più Europa che vorrebbe vedere il ritorno di Benedetto della Vedova, nome che sembra gradito anche alla Presidenza del Consiglio. A tutto questo si aggiunge Forza Italia che bussa alla porta della Farnesina e vorrebbe vedere inserito Valentino Valentini e Italia Viva che ripropone Ivan Scalfarotto.


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