Poco meno di una settimana fa l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato come ogni anno l’elenco degli enti destinatari del 5 per 1000 ammessi in una o più categorie di beneficiari per l’anno finanziario 2018. Nello specifico le organizzazioni e gli enti ammessi sono nel complesso 56.908, suddivisi per categoria: in cima alla classifica gli enti del volontariato (46.312), a seguire le associazioni sportive dilettantistiche (9.892), gli enti impegnati nella ricerca scientifica (480), quelli che operano nel settore della sanità (106), gli enti dei beni culturali e paesaggistici (94) e gli enti gestori delle aree protette (24).
Pensate però che oltre 10.000 enti registrati per il 5 per mille portano a casa meno di 250 euro (che vuol dire massimo una decina di firme) e 2554 enti addirittura raccolgono zero firme e non hanno quindi diritto a nessun contributo. L’elenco è comunque lunghissimo e totalizza quasi 500 milioni, per l’esattezza quest’anno gli italiani ne hanno destinati 495 milioni dalle loro dichiarazioni dei redditi.
Gli enti di ricerca sanitaria si confermano in cima alle preferenze degli italiani con l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc) che occupa stabilmente il primo posto e con le sue 1.669.110 preferenze si aggiudica da sola 65 milioni di euro. Appartenenti allo stesso mondo, nella top ten compaiono in costante crescita la Fondazione Piemontese per la ricerca sul cancro, l’Istituto europeo di oncologia, l’Associazione italiana contro le leucemie – Ail, la Lega del Filo d’Oro e la Fondazione dell’Ospedale pediatrico Meyer, tutte superano abbondantemente le 150 mila firme dei contribuenti.
Veniamo al mondo della cooperazione internazionale che ha storicamente rappresentato una fetta importante delle scelte degli italiani in particolare a favore delle organizzazioni non governative elencate nella categoria Onlus e volontariato. Sono oltre 10 milioni gli italiani che hanno optato per un’organizzazione appartenente a questa categoria.
In vetta alla classifica il settore della cooperazione è rappresentato come sempre dalle grandi ONG sanitarie. Emergency è stabile al secondo posto assoluto dopo AIRC con 314.177 firme (ne perde 42.000 dall’anno precedente), segue Medici Senza Frontiere con 228.159 preferenze (32.000 in meno). Segue Save the Children con 151.613 firme, una tra le pochissime ONG a guadagnare terreno (+ 1,7%) seguita a ruota da CUAMM che incassa un aumento del 13%.
Ma i segni positivi nel mondo delle ONG di cooperazione internazionale e aiuto umanitario sono davvero pochi. Abbiamo estratto dall’elenco dell’Agenzia delle Entrate un campione di 60 ONG che appaiono nella parte alta della classifica degli enti ammessi al contributo del 5×1000 e si tratta di fatto delle più importanti ONG italiane.
Tutte insieme portano a casa oltre 35 milioni di contributi con poco meno di 1 milione di preferenze espresse dagli italiani. Ma il dato preoccupante è che sono solo 12 su 60 le organizzazioni che sono riuscite ad aumentare le firme rispetto all’anno 2017. La perdita è secca, meno 88.000 preferenze che in percentuale vuol dire meno 8,63%. Se guardiamo la tendenza sugli ultimi 4 anni (dal 2015 al 2018) la perdita è ancora più rilevante, meno 100 mila preferenze ovvero meno 9,72%.
Inutile dire che uno dei fattori determinanti di questa flessione è la campagna mediatica e politica diffamatoria che le ONG stanno subendo da ormai tre anni. Il 2018 rappresenta sicuramente l’anno in cui lo scontro sulla questione migranti e salvataggi in mare ha toccato il suo apice.
A preoccupare maggiormente è infatti il trend pluriennale che mostra un lento ma inesorabile disinteressamento da parte degli italiani rispetto all’aiuto allo sviluppo in particolare verso l’estero. Guardando la classifica è evidente che le poche realtà che riescono ad arginare i danni sono quelle più attive anche in Italia.
Crescono infatti anche le preferenze nei confronti delle ONG ambientaliste, il WWF ottiene più di 27 mila firme (mille in più del 2017), Greenpeace sale a quota 25.600, in crescita anche LIPU e il FAI, Fondo ambiente italiano che supera quest’anno le 36.000 preferenze.
Nel frattempo il terzo settore ha compattamento sollecitato in questi giorni al premier Conte di rivedere la disciplina del 5 per mille e di provvedere all’erogazione entro giugno del 5 per mille 2018 e contestualmente di almeno il 50% dell’ammontare del 5 per mille 2019. Si tratta di risorse dovute e già a bilancio che se fossero liquidate rapidamente sarebbero una boccata d’ossigeno per le organizzazioni alle prese con l’emergenza Covid19.
Una misura che sembra essere molto vicina alla firma e potrebbe essere contenuta già nel prossimo decreto che il governo varerà a breve.
Scarica la tabella analitica del trend delle ONG (2018-2015)
Scarica gli elenchi dell’Agenzia delle Entrate
Elenco enti destinatari del contributo ammessi in una o più categorie di beneficiari – 1 parte – pdf –
Elenco enti destinatari del contributo ammessi in una o più categorie di beneficiari – 2 parte – pdf –
Elenco enti destinatari del contributo ammessi in una o più categorie di beneficiari – 3 parte – pdf –
Elenco enti destinatari del contributo ammessi in una o più categorie di beneficiari – 4 parte – pdf –
Elenco enti destinatari del contributo ammessi in una o più categorie di beneficiari – 5 parte – pdf –
Articolo d’analisi molto interessante! Non è molto chiaro nella distribuzione proporzionale delle somme rimaste senza firma, come vengono assegnate tali somme agli ETS