Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha lanciato un appello ai paesi membri per l’attivazione di un fondo di oltre 2 miliardi di dollari per aiutare le nazioni più vulnerabili del mondo a far fronte alla pandemia di coronavirus. Le risorse mobilitate andrebbero ad aiutare i 40 dei paesi partner più vulnerabili per i prossimi nove mesi, quando saranno alle prese con la diffusione del virus.
Un piano d’azione in sei punti quello disegnato dall’ONU che vede tra le principali obiettivi la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle misure necessarie per rallentare la diffusione del virus, incluso il distanziamento sociale e il lavaggio delle mani. Sono inoltre coperti il potenziamento dei test e l’ottenimento di trattamenti prioritari per le persone a rischio più elevato di malattia grave. Il piano stanzia inoltre risorse sostanziali per la protezione della salute di personale medico e degli operatori umanitari.
L’operatività sarà gestita dall’ufficio umanitario delle Nazioni Unite, OCHA, che in queste ore sta erogando i primi 75 milioni dal suo fondo di emergenza interno per dare il via alle operazioni sul campo.
Sempre sul fronte internazionale oggi i leader del G20 terranno una riunione virtuale per mettere in campo un pacchetto di misure di risposta economica, si tratta di iniettare diversi miliardi di dollari nell’economia mondiale per aiutare a fermare la pandemia e accelerare la ripresa finanziaria da essa.
Martedì la Banca mondiale ha dichiarato di aver aumentato fino a 14 miliardi di dollari l’ammontare dei finanziamenti disponibili per i paesi membri per rispondere alla pandemia globale. L’International Financing Corp della Banca mondiale mobiliterà un totale di 8 miliardi di dollari attraverso gli istituti finanziari per sostenere il settore privato già fortemente danneggiato dagli impatti della crisi.
Su richiesta di una serie di stati africani la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale hanno dichiarato la loro disponibilità alla sospensione del pagamento del debito estero contratto dai paesi. Qualche giorni fa Kristalina Georgieva, direttrice operativa del FMI ha proposto di applicare una sospensione della riscossione dei debiti e di concedere fondi per aiuti sanitari, seguendo lo stesso meccanismo utilizzato nel 2014, durante l’epidemia di Ebola scoppiata nell’Africa Occidentale, che coinvolse 5 Stati africani con 28.610 casi di contagio e 11.308 decessi.