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L’aiuto UE tradisce il principio “Leave No One Behind”

L’aiuto allo sviluppo messo a disposizione dai paesi dell’UE è diminuito anche nel 2018, continuando la tendenza al ribasso già registrata nel 2017. Di questo passo l’Unione Europea (che resta comunque il più grande donatore mondiale) raggiungerebbe l’obiettivo dello 0,7% APS/PIL nel 2061. E’ questo uno dei numeri resi noti da Concord Europe nel recente Rapporto AidWatch 2019 che prende in esame l’aiuto europeo nell’ottica del raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Nonostante la riduzione del 25% dei cosiddetti aiuti gonfiati (cioè quelli contabilizzati come APS ma utilizzati nei paesi per l’assistenza ai rifugiati), gli aiuti dell’UE continuano a diminuire. L’investimento di 71,9 miliardi di euro nel 2018, oltre la metà degli aiuti globali – fa registrare una diminuzione del 5,8% rispetto al 2017.

Esaminando il principio “Leave No One Behind” e come attuarlo effettivamente, il rapporto AidWatch mostra che l’attuale allocazione APS dell’UE non è realmente guidata e indirizzata dagli alti livelli di povertà e disuguaglianza in alcune regioni del mondo. “Un allontanamento ulteriore rispetto agli obiettivi dell’Agenda 2030 sia in termini di quantità che di qualità dell’aiuto” è questo il primo commento di Luca De Fraia che per conto di Action Aid Italia e Concord Italia ha partecipato alla stesura del report. Sono sempre meno le risorse dell’UE dedicate all’eliminazione della povertà e allo sviluppo globale sostenibile, nonostante un aumento marginale degli aiuti destinati ai paesi meno sviluppati (dallo 0,11% nel 2017 allo 0,12% nel 2018). Un’analisi approfondita del rapporto AidWatch ha rilevato che un gruppo di 16 paesi, tra i più poveri del mondo, ricevono attualmente solo l’8% dei finanziamenti dell’UE. Solo 2 di questi paesi più bisognosi figurano nella classifica dei 10 paesi più finanziati dalla UE.

Il rapporto contiene anche le schede di dati riferite ai singoli paesi membri dalle quali si evince che solo Svezia, Lussemburgo, Danimarca e Regno Unito hanno rispettato l’impegno dello 0,7% del PIL in aiuto allo sviluppo. Sono cinque invece i paesi dove gli aiuti sono diminuiti oltre il 10% (Italia, Grecia, Finlandia, Austria e Lituania). L’aiuto italiano per il 2018 si ferma allo 0,23% del rappoto APS/PIL e addirittura l’indice del cosiddetto aiuto genuino (quello ripulito dalle voci gonfiate) si attesta allo 0,18%. Una inversione di tendenza preoccupante che vede la voce cooperazione in continua riduzione anche nella manovra finanziaria attualmente all’esame del Parlamento.

Infine il rapporto AidWatch esamina anche le risorse che sono state destinate a supportare il lavoro della società civile nella sua azione di riduzione delle disuguaglianze. Le cifre mostrano come il sostegno di base dell’UE alla società civile sia rimasto sostanzialmente stabile intorno al 3% dell’APS. Se invece si restringe il quadro ai donatori del gruppo DAC i dati mostrano una leggera diminuzione del sostegno alle CSO (dal 2% all’1,7% dell’APS). Secondo Concord si tratta di una ulteriore prova che mostra quanto lo spazio civico sia seriamente limitato in 109 paesi in tutto il mondo.

Scarica il rapporto AidWatch 2019

 


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