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Quanta cooperazione c’è nell’otto per mille della Chiesa Cattolica

Calano le firme per l’8 per mille a favore della Chiesa cattolica, ma sale l’introito assegnato, che per il 2019 (dichiarazioni dell’anno 2016 su redditi 2015) supera nuovamente la quota del miliardo di euro; è questo il dato comunicato recentemente dal ministero dell’Economia e delle Finanze. Nello specifico la somma relativa all’otto per mille dell’Irpef assegnata alla Chiesa cattolica per il 2019 risulta pari a 1.133.074.425 euro, l’anno scorso era stata di 997.973.199,26 euro (-1.28% rispetto all’anno precedente).

Di queste risorse importanti che ogni anno arrivano dalle tasche dei contribuenti italiani una quota di circa il 10% viene investita nei cosiddetti interventi caritativi a favore del Terzo Mondo. Una dicitura obsoleta quella della Chiesa che al suo interno contempla anche un certo numero di veri e propri progetti di cooperazione allo sviluppo. Si tratta di progetti di formazione, scolarizzazione, alfabetizzazione, prevenzione e cura delle malattie, sviluppo agricolo, promozione della donna e protezione delle categorie svantaggiate realizzati a favore dei poveri nelle periferie del mondo in oltre 80 paesi da diocesi, parrocchie, Caritas locali e ONG sia locali che internazionali.

A ricevere, selezionare e approvare i progetti con questi fondi è un organo della CEI, il Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo. Il Comitato si riunisce sei o sette volte l’anno ed è formato da 14 membri, 6 interni a CEI e mondo missionario e 8 esperti nominati dal Consiglio tra professori universitari, medici, ingegneri e altre persone con esperienza di cooperazione.

Ogni anno il comitato riceve quasi 1.500 progetti e ne vengono approvati in media 700/800. Nel 2018 risultano approvati dal Comitato 818 progetti per un totale di 118.6 milioni concessi a 692 enti italiani e stranieri. Da inizio 2019 sono oltre 200 i progetti già approvati dal Comitato per gli interventi caritativi per un totale di oltre 20 milioni di euro. La metà saranno investiti in Africa a finanziare 80 progetti. Le entità più finanziate sono le diocesi estere, a seguire le Caritas locali e le congregazioni religiose. 16 dei progetti approvati, per un totale di 4.086.754 Euro, sono stati finanziati a ONG e Onlus italiane che operano all’estero.

I soggetti che possono richiedere erogazioni a sostegno dei progetti sono infatti le Conferenze Episcopali Nazionali;, le Diocesi dei Paesi del Terzo Mondo e le Diocesi italiane che sostengono presenze missionarie nei Paesi del Terzo Mondo; le Caritas; gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica; le Associazioni e i Movimenti ecclesiali; le Organizzazioni di volontariato (legalmente costituiti in base alla normativa vigente e riconosciuti dallo Stato Italiano), le ONG/ONLUS e gli Istituti di formazione e ricerca, che devono essere presentati dalle rispettive diocesi.

Le proposte progettuali devono essere accompagnate dalla dichiarazione di approvazione della Conferenza Episcopale e del Vescovo della Diocesi dove si realizza l’intervento.

Non sono fissati specifici massimali economici per i progetti e anche la presentazione delle proposte è fattibile durante tutto l’arco dell’anno.

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