Nessun superstite. E’ questo il tragico bilancio dell’incidente aereo che ha visto ieri mattina un Boeing 737 della Ethiopian Airlines con 157 persone a bordo schiantarsi sei minuti dopo il decollo da Addis Abeba. Tra le vittime del disastro aereo c’è Paolo Dieci (presidente della ONG Cisp e di Link 2007), Pilar Buzzetti, Virginia Chimenti e Rosemary Mumbi (lavoravano per il World Food Programme), Carlo Spini, Gabriella Vigiani e Matteo Ravasio (componenti della onlus bergamasca Africa Tremila), Sebastiano Tusa (archeologo e assessore ai Beni Culturali della Regione Siciliana).
L’incidente è avvenuto alle 8,44 locali: l’aereo era decollato alle 8,38 dall’aeroporto di Bole diretto a Nairobi, in Kenya, ed è precipitato 62 chilometri a sud-ovest dalla capitale etiopica. Non c’è ancora nessuna indicazione sulla causa dello schianto, ma il pilota avrebbe chiesto il permesso di tornare indietro. Dopo il decollo il velivolo aveva «una velocità verticale instabile», ha riferito il sito Flightradar24. Si tratta della velocità ascensionale dell’aereo che indica quanta quota si guadagna in fase di cabrata. A bordo del Boeing 737-800 MAX c’erano 8 membri dell’equipaggio e 149 passeggeri. Oltre agli 8 italiani, a bordo c’erano passeggeri di 33 nazionalità diverse, molti dei quali diretti a Nairobi dove si apre la quinta sessione dell’Assemblea dell’Onu dedicata al clima.
Il Cisp ha annunciato in serata di ieri la scomparsa del suo presidente «con immenso dolore la perdita di Paolo Dieci, uno dei suoi fondatori, uno dei suoi più appassionati soci e più competenti cooperanti, il suo Presidente. Il nostro meraviglioso amico. Il mondo della cooperazione internazionale perde uno dei suoi più brillanti esponenti e la società civile italiana tutta perde un prezioso punto di riferimento». «La visione di una società più giusta, coesa, egualitaria, che ha guidato Paolo nel suo impegno in Italia e nel mondo continuerà a guidare il nostro lavoro. Ci stringiamo attorno alla moglie, ai figli e alla famiglia tutta di Paolo e promettiamo loro di continuare ad onorare la sua memoria mettendo in pratica tutto ciò che da lui abbiamo imparato, provando ad avere la sua stessa lucidità nell’analizzare i problemi delle società contemporanee, la sua stessa perseveranza e pazienza nel provare a risolverne almeno una parte, la sua stessa preparazione e competenza nella realizzazione di ogni singola azione, progetto, programma. Oggi – è il testo del messaggio diffuso online – ci sentiamo tutti soli. Da domani, però, ricominceremo a lavorare per affermare i diritti di ogni essere umano in qualsiasi parte del mondo si trovi, così come avrebbe fatto Paolo, con instancabile tenacia».
Incredulità e sgomento anche nel comunicato dei colleghi di Link 2007: “Ci stringiamo con immenso affatto intorno alla moglie Maria Luisa e ai tre figli, ai famigliari e a tutti gli amici del CISP a cui ci sentiamo da sempre legati. Il momento è difficile, molto difficile con la mancanza di Paolo. Il suo esempio e la strada che ha indicato nella sua azione e nel suo modo di porsi quotidiani può aiutarci a superarlo. Dialogo con tutti, studio e conoscenza dei contesti e dei problemi, approfondimento e ricerca di soluzioni condivise, presenza e impegno nei progetti di sviluppo, a formare, sostenere, guidare, comunicare valori e visioni, capacità di costruire partenariati con comunità e istituzioni, amore per i più deboli ed esclusi”.
«Il Paese – ha affermato Sergio Mattarella, ricordando le vittime – guarda con riconoscenza al loro impegno professionale e di vita, speso sul terreno della cultura e dell’archeologia, della cooperazione, di organizzazioni internazionali a servizio dello sviluppo umano».
Tutta la community della cooperazione italiana si stringe oggi alla famiglia di Paolo, ai suoi tre figli, ai colleghi del Cisp e di Link 2007 nel ricordo della sua dedizione, competenza e pacatezza.
Penso di non abusare del nome di nessuno se dico che tutto il mondo della cooperazione italiana si stringe alla famiglia di Paolo Dieci e al Cisp. Tocca tutti e ci ha lasciato tutti senza parole. Siamo uniti negli ideali e nel dolore.