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Esame OCSE/DAC sull’aiuto allo sviluppo: dopo la Commissione Europea tocca all’Italia

In media ogni cinque anni, il DAC (Development Assistance Committee dell’OCSE) esamina e valuta il sistema di cooperazione allo sviluppo di ciascun paese membro attraverso la così detta Peer Review, un “esame tra pari” che ha l’obiettivo di migliorare la qualità e l’efficacia delle politiche e dei sistemi di cooperazione allo sviluppo. Dopo una serie di incontri e visite sul campo in ogni paese l’OCSE DAC produce un rapporto dedicato contenente raccomandazioni e suggerimenti che vengono poi monitorati attraverso un processo di follow up che dovrebbe assicurare l’adeguamento delle politiche, dei programmi e delle pratiche del membro DAC esaminato. Il mese scorso il DAC ha prodotto il rapporto di Peer Review relativo alla Commissione Europea (primo donatore al mondo in materia di cooperazione allo sviluppo) e si appresta a fare visita alla Farnesina per la Peer Review dell’Italia.

La Commissione Europea in qualità di membro del Comitato di assistenza allo sviluppo dell’OCSE, è stata recentemente esaminata per le sue politiche di cooperazione allo sviluppo dopo l’ultima Peer Review datata 2012. Il rapporto sottolinea il ruolo di leadership dell’UE nei suoi sforzi per raggiungere accordi globali sullo sviluppo sostenibile e sui cambiamenti climatici e l’importanza della revisione del Consenso europeo sullo sviluppo, un traguardo strategico importante e non scontato che fissa la visione comune per sostenere lo sviluppo sostenibile dei paesi partner negli anni a venire. Tuttavia, con i negoziati sul Quadro Finanziario Pluriennale (MFF 2021-2027) in pieno svolgimento, sono diverse le raccomandazioni contenute nella valutazione inter pares del DAC: ecco di seguito i principali punti messi in evidenza dai valutatori:

  • Stabilire linee guida operativa su come l’UE, le sue istituzioni e gli Stati membri nel suo complesso attueranno il Consenso per lo sviluppo restando focalizzati sulla riduzione della povertà e lo sviluppo sostenibile;
  • Nell’attuazione del piano di investimenti esterni, l’UE dovrebbe garantire che le priorità dei paesi partner siano ben mirate quando si mobilitano finanziamenti per lo sviluppo sostenibile;
  • L’UE dovrebbe utilizzare meglio le informazioni e le valutazioni dei propri risultati;
  • La Commissione dovrebbe rendere le valutazioni decentrate più accessibili al pubblico al fine di migliorare la trasparenza e l’accountability;
  • La Commissione dovrebbe incoraggiare più efficacemente gli Stati membri a raggiungere gli obiettivi di APS;
  • La Commissione dovrebbe progredire nella semplificazione delle procedure;
  • L’UE dovrebbe assegnare più risorse ai paesi a basso sviluppo (LDC).

E’ quest’ultima la critica più forte del rapporto OCSE. I dati europei mostrano infatti un sorprendente 43% degli aiuti speso nei paesi a reddito medio-alto, mentre i paesi più poveri e più fragili ricevono solo il 26% e solo il 27% va all’Africa sub-sahariana.

Infine una sottolineatura sulla capacità della Commissione di recepire le raccomandazioni del precedente Peer Review del 2012. Solo il 22% delle raccomandazioni hanno trovato attuazione dopo 6 anni.

In arrivo la Peer Review dell’Italia

Il team di verifica del Comitato di Aiuto allo Sviluppo dell’OCSE effettuerà la review del sistema italiano di cooperazione allo sviluppo dal 4 all’8 marzo prossimi a Roma. Saranno Spagna e Nuova Zelanda a guidare la valutazione che verrà effettuata attraverso numerosi incontri di tutte le istituzioni e gli stakeholders della cooperazione internazionale a partire dai padroni di casa della DGCS, per passare all’AICS, nonché gli attori pubblici e privati che sono parte del sistema italiano della cooperazione allo sviluppo. Due sessioni saranno dedicate anche alle organizzazioni della società civile.

L’ultima Peer Review dell’Italia è datata 2014, prima dell’approvazione della legge 125. In quell’occasione il DAC aveva rilevato che il contributo italiano per la cooperazione internazionale allo sviluppo potrebbe essere più efficace con una strategia generale più chiara e un più stretto coordinamento tra i vari ministeri. Il rapporto raccomandava cambiamenti istituzionali per migliorare la gestione, la realizzazione e la valutazione dei programmi di sviluppo e per assicurare la coerenza degli interventi. All’Italia si raccomandava anche di concentrare la sua azione su un numero più ristretto di partner strategici multilaterali poiché la sua azione mira ad un numero inferiore di Paesi beneficiari.

Per realizzare la Peer Review 2014 dell’Italia, gli esaminatori si erano recati in Italia e in Albania. Il gruppo degli esaminatori era costituito dai delegati di Spagna, Svezia e Lettonia. Il rapporto di questa Peer Review 2019 dell’Italia dovrebbe essere disponibile entro il mese di giugno.


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