E’ Enzo Moavero Milanesi il ministro degli Esteri del nuovo governo M5s-Lega guidato da Giuseppe Conte. Moavero è già stato ministro in passato con due diversi governi: prima con Mario Monti e poi con Enrico Letta, in entrambi i casi con la delega agli Affari europei. Ha lavorato per anni nella Commissione europea e in altre istituzioni Ue ed è anche professore di diritto comunitario. In arrivo anche la nomina del vice ministro con delega alla cooperazione internazionale. Le indiscrezioni danno quasi per certa Emanuela Del Re che negli ultimi giorni starebbe prevalendo rispetto all’ipotesi più politica del grillino Manlio Di Stefano.
Chi è il nuovo ministro degli Affari Esteri
Enzo Moavero Milanesi è subentrato last minute nella squadra di governo, prendendo il posto di Luca Giansanti. Un ministro che, apparentemente, poco ha a che fare con il governo M5s-Lega: in passato esponente prima di un esecutivo tecnico (con Mario Monti) e poi di uno guidato dal Pd (con Enrico Letta), per anni collaboratore – a vario titolo – della Commissione europea e da sempre con posizioni decisamente più europeiste di quelle dei suoi futuri colleghi che siederanno con lui nei prossimi Consigli dei ministri.
E’ nato a Roma il 17 agosto 1954, Moavero Milanesi è un giurista e avvocato. Tra le sue esperienze più significative moltissime sono legate all’Unione europea e alle sue istituzioni. Un profilo sicuramente gradito a Bruxelles, dunque, e che può vantare ottime relazioni in ambito comunitario. È stato giudice di primo grado presso la Corte di giustizia dell’Unione europea, in Lussemburgo. E ha ricoperto il ruolo di collaboratore della Commissione europea come direttore generale del Bureau of European Policy Advisors. Viene definito da molti come il braccio destro di Mario Monti: ha accompagnato l’ex presidente del Consiglio in molte delle sue esperienze politiche (in Italia e in Europa) ricoprendo sempre ruoli di grande rilievo nei gabinetti guidati dallo stesso Monti. È stato professore di diritto comunitario alla Sapienza e alla Luiss, a Roma. Nel suo curriculum anche la direzione della School of Law della Luiss, dove ancora insegna così come a Bruges, dove ha completato i suoi studi.
Il primo incarico di Enzo Moavero Milanesi a livello governativo risale ai tempi del governo Amato, più di 25 anni fa: in quel caso si è occupato del risanamento degli enti pubblici. Poco dopo, nel 1994, Ciampi lo volle come sottosegretario agli Affari europei. Poi il trasferimento nelle istituzioni comunitarie, diventando capo di gabinetto di Mario Monti, ai tempi commissario europeo prima al Mercato Interno e poi alla Concorrenza: per un totale di cinque anni, dal 1995 al 2000. La carriera europea di Moavero non termina qui. Dal 2002 al 2005 ricopre il ruolo di vice segretario della Commissione europea.
La sua carriera politica riprende in Italia alcuni anni dopo: nel novembre 2011 entra nel governo tecnico guidato sempre da Mario Monti, come ministro per gli Affari europei. Ruolo che gli viene confermato nel 2013 con l’insediamento del governo guidato da Enrico Letta e trainato dal Partito Democratico. Prima di essere confermato ministro, però, Moavero si candida in Parlamento proprio con la lista ideata da Monti, ma non viene eletto al Senato. Dopo la crisi istituzionale e le difficoltà nel formare il governo, entra nel team di saggi voluto da Giorgio Napolitano, sempre nel 2013. Negli ultimi anni ha ricoperto altri due ruoli istituzionali che si sono però conclusi con un nulla di fatto. Il primo caso è quello del Comitato promotore di Roma 2024, in cui era membro del Comitato dei garanti. Il tentativo di Roma di ospitare le Olimpiadi è poi tramontato per decisione della giunta guidata dal M5s e da Virginia Raggi. Nel 2017, poi, viene nominato dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni consigliere per la promozione della dislocazione a Milano della sede dell’Ema: il progetto presentato dalla città milanese riscuote apprezzamenti in Europa, ma non basta. Alla fine la spunterà Amsterdam grazie al sorteggio tra i due dossier più votati.
In arrivo una Vice Ministra per la Cooperazione?
Potrebbe arrivare a giorni invece la nomina di Emanuela Del Re alla poltrona di viceministro degli Esteri con delega alla cooperazione. La Del Re, indicata da Luigi di Maio come possible ministro degli Esteri in campagna elettorale, è data in vantaggio rispetto a Manlio Di Stefano, il quale dovrebbe essere dirottato alla presidenza della commissione Esteri della Camera.
Emanuela Del Re, nata a Roma il 6 dicembre del 1963, è un’esperta di geopolitica e sicurezza, migrazioni e rifugiati, conflitti, questioni religiose e minoranze. Conosce a fondo Medio Oriente, Balcani e Caucaso su cui ha effettuato ricerche universitarie ricerche e partecipato a progetti di intervento in zone di conflitto. E’ fondatrice di Epos, un’agenzia di mediazione e negoziazione, attraverso la quale ha realizzato un progetto per i rifugiati siriani dal nome My Future, realizzato con il contributo anche del ministero degli Affari esteri. In questa intervista rilasciata a Vita.it esattamente due anni fa, racconta la sua esperienza e la sua visione su migrazioni e integrazione.