La maggioranza degli europei e, in misura minore, degli italiani ritiene necessario promuovere l’integrazione degli immigrati, ma al tempo stesso oltre un italiano su 2, il 51%, ritiene l’immigrazione più un problema che una opportunità e una percentuale analoga, il 55%, ritiene che l’integrazione non funzioni. I dati sono contenuti in uno speciale di Eurobarometro, in cui l’Italia risulta uno dei 7 Paesi dell’Unione europea in cui il fenomeno è maggiormente percepito come un problema. Si va dal 63% dell’Ungheria al 50% di Cipro, laddove all’opposto la Svezia risulta lo Stato in cui è più elevata e maggioritaria la quota di popolazione che ritiene l’immigrazione una opportunità: il 45% (e il 19% più un problema).
Ma anche sulla media Ue si registra una maggioranza, solo relativa, tra coloro che ritengono l’immigrazione più un problema: il 38% (quasi 4 su 10) a fronte di un 20% di opinioni secondo cui è più una opportunità. Un altro 31% di europei ritiene che l’immigrazione costituisca a pari livello un problema e una opportunità.
Nel presentare questo speciale, con un comunicato la Commissione europea pone l’accento sul fatto che il 69% degli intervistati nell’intera Ue ritiene che sostenere l’integrazione degli immigrati sia un investimento necessario per il lungo termine, laddove i contrari sono un 24%. In Italia queste percentuali sono rispettivamente del 56% (favorevoli) e del 35% (contrari). La quota più elevata di favorevoli al sostegno di misure per l’integrazione, il 91%, si registra in Svezia, la più bassa in Ungheria, il 41%.
La percezione degli italiani
Coloro che ritengono l’immigrazione più una opportunità che un problema sono il 6% (la media Ue è il 20%), mentre un altro 32% ritiene che rappresenti a pari livello un problema e una opportunità.
Sempre secondo l’Eurobarometro, a fronte di un 55% di italiani che ritiene che l’integrazione di immigrati non abbia successo (né a livello locale né su base nazionale), un altro 40% invece ritiene che funzioni. Percentuali praticamente invertite rispetto alla media Ue: in questo caso il 54% degli intervistati risponde che l’integrazione ha successo, mentre il 40% afferma il contrario. Da notare come anche in Svezia, Paese generalmente favorevole all’immigrazione, la maggioranza degli intervistati, il 52% ritiene che l’integrazione non sia un successo.
Di nuovo nella Penisola, la maggioranza degli intervistati, il 75% ritiene che l’immigrazione peggiori i problemi di criminalità nel Paese, il 63% giudica che gli immigrati siano un peso per il welfare e il 58% che sottraggano lavoro agli italiani. Al tempo stesso però un 69% di intervistati risponde che gli immigrati occupano posti per i quali è difficile trovare lavoratori. Il 55% non ritiene che gli immigrati abbiano un impatto positivo sull’economia e il 54% non ritiene che portino nuove idee o promuovano l’innovazione.
Quanto alla percezione sulla presenza di migranti sul territorio, in Italia la quota più consistente di intervistati, il 31%, ritiene che sia del 25% o superiore; un altro 21% ritiene che siano tra il 12 e il 25%. L’11% degli intervistati stima la quota di immigrati tra il 9 e il 12%.
Gli sbarchi in Italia, i numeri di marzo
Nel marzo scorso ci sono stati 6.200 attraversamenti irregolari delle frontiere esterne dell’Ue lungo le quattro principali rotte migratorie (Mediterraneo centrale, Orientale, Occidentale e Balcani occidentali), in calo del 63% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Gli attraversamenti irregolari del primo trimestre dell’anno sono stati in totale 18.800, la metà rispetto al 2017, con un calo dovuto soprattutto alla minore pressione migratoria sulla rotta del Mediterraneo centrale. Lungo questa rotta, afferma una comunicato diramato da Frontex, l’Agenzia Ue per la sorveglianza delle frontiere esterne, il mumero di migranti irregolari arrivato in Italia a marzo è calato attestandosi sotto i 1.400, una diminuzione dell’88% rispetto a marzo 2017. In tutti il primo trimestre dell’anno, i migranti irregolari sbarcati in Italia sono stati circa 6.600, con una riduzione di tre quarti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Finora, quest’anno, il gruppo più numero di migranti irregolari più numeroso che hanno preso questa rotta è stato quello degli eritrei (un quarto del totale), mentre il secondo gruppo più numeroso è stato quello dei tunisini partiti.