Il Consiglio Europeo dei ministri dello sviluppo dello scorso 19 maggio ha dato il proprio via libera al nuovo Consenso europeo per lo sviluppo, ovvero le linee strategiche dell’Unione in materia di cooperazione internazionale per i prossimi anni. Il documento è fortemente influenzato dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, sottoscritta dagli Stati membri europei nel 2015, che ha definito un nuovo quadro comune per sradicare la povertà e favorire una crescita sostenibile a livello globale. Il Parlamento europeo dovrà ora finalizzare il proprio sostegno al documento entro la fine del mese, prima che si possa arrivare all’adozione conclusiva in forma tripartita (Consiglio, Parlamento, Commissione) attesa per la prima metà di giugno.
Le organizzazioni della società civile riunite nella piattaforma di CONCORD Italia accolgono positivamente la riconferma della lotta alla povertà quale obiettivo principale delle politiche di sviluppo e il forte riferimento all’Agenda 2030 e agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
Francesco Petrelli, portavoce di CONCORD Italia dichiara: “Bene gli obiettivi e il riferimento all’Agenda 2030 al tempo stesso esprimiamo forte preoccupazione per la mancanza della necessaria coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile. Il rischio è che le buone intenzioni vengano influenzate e piegate da altri interessi vanificando i possibili effetti positivi in vari settori: dalla qualità dell’Aiuto alle politiche agricole e commerciali, dal ruolo del settore privato non adeguatamente regolato e monitorato, ai temi della sicurezza e della gestione dei flussi migratori.”
E proprio su questo ultimo tema, il documento mostra le evidenti difficoltà dell’Unione a trovare un linguaggio comune con un messaggio positivo. Se da un lato vengono ribadite le potenzialità della mobilità umana come fattore di sviluppo per tutti i paesi e l’impegno al rispetto dei diritti umani, dall’altro viene riaffermata la sovranità nazionale e il diritto di ogni singolo Paese a perseguire le proprie scelte e politiche nazionali. L’enfasi viene costantemente spostata sul tema della gestione e del controllo delle migrazioni.
“Nessuno scambio – commenta Petrelli- è possibile tra poche risorse e illusioni di contenimento dei flussi demandati a governi terzi o cedimenti a chi erige muri all’interno dell’Unione serviranno a risolvere il dramma umanitario delle migliaia di morti nel Mare Mediterraneo”.
Le ONG, in particolare quelle italiane, recentemente attaccate da alcune parti politiche e dai media per il caso dei salvataggi nel Mediterraneo, sono confortate dalla riconferma di un importante ruolo che il nuovo Consenso gli riconosce nell’ambito della cooperazione internazionale, della promozione della democrazia, della difesa dei diritti, della giustizia sociale e dei diritti umani. L’UE e i suoi Stati membri si impegnano a promuovere lo spazio della società civile garantendo che la sua voce possa contribuire al dialogo politico, sociale ed economico.
Tuttavia, non si può dimenticare che le cause profonde della povertà che sono alla base del fenomeno che riguarda il Mediterraneo e l’Africa possono essere affrontate e gestite solo da un continente unito e determinato, attraverso una politica coerente di vicinato che utilizzi risorse e strumenti per la cooperazione economica e l’aiuto allo sviluppo.
Leggi il documento approvato dal Consiglio