Ha preso il via alcuni giorni fa a Dar es Salaam l’edizione 2017 del Technical Advisory Group meeting (TAG) dello IATI, l’iniziativa internazionale che promuove la trasparenza degli aiuti attraverso l’uso degli Open Data. TAG2017 è un’importante occasione di scambio e sviluppo della piattaforma IATI che conta ormai l’adesione di oltre 500 istituzioni al mondo. Al meeting in corso è stato presentato anche il Rapporto Annuale 2016 pubblicato la settimana scorsa da IATI. A livello internazionale, la spesa per lo sviluppo del 2016 ammonta a più di 146 miliardi dollari. Dallo studio si evince che negli ultimi anni sono stati fatti importanti progressi in termini di aumento, miglioramento della qualità e dell’utilizzo dei dati prodotti dai donor internazionali. L’idea di base di IATI è che la disponibilità di dati affidabili sull’aiuto possa essere un’elemento decisivo per aumentare l’efficacia e l’efficienza dei progetti realizzati.
Il lavoro dello staff di IATI è infatti quello di rendere i dati umanitari e di sviluppo più accessibili, utilizzabili e comprensibili, conducendo le organizzazioni a pubblicare le informazioni utilizzando lo standard IATI, e rendendo poi questi dati disponibili a tutti coloro che vogliono usarli.
Sono oltre 500 i Governi, le Agenzie multilaterali, le Fondazioni, le ONG e le Organizzazioni del settore privato che hanno pubblicato i dati in formato IATI, con una crescita del 40% rispetto al 2015. Aumentando la disponibilità e la quantità di opendata, la domanda di informazioni tempestive, complete e lungimiranti può essere così soddisfatta. Ed è necessario, perciò, che le organizzazioni forniscano dati di buona qualità, affinché essi possano essere sempre più numerosi e affidabili.
Anche la tempestività delle informazioni è migliorata: nel 2016, il 96% delle organizzazioni aderenti a IATI ha aggiornato trimestralmente i dati, rispetto all’80% nell’anno 2015. Informazioni aggiornate, infatti, permettono ai governi (e non solo) di pianificare bilanci, migliorare la gestione economica, aumentare la disponibilità di servizi in una visione di sviluppo a lungo termine. Se si tratta poi di emergenze umanitarie, la necessità di avere dati aggiornati giornalmente sale in cima alle priorità.
Il quadro delle informazioni diventa sempre più completo grazie alle organizzazioni che completano il 95% delle informazioni fondamentali, ma potrebbe esserlo ancora di più se fossero aggiunti più informazioni riguardanti la geolocalizzazione, i risultati raggiunti e i dati forward-looking, così che i governi partner possano pianificare meglio il futuro. Nel 2016 i donatori hanno aumentato significativamente i dati di bilancio “a lungo termine”: 126 miliardi di dollari US programmati per il 2017 e il 2018, rispetto ai soli 34 miliardi di dollari US di budget previsionali riportati alla fine del 2015 (programmati per il 2016 e il 2017).
Tante le prospettive e gli sviluppi di IATI per il 2017, tra cui:
- Aumento dell’utilizzo degli opendata (come evidenziato nel piano di lavoro di IATI)
- Aumento del reportage di situazioni umanitarie, affinché i dati possano contribuire a dare risposte migliori alle crisi
- Maggiore utilità nell’uso dei dati da parte dei Paesi membri IATI
- Monitoraggio dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile
Tra gli attori che hanno aderito allo IATI, da quest’anno ci sarà anche la Cooperazione Italiana, che attraverso l’AICS partecipa per la prima volta al Technical Advisory Group meeting di Dar es Salaam.
(Fonte Open Cooperazione)