Due istituti americani, GlobeScan e SustainAbility, hanno recentemente pubblicato un interessante survey sulla leadership globale nello sviluppo sostenibile. I sondaggisti hanno intervistato quasi 1000 persone tra esperti, influencer, ricercatori e funzionari nei quattro continenti per capire chi siano i leader più influenti nell’agenda 2030. Al top di chi si batte per lo sviluppo sostenibile ci sono le ONG per il 57% degli intervistati, seguono gli imprenditori sociali, i movimenti sociali e il sistema della Nazioni Unite. In coda i governi con appena il 6%. Gli esperti di sostenibilità ritengono che i governi nazionali e il settore privato dovrebbero fare di più per il raggiungimento degli SDGs soprattutto attraverso collaborazioni multi settoriali, il 34% ritiene che il settore privato profit debba prendere la leadership nella promozione dello sviluppo sostenibile.
Tra le ONG internazionali le più influenti sono quelle ambientaliste, al primo posto WWF seguito da Greenpeace. Prima ONG di sviluppo al terzo posto è OXFAM.
Seppur in coda nella classifica i governi nazionali più attivi sono proprio quelli nord europei, gli esperti hanno indicato Svezia, Germania, Danimarca, Norvegia e Olanda tra i più impegnati in politiche legate ai temi dell’agenda 2030.
Nel mondo business Unilever continua ad essere considerata come l’azienda globale leader nella sostenibilità. Il 43% degli esperti intervistati l’ha posizionata prima delle rivali Patagonia, interface, IKEA, Tesla e Nestlè. Lo studio rivela uno scarso l’impegno di importanti settori industriali alla conversione verso la sostenibilità. Promossi il settore forestale e il biotech, bocciati pesantemente chimica, farmaceutica e il settore estrattivo (miniere, gas, petrolio).