Non usa mezzi termini il Vice Ministro per la Cooperazione Mario Giro, bollando come “grave e vigliacca” la messa in mora di alcuni capitoli di bilancio del MAECI che comporterebbe una perdita secca di 36 milioni di euro destinati alla cooperazione. “Invece di mettere in mora altri capitoli di bilancio dello stesso MAECI, si bloccano i fondi della Cooperazione allo sviluppo, cioè del mondo povero. Proprio mentre il Presidente Mattarella esaltava l’impegno e l’utilità della Cooperazione ci si sarebbe aspettato più coraggio e meno vigliaccheria scegliendo di mettere in mora altri capitoli”, così commenta duramente Mario Giro con un post su Facebook.
Per la precisione si tratterebbe di fondi accantonati dalla ragioneria dello Stato (36 milioni di fondi dell’Agenzia) a garanzia della vendita di immobili del MAECI, il quale si è impegnato presso il ministero delle Finanze a vendere palazzi che garantiscono entrate pari a 36 milioni. E’ una clausola di salvaguardia voluta dal MEF nei confronti del MAECI che di fatto penalizza l’AICS.
Burocrati poco sensibili alla Cooperazione
L’attacco è diretto a quelli che Giro chiama i burocrati, i diplomatici, che dimostrerebbero così la consueta scarsa sensibilità sulla cooperazione. La preoccupazione sul taglio di fatto dei fondi destinati alla cooperazione è ancor più grave considerando che “ai 36 milioni si aggiunge l’eliminazione del fondo La Pergola di 65 milioni, ottenuto da Lapo Pistelli”. Tutto ovviamente, attraverso un tratto di penna della Ragioneria che, nei fatti, annulla l’aumento di quest’anno alla cooperazione.
Manovre fatte senza informare
“Naturalmente non sono stato avvertito”, lamenta Mario Giro, “non si peritano di chiedere almeno il parere di chi ne è responsabile, davanti ai cittadini e ai paesi partner”.
Fondo Africa finanziato solo per il 2017
Inoltre, riguardo i dubbi che serpeggiano tra la società civile, circa gli impegni del governo sulla cooperazione internazionale con la Legge di Bilancio 2017 approdata al Parlamento, “rispondo che, prendendo atto che i finanziamenti del Fondo Africa devono essere spesi nel 2017, il rischio che dal 2018 tale fondo scompaia è piuttosto fondato“. “L’Italia invece avrebbe bisogno di uno strumento a regime dedicato all’Africa nello spirito dell’Africa Act su cui lavoriamo”.
Per l’AICS serve il concorso al più presto
Il Vice Ministro conclude con l’auspico che il concorso per l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo si faccia nel corso del 2017. “Non possiamo più attendere, non ci devono essere sorprese negative in questo senso. L’AICS tra l’altro, ha già fondi propri per organizzarlo”.