Ha destato molta preoccupazione fra gli operatori della cooperazione internazionale la recente introduzione (nel luglio 2015), da parte della Commissione Europea, di una nuova versione del Quadro Logico (QL) da utilizzare per la presentazione di proposte progettuali. Tale novità è stata contestuale all’aggiornamento della Procedures and Practical Guide (PRAG), arrivato sorprendentemente senza nessuna consultazione con gli stakeholders, e in particolare con le ONG di cooperazione internazionale. A questa preoccupazione di ordine politico se ne è affiancata ben presto una di ordine pratico, di cruciale importanza per tutte quelle ONG che nei finanziamenti europei trovano una delle fonti principali a sostegno delle proprie attività. Il nuovo Quadro Logico, infatti, è risultato immediatamente di difficile interpretazione.
Ha combinato in modo un po’ frettoloso e senza “istruzioni per l’uso”, due strumenti con finalità differenti: uno più orientato alla “valutazione d’impatto” nel medio-lungo periodo, derivato dalla Theory of Change (ToC), e un altro più classico, legato al Project Cycle Management e orientato appunto alla definizione e alla gestione di progetti, con finalità più operative e legate a valutazioni più di breve-medio periodo. Il primo più focalizzato ai cambiamenti nella vita delle persone coinvolte o di sistema (gli outcomes) e il secondo, invece, più centrato (se si esclude “l’Obiettivo generale”) su valutazioni puntuali legate agli outputs, ai risultati degli obiettivi specifici e alle azioni necessarie per raggiungerli. Volendo semplificare le differenti finalità dei due strumenti, potremmo utilizzare la seguente tabella:
Fonte: Clarke and Anderson, 2004.
D’altra parte, fra i due strumenti c’è certamente continuità logica (intervention logic, nel nuovo PRAG), in una catena (la Results chain appunto, presente nella prima colonna del nuovo QL) che va dal piccolo al grande, dal vicino nel tempo a orizzonti temporali più ampi. Per semplificare, potremmo portare un esempio di results chain di un progetto di cooperazione internazionale sulla salute riproduttiva:
- Il progetto impegna le sue risorse umane e finanziarie (inputs/risorse)
- a svolgere corsi di formazione e campagne di sensibilizzazione in materia di salute riproduttiva sessuale (activities),
- che porteranno a una maggiore conoscenza in questo ambito (output).
- questo si tradurrà in persone che praticano sesso in modo sicuro, a beneficio della propria salute e di quella degli altri (outcome),
- risultato che porterà a una popolazione più sana, con tassi ridotti di HIV/AIDS e delle Malattie Sessualmente Trasmissibili, così come a una riduzione dei costi in sanità sostenuti dallo Stato e dai cittadini (impact).
Ovviamente, il fatto che vi sia una concatenazione logica fra i due strumenti non toglie le differenze sopra ricordate rispetto alla loro finalità. Resta aperta, inoltre, la questione delle contraddizioni con gli altri documenti di riferimento per la presentazione di proposte disponibili on line (a partire dal sito Capacity4dev) o a metodi quali il Project Cycle Management (PCM), che include il Logical Framework Approach (LFA), il Results Based Management (RBM) o il Managing for Development Results (MfDR).
Entrando nello specifico, le novità del nuovo Quadro Logico Europaid possono essere sintetizzate nel modo seguente:
1. La logica del progetto è subordinata a quella che viene definita la Results chain (prima colonna).
2. L’Obiettivo Generale è l’impatto che ci si prefigge di ottenere nel lungo periodo e ad ampio raggio.
3. Gli Obiettivi Specifici (al plurale) ora sono gli outcomes, cioè gli effetti ottenuti dal progetto nel medio periodo; sono suddivisi in outcomes finali (Oc) e in outcomes intermedi (iOc).
4. Gli indicatori qualitativi e quantitativi sono da presentare disaggregati per genere.
5. La colonna Baseline, nella quale riportare i dati (valori di partenza) sul problema che si intende affrontare (analisi di contesto) a inizio progetto;
6. La colonna Current value, che in fase di presentazione della proposta si suppone coincida con la Baseline, e la relativa Reference date, probabilmente necessaria ad aggiornare i valori in corso di progetto sulla base degli outcomes intermedi (il che significherebbe che tale colonna va moltiplicata per il numero di step intermedi di progetto).
7. La colonna Targets, che non fa riferimento ai “beneficiari”, bensì al livello qualitativo o quantitativo misurabile che si intende raggiungere rispetto agli indicatori a fine progetto, per ciascuno dei livelli della Results chain (output, outcome o impact).
8. È completamente scomparsa la riga degli Expected results (probabilmente per non creare confusione con la nuova Results chain), che di fatto toglie quel livello intermedio fra outputs e outcomes (coerentemente con il nuovo Work Packages approach di “Horizon 2020”); il riferimento ai results resta invece ancora presente nella Guida Results Oriented Monitoring (ROM) rilasciata sempre dalla Commissione Europea nell’aprile 2012 e tuttora valida.
9. Dagli outputs in avanti e nella colonna Assumptions, il QL conserva sostanzialmente la sua struttura originale, concentrandosi sui deliverables, sulle attività, le risorse necessarie, i costi da sostenere e i fattori esterni che potrebbero impattare sul legame fra outputs e outcomes; La vera novità di quest’ultima parte del QL risiede nel fatto che, essendo scomparsa la riga degli Expected results, gli outputs non rappresentano più quel livello intermedio che connetteva le activities ai risultati appunto.
La complessità delle novità e delle possibili interpretazioni è stata evidente anche nel dibattito di un recente seminario organizzato da CONCORD Italia, in collaborazione con Mani Tese, lo scorso 12 aprile a Milano. Una sessione del seminario sulle attuali modalità di finanziamento europeo è stata dedicata proprio al nuovo QL, ne è venuta fuori una discussione molto partecipata sulle ambiguità e sui nodi da sciogliere che ha coinvolto diversi operatori presenti.
Per questo motivo abbiamo pensato di dare seguito alla discussione qui su Info-cooperazione con l’idea di creare un gruppo di lavoro che realizzi in breve tempo una guida agile e chiara alla compilazione del nuovo QL, da rendere disponibile gratuitamente a tutti i lettori.
Invitiamo dunque coloro che fossero interessati a partecipare a questo gruppo di lavoro (a partire da chi è intervenuto il 12 aprile a Mani Tese) a scriverci direttamente all’indirizzo email christian.elevati[at]gmail.com (e in copia a info[at]info-cooperazione.it) o manifestare il proprio interesse nello spazio sottostante dei commenti. Vorremmo procedere con un sistema di lavoro agile, principalmente a distanza, che parta dalle novità sopra elencate per dare poche ma chiare indicazioni di compilazione a tutti gli operatori.
Principali documenti di riferimento:
Practical Guide to Contract Procedures for EU External Actions (PRAG)
a cura di Christian Elevati
“Gli indicatori qualitativi e quantitativi sono da presentare disaggregati per genere”: cosa vuol dire esattamente?! Da notare che nessun documento esplicativo accompagna il nuovo modello di QL nei recenti bandi UE….
Ciao Daniela, si intende con tutta probabilità la richiesta di distinguere i dati riferiti alla popolazione maschile da quelli che fanno invece riferimento alla popolazione femminile coinvolta nel progetto. Certo, le ambiguità restano e la nostra proposta è appunto quella di scrivere una guida che sia il più possibile chiara e di facile impiego, con l’aiuto dei lettori di Info-cooperazione. Ogni contributo è prezioso.
Confermo la risposta di Christian Elevati. Sono da anni impegnato come ROM monitor per la commissione e anche nei nostri templates dobbiamo specificare se gli indicatori utilizzati nei progetti sono disaggregati per genere. Inoltre dobbiamo anche specificare se vi sono baselines e se sì, se sono gender disaggregated.
Saluti,
Antonio
Grazie mille Antonio per il tuo contributo.
Ottima la proposta di creare un gruppo di lavoro su questo tema. Propongo anche di chiedere alla uff. UE-DGCS, che ha organizzato due giorni fa una riunione su Joint Programming con DEVCO, di organizzare un incontro analogo in cui DEVCO ci spieghi gli assunti su cui ha costruito il nuovo QL e nella quale possiamo porre tutti i dubbi che abbiamo.
Personalmente ho dovuto prepare il nuovo QL per un progetto EIDHR e se alcuni aspetti (quelli legato alla Teory of Change) sono molto utili, altri, come la baseline quantitativa, sono impraticabili nell’area del Defending HR Defenders. Invece può essere molto utile l’Organisational Capacity Assessment (OCA) che molte ONG del nordeuropa stanno cominciando a utilizzare
Grazie Gemma per l’approfondimento e per la proposta di organizzare un incontro con DEVCO. Molto interessante anche il riferimento all’Organisational Capacity Assessment (OCA), che personalmente non conoscevo. Settimana prossima faremo il punto con tutti coloro che hanno dato disponibilità a collaborare per la redazione della guida. Grazie a tutti per le letture di questo articolo, le condivisioni e la partecipazione e buon 25 aprile.
Per quanto riguarda la divisione logica dei possibili risultati tra output, outcomes e impact mi sembra tutto abbastanza chiaro e anche in linea con il manuale EuropeAid. Io ho sempre concepito output outcomes e impact come tipi di risultato a breve medio e lungo termine. Nella parte in cui si descrive “essendo scomparsa la riga degli Expected results, gli outputs non rappresentano più quel livello intermedio che connetteva le activities ai risultati appunto” l’implicazione mi sembra eccessivamente critica. Gli output rimangono il livello intermedio tra attività e, ora, outcomes.