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8×1000 statale, i ritardi e il possibile colpo di mano di Renzi

Siamo arrivati alle vacanze d’agosto e la procedura per l’assegnazione dei fondi otto per mille dell’IRPEF a gestione statale accumula così 5 mesi di ritardo. Tra poco più di un mese scadranno i termini per presentare i progetti per l’assegnazione di quello del 2015, ma dell’assegnazione 2014 non se ne vede neanche l’ombra. Quello che stupisce è il silenzio totale da parte dell’istituzione responsabile del procedimento, la Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dipartimento per il coordinamento amministrativo). Dalla redazione di Info Cooperazione abbiamo più volte richiesto informazioni negli ultimi mesi all’ufficio incaricato e in particolare al capo servizio la Dott.ssa Crescenzi e al Cons. Gargano. Non abbiamo ricevuto nessuna informazione neanche sullo stato dell’arte della procedura di selezione dei progetti sottoposti a settembre dell’anno scorso.

 

Nessun riscontro neanche quando i nostri articoli e tweet hanno interessato la stampa nazionale con un articolo uscito recentemente sul Fatto Quotidiano.

 

Nei giorni scorsi si è occupato dell’8×1000 anche il sito Dagospia, sempre informatissimo sulle manovre di palazzo. Da questo si apprende che le mire del presidente del Consiglio Matteo Renzi si dirigono ultimamente proprio verso l’otto per mille. In vista del varo della legge di Stabilità i fuzionari del MEF e di Palazzo Chigi pare stiano provando a infilare un’inaspettata riforma dell’intero dispositivo dell’8×1000. Che sia questa novità a rallentare l’iter della ripartizione dei fondi 2014?

 

Si parla di un cambiamento radicale del funzionamento dell’8×1000 anche per quanto riguarda quello destinato alle Chiese che garantisce fondi milionari alle 7 Chiese che hanno firmato l’accordo con lo Stato italiano. Solo nel 2014 l’8 per mille è stato superiore al miliardo e duecento milioni di euro, di cui oltre un miliardo e 50 milioni sono finiti alla Chiesa Cattolica.

 

In molti hanno provato in passato a modificare il suo funzionamento. Per primo il Ministro lampo Andrea Riccardi che ha avviato una modifica del regolamento poi attuata con il governo Letta. L’anno scorso ancora una modifica proposta ed ottenuta dal Movimento 5 stelle che ha portato all’introduzione di una nuova categoria di progetti finanziabili con la quota statale, l’edilizia scolastica. Giace invece ancora in parlamento un ultima proposta di modifica presentata nel 2015 da alcuni parlamentari che chiedono di fatto che la decisione sulla destinazione dei fondi passi dalle mani della Presidenza del Consiglio a quella del Parlamento.

 

L’ultima modifica relativa alla destinazione dei fondi 8×1000 a gestione statale è passata recentemente in sordina ma si ritrova nel testo dello Statuto della neonata Agenzia per la Cooperazione Italiana, pubblicato in gazzetta ufficiale poco più di una settimana fa. All’Art.13, dove si elencano i mezzi finanziari dell’Agenzia, si legge che il suo bilancio sarebbe composto anche da “una quota pari al 20 % della quota a diretta gestione statale delle somme di cui all’articolo 48 della legge 20 maggio 1985, n. 222”, quella che istituisce appunto l’8×1000. Come a dire che i fondi attualmente destinati alla “fame nel mondo” verrebbero stornati dalla gestione di Palazzo Chigi e passati direttamente alla nuova Agenzia.

 

In attesa che tutto ciò accada o meno sarebbe un atto di “decenza amministrativa” che da Palazzo Chigi giungesse un’informazione alle migliaia di organizzazioni e istituzioni che al 30 settembre dell’anno scorso hanno sottoposto una proposta progettuale a valere su questi fondi e che attendono da mesi un riscontro.

 


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