Con tanti mesi di ritardo è finalmente arrivata la prima convocazione lampo del Consiglio Nazionale della Cooperazione allo Sviluppo, istituito dalla L.125/2014, che si riunirà oggi a Roma. E’ il luogo in cui tutti gli attori, pubblici e privati, si confrontano ed esprimono pareri e valutazioni e avanzano proposte in relazione alle strategie delineate e misure indicate dal Governo; ci saranno tutti i membri nominati dal MAECI e quelli designati dalle rappresentanze di categoria, tranne uno, il Viceministro della Cooperazione internazionale.
Ebbene sì, a questa riunione inaugurale del Consiglio l’unico assente sarà quella figura centrale di garanzia per l’avvio del nuovo percorso, il Viceministro, non ancora designato in sostituzione del dimissionario Lapo Pistelli.
E’ questa una delle principali preoccupazioni sollevate da AOI che in un comunicato di giorni scorsi chiede fortemente la nomina del Viceministro della Cooperazione internazionale.
La riunione di oggi infatti non sarà una mera seduta di insediamento dell’organo. All’ordine del giorno infatti il parere sul documento strategico di indirizzo e programmazione triennale della cooperazione internazionale, peraltro già anticipato pubblicamente da giorni nel sito della Cooperazione Italiana, non appena discusse nel Comitato Interministeriale.
Per questo motivo AOI chiede che nonostante la durata sia solo di metà giornata, venga dato ampio spazio a confronto e discussione sul documento strategico, per andare oltre il parere sintetico, raccogliendo richieste di maggiori informazioni e recependo le eventuali osservazioni dei partecipanti. Questo anche alla luce della mancanza di una tabella riepilogativa di sintesi allegata di maggiore e più leggibile chiarezza rispetto all’importo ripartito per ‘voci’ dell’impegno finanziario previsto per la cooperazione internazionale
Emerge già da oggi la necessità di fissare con anticipo la data per una nuova convocazione del Consiglio Nazionale in autunno per ‘recuperare’ il confronto essenziale con l’interlocutore prioritario, il Viceministro, e definire fattivamente l’articolazione del lavoro del Consiglio per gruppi tematici, metodo efficace perché partecipativo.
Nello sfondo restano diversi fronti aperti sempre più problematici ai quali le istituzioni sono chiamate a dare una risposta rapida ed efficace.
- Il ritardo dell’iter di definizione dello Statuto dell’Agenzia, che ha bloccato il suo avvio e sul quale le rappresentanze e reti di ong hanno unitariamente presentato le proprie osservazioni e i rilievi sia all’audizione alla Commissione Esteri della Camera dei Deputati che alla DGCS.
- Il prolungamento temporale della ‘fase di transizione’ nel passaggio di competenze e funzioni da DGCS ad Agenzia, che inevitabilmente renderà problematica e complessa la gestione dei progetti pluriennali finanziati con le procedure della ex-L.49/87.
- Il mancato inserimento nel Jobs Act di una deroga per gli operatori della Cooperazione Internazionale, nonostante tale proposta fosse stata recepita e consigliata dalle Commissioni Lavoro di Camera e Senato e per altre categorie sia invece stata accettata.